sabato 24 dicembre 2022

I CARABINIERI SEQUESTRANO 1500 KG DI VONGOLE DI MARE

In vista del Natale proseguono i controlli dei Carabinieri della motovedetta di Chioggia con lo scopo di tutelare i consumatori di prodotti ittici. Interventi mirati alla pesca delle vongole chamelea gallina, vongola di mare, che nella giornata dello scorso 21 dicembre si sono concentrati su Chioggia e in località Porto Peschereccio di Scardovari del Comune di Porto Tolle in provincia di Rovigo Durante le loro ispezioni, i militari dell’Arma hanno sottoposto a controllo alcuni motopesca appena rientrati in porto, sanzionando tre comandanti di imbarcazioni, poiché detenevano svariati chili di molluschi bivalvi vivi privi del Documento Di Registrazione, necessario per attestarne la provenienza ed assicurarne la tracciabilità di filiera.

700 chili, 500 e 300 a bordo delle tre unità da pesca sanzionate, adagiati sul ponte di coperta, rinvenuti in sacchi.
Complessivamente, sono stati sottoposti a sequestro amministrativo 1500 kg di vongole di mare e, poiché i molluschi erano ancora vivi, sono stati rigettati nelle acque lagunari per il ripristino del ciclo vitale.
Il prodotto ittico sequestrato corrisponde ad un valore commerciale al consumatore finale stimato in euro 7.500 circa. Ogni armatore è stato sanzionato con 2000 euro di multa.




mercoledì 7 dicembre 2022

SAREBBE VIETATO DALLE NORME EUROPEE SGUSCIARE CANESTRELLI E CAPESANTE A BORDO DEI BATTELLI

Canestrelli e capesante continuano ad essere sotto una lente di ingrandimento.

Regione Veneto e ASLL normano la sgusciatura dei pettinidi, canestrelli e cape sante che sia a bordo delle navi, dei pescherecci o a terra.

I bivalvi infatti, ai sensi del regolamento del 2004 devono essere puliti dentro uno stabilimento a terra FFPP o a bordo di navi officina.

Nessuna imbarcazione in Italia, a detta di chi è nel settore, è adibita a nave officina.
Non sembra esserlo nessun peschereccio, neppure tra la flotta chioggiotta.
La sgusciatura dei canestrelli a bordo dei motopescherecci è un'abitudine che è stata concessa nel 2015, inserita erroneamente tra le linee guida per la lavorazione del prodotto.
Dall’applicazione di questa erronea modifica è stato sottratto lavoro agli stabilimenti di lavorazione molluschi bivalvi che, di conseguenza, hanno dovuto anche ridurre il personale per la diminuzione di lavoro, spostato, in pratica, dall’attività a terra all’attività a bordo.
La stessa lavorazione ma svolta con metodologie diverse in quanto le due attività, a terra o a bordo, sono sottoposte a normative differenti.
Per quanto riguarda i gusci, ai pescherecci era concesso buttarli senza la necessità di rispettare particolari direttive, mentre gli stabilimenti erano sottoposti a pratiche di smaltimento.

Differenti anche le norme per il confezionamento che, se realizzato negli stabilimenti a terra doveva essere realizzato in modo da impedire il gocciolamento, chiuso con materiale termoretraibile, norme che a bordo non era necessario rispettare. Dall’Europa sono state quindi diramate nuove direttive che hanno definito le linee guida del 2015 non coerenti con le precedenti. Alla fine del 2021 è stato di fatto definito fuori norma sgusciare canestrelli e capesante a bordo dei motopescherecci, usanza che ormai sembra difficile da togliere.




sabato 3 dicembre 2022

ENORME SODDISFAZIONE PER IL SETTORE DELLE VONGOLE DI MARE PER LA DEROGA ALLA TAGLIA DELLA RISORSA

A lavorato bene l’onorevole Eurodeputata Rosanna Conte come ha lavorato bene tutta la filiera per ottenere il tanto atteso risultato che concede la deroga alla misura delle vongole per altri tre anni.

