mercoledì 2 febbraio 2022

UN ANNO FA VENIVA PROCLAMA LA ZEE CROATA

Le ZEE sono Zone Economiche Esclusive, aree adiacenti alle acque territoriali e si estendono per 200 miglia nautiche dalla linea di base (le acque territoriali non possono oltrepassare le 12 miglia). Questo in base alla Convenzione delle Nazioni Unite sul diritto del mare ("United Nations Convention on the Law of the Sea", "UNCLOS")

Su queste lo Stato sovrano ha il diritto di esplorare, conservare e gestire le risorse naturali, biologiche e minerali presenti sia sopra che sotto il fondale, di sfruttarle anche a fini economici per la produzione di energia e soprattutto per la pesca e ha giurisdizione in materia di installazione e uso di strutture artificiali o fisse, ricerca scientifica, protezione e conservazione dell'ambiente marino. Lo Stato a cui fa capo la ZEE ha il diritto di sfruttare le risorse della colonna d’acqua sovrastante il fondale marino. Inoltre sulla Zee lo Stato costiero ha giurisdizione in materia di installazione ed uso di isole artificiali o strutture fisse.

La ZEE non è quindi una semplice linea che pone un confine immaginario ma la possibilità di sfruttare un’area in campo economico e strategico. 

In caso di Stati adiacenti o vicini si utilizza il criterio dell’equidistanza a meno che le parti non decidano per altri sistemi di valutazione.

La creazione delle ZEE è stata spinta dall’Unione Europea grazie alla politica di gestione delle risorse marine per contrastare lo sviluppo della pesca illegale da parte dei pescherecci dei Paesi non membri. 

Un anno fa la Croazia aveva proclamato la sua Zona Economica Esclusiva (ZEE) nel Mare Adriatico. La decisione era stata presa all’unanimità dal Parlamento Croato, il Sabor, ratificando l’accordo preso con l'Italia il dicembre del 2020 che aveva visto partecipare Italia, Croazia e Slovenia. Quest’ultima come osservatrice, in quanto avendo un limitato sbocco sul mare non può rivendicare nessuna ZEE.

La proclamazione della ZEE era un tema che si ripresentava ciclicamente e gli ultimi incontri avevano visto la discussione sulle modalità operative e sulle aree da ritenere prioritarie per potenziare una cooperazione nel Mare Adriatico che coinvolgesse le tre nazioni. Una cooperazione che doveva unire i popoli della regione “diventando fonte di benessere e prosperità per tutti.“

L'Italia sembra non aver mai tenuto in grande considerazione la risorsa mare. Italia e Croazia hanno rapporti di buon vicinato ma non sembra che l’Italia, da quanto appare sul sito Insideover.com, abbia avuto, prima del summit sulle ZEE, molto interesse a tutelare l’ambiente dell’Adriatico e le risorse dello stesso lasciando la mano libera non solo alla Croazia ma anche a Montenegro e Grecia. 

Ciò anche per le questioni legate ai diritti alla pesca che vedono l’Isola di Pelagosa teatro di sequestri di barche italiane, nonostante sia ancora in vigore un diritto alla pesca risalente ad anteguerra ma mai riveduto.

Per Italia e Croazia una volta decisi i termini in definitiva non cambia nulla, le ZEE sono territorio dell’Unione Europea, hanno lo stesso regime doganale che viene applicato sulla terraferma ma i pescatori di Albania, Montenegro e Bosnia Erzegovina non possono accedere in queste aree che cadono sotto la giurisdizione italiana e croata.



fonti

wikipedia

it.insideover.com



 

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