Come ha affermato l’onorevole ora le aziende possono anche pensare di investire nella propria attività ben sapendo che fino al 2025 sarà concessa, per l’Italia la commercializzazione del prodotto a 2.2 centimetri, contro i 2.5 centimetri un tempo richiesti.

Il prodotto italiano fa difficoltà a svilupparsi oltre quella misura, le motivazioni sono allo studio e se non fosse stata concessa la deroga, molte imbarcazioni si sarebbero trovate in difficoltà. Dietro alla proroga ci sono studi, relazioni, attività di ricercatori e l’esperienza dei pescatori.

Questi hanno potuto esprimersi a Bruxelles sottolineando le difficoltà del settore e tutte le questioni che chi sta a Bruxelles non conosce.

Con le loro motivazioni hanno dato modo di capire tutto ciò che c’è dietro questa richiesta e di convincere gli altri Paesi a permettere la pesca e la commercializzazione di una taglia di vongole che altrove sarebbe considerata sottomisura.

Il presidente dei CoGeVo, Michele Boscolo Marchi, invitato a Bruxelles, ha avuto modo di descrivere i piani di gestione del Consorzio che permettono di tutelate l’economia del settore e la risorsa ittica.
Un’enorme soddisfazione quindi per tutti gli attori coinvolti, non da ultimi i pescatori che senza la deroga, sarebbero rovinati.

Ora lo step successivo è la formalizzazione dell’atto il 22 dicembre prossimo e il mettersi al lavoro perchè la deroga diventi regolamento.




venerdì 2 dicembre 2022

MALANIMO TRA I MARINAI PER LE USCITE IN MARE I FINE SETTIMANA

La voce che i marinai vogliano dare il via a una raccolta firme per non uscire in mare i sabati e le domeniche sta prendendo sempre più piede, supportata dal fatto che il prezzo del pesce, abbondando quest’ultimo sui box del mercato, stia crollando, sottraendo risorse ittiche al mare e vendute per una cicca di tabacco.

A uscire per primi, tra la flotta di Chioggia, sembra siano sempre gli stessi, a cui gli altri corrono poi dietro per non rimanere a guardare in banchina.

L’abbondanza dell’offerta ha una controindicazione, però, il crollo del prezzo. Ed è ciò che si vede al mercato ittico all’ingrosso, mentre alla pescheria al minuto il prezzo riesce a mantenersi. I box pieni all’inverosimile di pesce, i frigoriferi pieni di pesce non danno al pescatore il guadagno atteso ma certamente provocano un depauperamento della risorsa.
Per il momento la raccolta firme non è ancora iniziata, ma è sufficiente per far capire il malanimo dei marinai.

I CO.GE.VO stanno dimostrando ormai da anni, che una gestione corretta della risorsa e dell’attività dei pescatori, si riesce a guadagnare anche uscendo in mare poche volte, tutelando il prodotto e guadagnando il giusto, viene da chiedersi quanto difficile possa essere utilizzare lo stesso modello di regolamentazione per altre categorie.

Si dimostra sempre più urgente, necessario e indispensabile anche per le categorie di pesca più importanti per l'economia di Chioggia, mettere in pratica i piani di gestione presentati.

Tutelerebbe il lavoro di armatori e marinai, aiuterebbe a mantenere il prezzo del prodotto in valori accettabili e proteggerebbe la risorsa.




giovedì 1 dicembre 2022

NON CI SONO MARINERIE UNITE IN ITALIA

Nessuna marineria è unita, non esistono marinerie unite. Non c’è unione nel settore, in tutta Italia, e non è mai esistita ci dice un marinaio che ci scrive da Pescara a confermare la situazione che viviamo anche a Chioggia.

Si pesca anche di sabato e di domenica, anche a Pescara, con lo strascico, ma i marinai non sono soddisfatti. Già con i tre giorni si raggiungono le 72 ore e sono più che sufficienti, ci dicono.
Fino a quando le ore di pesca non sono regolamentate dallo Stato, ribadisce, nessun armatore rinuncerà a uscire per pescare anche nei fine settimana. Se lo Stato concede 120 o 150 giorni di pesca all’anno, gli armatori li vorranno portare tutti a buon fine.
Il prezzo del gasolio ora è dovunque troppo alto e costituisce ancora il costo maggiore nel bilancio dell’attività di un peschereccio, e la quota di un marinaio difficilmente arriva ai 2000 euro al mese, che dovrebbe essere una paga normalissima per un pescatore considerando le ore che passa in mare e il tipo di lavoro che fa.
L’unione nella pesca non è mai esistita, ribadisce, ricordando che all’inizio del conflitto russo-ucraino con i primi aumenti del gasolio si è provato a scioperare insieme per dare maggior voce alla protesta senza però riuscirci.

“Ora si soffre, si esce per poco, si guadagna poco, ma l'insoddisfazione nel settore la si vede dal fatto che i marinai italiani stanno lasciando il posto agli extracomunitari, provenienti dal Senegal, Tunisia e altri Paesi.

A Pescara di italiani sono rimasti solo i capitani mentre da Civitanova Marche verso sud gli equipaggi sono composti totalmente da stranieri.
“La scelta di uscire in mare o rimanere in banchina non è più una scelta. Se si muove uno si muovono tutti.

Se non c’è una norma dall’alto che obblighi a stare in banchina, nessuno rinuncerà a una pescata” conclude “ ma chi è che, potendo scegliere, andrebbe a lavorare il sabato e la domenica piuttosto che stare con la sua famiglia.

E, soprattutto, cosa si potrebbe fare per migliorare le cose?”




mercoledì 30 novembre 2022

INCIDENTE IN MARE PESCHERECCIO INVESTE BARCA DA PESCA

La dinamica non è ancora nota quello che si è saputo di certo al momento è che c’è stata una collisione nella notte tra il peschereccio Orsera e un barchino da pesca.

È stato richiesto l’intervento della guardia costiera ma, sembrerebbe, non tanto per fronteggiare una situazione di emergenza quanto per accertare le responsabilità e le conseguenze di questo incidente.

Il peschereccio Orsera è lo stesso peschereccio che nel giugno 2019 coinvolto nell’incidente che vide la tragica scomparsa del giovane Fabio Perini. Dopo la disgrazia il peschereccio è stato venduto e ha cambiato nome.

Il comandante di allora sarebbe lo stesso al comando dell’Orsera di questa notte.

“Si tratta dell’ennesimo infortunio sul lavoro nel giro di poche settimane nel settore della pesca - interviene Pierpaolo Piva, del sindacato Fai-CISL - il sindacato è fortemente preoccupato per il susseguirsi di questi incidenti che stanno colpendo non solo la marineria di Chioggia ma un po’ tutte le marinerie d’Italia, il nostro auspicio è che questo settore si armonizzi al decreto 81, si confida al più presto che venga istituito un tavolo tra le organizzazioni sindacali e le associazioni di categoria per discutere del lavoro di questo settore e trovare una soluzione a partire dalla formazione e della prevenzione.







martedì 29 novembre 2022

IN MARE IL SABATO E LA DOMENICA NON TUTTI SI DICONO D’ACCORDO A QUANDO I PIANI DI GESTIONE

I ramponanti hanno cominciato da questa settimana a uscire in mare anche il sabato e la domenica vista l’avvicinarsi delle festività natalizie.

Non tutta la categoria sembra essere d’accordo, anzi , anche questo sembra essere un motivo di dissapore tra le varie imbarcazioni.

Le motivazioni per non uscire a detta di alcuni è il fatto che il prodotto è già svalutato, ce n’è troppo, e al mercato ittico si rischia di doverlo vendere a troppo basso prezzo o di vederlo invenduto con una perdita, in entrambi i casi, che non viene colmata ma che va ad accentuare il capitolo spesa.

Troppo alto il divario tra quello che viene pagato il pescato al produttore e quello a cui viene venduto al mercato al minuto, ci dicono, facendo apparire il prodotto un cibo, in alcuni casi quasi di lusso, confrontato alla capacità di spesa diminuita che colpisce molte famiglie.

Coloro che chiedono di pescare meno giornate alla settimana e quindi di non uscire il sabato e la domenica, affermano che portando meno prodotto ci sarebbe maggior richiesta e quindi maggiori possibilità di vendere a un prezzo più adeguato.

Prezzo che comunque, ora, sembra essere in linea con quello degli anni precedenti nello stesso periodo, dando un margine leggermente più alto per chi lavora meglio il prodotto.Il problema grosso resta, in ogni caso, il caro gasolio, che si è fermato su valori alti e che influisce molto, assieme agli aumenti subiti dalle cassette per l'imballo e dalle attrezzature, sul bilancio delle attività di pesca

I pescherecci che praticano la pesca con i ramponi sono quelli in numero maggiore e devono lavorare tutti, forse l’unico sistema per portare meno pesce al mercato ittico sarebbe attenersi ai piani di gestione che sono al vaglio di chi di competenza e, una volta attuati, regolerebbero lo sforzo di pesca delle imbarcazioni.
Chi vuole uscire anche alla domenica approfitta del periodo prefestivo, quando il valore del pesce, nonostante tutto non è ancora ai minimi preferendo eventualmente fermarsi dopo le festività, quando il costo del pesce avrà il classico tracollo e ci sarà meno pescato o si dovrà andare più al largo per catturarlo, con costi maggiori per quanto riguarda anche il carburante.

E i marinai, cosa dicono in tutto ciò? Come i comandanti e gli armatori anche loro sono divisi tra chi vorrebbe passare le festività in famiglia e chi ha bisogno di portare a casa qualcosa in più.

Tra chi esce volentieri per una paga maggiore e chi si sente costretto a dover uscire. Ci è giunta voce che tra la loro categoria dovrebbe cominciare a girare una raccolta firme, che dovrebbe arrivare al tavolo del sindaco, per chiedere che le barche stiano legate di sabato e di domenica.

Vorremmo quindi sentire la loro voce, in anonimato. Messaggiate su Whatsapp al 3780886411.




mercoledì 23 novembre 2022

MARCO DOLFIN MOLTO BENE IL MOSE MA ORA PENSIAMO AI PESCATORI

Il consigliere regionale Marco Dolfin esprime sentiti ringraziamenti a tutti coloro che hanno permesso la realizzazione delle dighe mobili per la difesa della laguna di Venezia dalle alte maree eccezionali al tempo stesso ritiene che sia ora e tempo di intervenire concretamente per consentire alla marineria Chioggiotta di poter operare in sicurezza.

“I lavori per la conclusione della conca di navigazione sono fermi da anni - precisa il consigliere - al momento non si sa neppure QUANDO inizieranno i lavori ( e neppure se vi è certezza che verrà realizzata), la marineria sta lavorando senza aver garantita la sicurezza degli equipaggi in caso di infortunio o di malore in quanto in caso di uscita in mare con Mose alzato le possibilità di rientrare velocemente ad un punto di sbarco diventano problematiche”.
“Sono a conoscenza - prosegue Dolfin - che circa due anni fa il precedente comandante della capitaneria di porto Michele Messina aveva richiesto al ministero competente che venisse realizzato un molo di attracco e di ormeggio nella zona del cantiere del Mose oltre le paratoie.”
In questo modo ci sarebbe la possibilità di avere un’unità della guardia costiera in condizione di operare anche a paratoie alzate e la possibilità di attracco per un peschereccio.
In caso di emergenza la guardia costiera potrebbe agire d’urgenza e per chi viene dal mare potrebbe attaccarsi e ricevere soccorso senza dover aspettare i tempi di attesa dovute alle alzate del sistema Mose a difesa della laguna.
“Il sindaco Armelao si sta già impegnando da tempo per trovare soluzioni a Roma, faremo di tutto - conclude il consigliere - per trovare le risposte.




martedì 22 novembre 2022

PIANI DI GESTIONE PER REGOLAMENTARE LA PESCA, MA SIAMO CERTI CHE NON CI SIA ALTRO?

Sarebbe importante per la pesca a strascico di riuscire a organizzarsi in modo da gestire al meglio la risorsa e lo sforzo di pesca.

Sono stati gli stessi pescatori a richiedere i piani di gestione in modo che tutta la categoria fosse trattata in modo analogo senza disparità per l’uno o per l’altro, soprattutto per i giorni di fermo aggiuntivo.

Il coordinamento si rivelerebbe utile per uniformare i regolamenti e le decisioni interne in modo che i vari distretti percepissero le stesse direttive e per far sentire il proprio peso nelle decisioni che possono toccare sul vivo la marineria.

Già i rapidisti hanno diminuito la misura dei loro attrezzi per diminuire lo sforzo di pesca, raggiungere un accordo tra i pescatori non è semplice, ma la stessa categoria ormai ha compreso che senza un accordo il settore avrebbe molte difficoltà.

Per questo nascerebbero i piani di gestione, necessari perchè i distretti marittimi che vanno da Trieste a Rimini, Chioggia inclusa, abbiano le stesse direttive da seguire, in modo che i distretti collaborino evitando situazioni che possano creare attriti nella categoria.

Ma ci sono temi di cui non si parla ma di cui è necessario parlare. Ci dicono che quello che essenzialmente a Chioggia non funziona è quello che non passa attraverso il Mercato Ittico.
Quando c’erano al suo interno importanti controlli, ci dicono, le cose andavano meglio, ora che i controlli mancano il Mercato Ittico non è più quello di una volta.

Molti commercianti, ci dicono, vengono serviti e riveriti al di fuori del mercato dove, invece, restano solo le briciole.
E chi ce lo dice prova rabbia per una categoria che si pensa furba ma che si sta facendo del male da sola.




lunedì 21 novembre 2022

COMANDANTI EGOISTI, IN MARE 2 GIORNI ALLA SETTIMANA PER SOPRAVVIVERE, 4 PER ANDARE IN ROVINA 0

Un ennesimo, non grido ma urlo in cerca di aiuto da parte del settore della pesca.

Ennesima riunione ieri di chi pesca con i rapidi, un settore che comprende una 40ina di pescherecci, solo una decina di armatori hanno partecipato, nonostante la crisi che attanaglia il mondo della pesca.
Il prezzo del gasolio è ancora troppo alto e il prezzo del pescato non permette un guadagno. Ma ciò di cui solo alcuni sembrano rendersene conto è che se ci fosse un accordo si potrebbe lavorare meno, facendo meno sforzo e guadagnando di più, alzando il prezzo del pescato.
I marinai guadagnano troppo poco e cominciano a sbarcarsi cercando attività più redditizie e molte barche sono costrette a stare all’ormeggio. Alcuno armatori sembrano godere della situazione, al vedere colleghi che arrancano e non ce la fanno a uscire in mare perchè le spese sono maggiori del guadagno.
Al termine della riunione di ieri non si è giunti a nessun accordo, alcuni armatori lavorerebbero 24 ore su 24, ininterrottamente, sfruttando il mare, portando troppo prodotto al mercato e facendolo svalutare.

Con due giorni di pescato alla settimana si potrebbe lavorare dignitosamente e guadagnare dignitosamente, gestendo la risorsa, ma l’egoismo di alcuni sta distruggendo il settore.

Ora i rapidi possono pescare per 4 giornate alla settimana e ciò, di questo passo, potrebbe mandare sul lastrico un’intera categoria. Lavorando per due giorni la settimana potrebbe “sopravvivere” ci dicono, fino al prossimo fermo pesca, ma non a queste condizioni. . Le barche a strascico un accordo lo hanno trovato, a tre giorni lavorativi la settimana fino al prossimo fermo, i rapidi ad oggi no.
Sono gli stessi rapidisti che chiedono tregua. Che chiedono ai marinai di porre un freno all’egoismo di alcuni comandanti, soprattutto nel proprio interesse.

E c’è chi si chiede come si fa a non rendersi conto che lavorando meno si potrebbero guadagnare le stesse cifre, se non di più, abbattendo i costi e in più gestendo la risorsa. Il mare è ricco di pesce, ora ma così pescando, facendo questa specie di gara deleteria per la categoria, non durerà per molto. e ciò non portando a casa un utile.
Contingentare la pesca. Ci sono riusciti i pescatori a strascico, potrebbero riuscirci anche i rapidisti. Ora ci guadagnano solo i commercianti che comprano a una miseria e rivendono, al peggio, triplicando il valore del prodotto, ma in alcuni casi quintuplicandolo.
Sono dure le parole di chi ci rende noto questo disaccordo “così facendo i pescatori stanno distruggendo il mare, chi ci sta guadagnando ora sono i commercianti, i distributori e chi produce gli strumenti per la pesca.

Quando un comandante è troppo orgoglioso ed egoista per capire tutto questo, dovrebbe essere l’equipaggio a far si che le cose cambino. Sarebbe ora che il prodotto venga valorizzato.




venerdì 18 novembre 2022

I LAVORI SULLA BANCHINA SONO DA FARE MA CREANO DISAGIO AGLI OPERATORI DELL'ITTICO

Proseguono i lavori alla banchina a Punta Poli dal lato dell’OP Bivalvia che era crollata in un tratto e che aveva necessità di essere risistemata.

Il tratto interessato va dall’area in cui si stanno svolgendo ora i lavori, lungo il Canale San Domenico esterno a partire dal tratto dirimpetto la Crame e dureranno fino, presumibilmente, il prossimo settembre, di competenza dell’Ex-Magistrato alle Acque.

Provveditorato alle Opere Pubbliche.

Si tratta di un intervento che si sarebbe dovuto concludere nel giro di pochi mesi ma che, presumibilmente, creerà disagio per un tempo più lungo per i battelli che devono attraccare in quell’area e per chi in quella zona svolge attività di scarico e lo deve fare in completa sicurezza, quali i vongolari.

Talvolta si tratta di quaranta imbarcazioni che devono scaricare il proprio prodotto, le Venus Gallina, attraccando un’imbarcazione alla volta, con i disagi conseguenti per le altre in attesa del proprio turno, sperando che non ci sia nebbia a impedire la visibilità.




I VONGOLARI ATTENDONO LE DECISIONI EUROPEE SULLA TAGLIA DELLE VENUS GALLINA

Pesca delle vongole di Mare, le Venus Gallina, abbiamo chiesto al Presidente del Co.Ge.Vo. di Chioggia, Michele Boscolo Marchi, di quale sia la situazione attuale per quanto riguarda la pesca dei bivalvi.

Ci ha ricordato che l’attività dei vongolari è legata alle decisioni che la Commissione Pesca del Parlamento Europeo prenderà riguardo la taglia del prodotto.

Marchi è stato invitato lo scorso 13 ottobre a Bruxelles dall’Eurodeputata, onorevole Rosanna Conte, in qualità di rappresentante della pesca delle vongole italiana.
Ora la commissione Europea dovrà esprimersi riguardo la taglia minima delle vongole commerciabili, proposta da Marchi a 22 mm nel 2015 che andrebbe riconfermata per non mettere ulteriormente in crisi un settore che come altri sta patendo anche per il costo del gasolio che va ad incidere per il 30% sui costi di ogni battuta di pesca.

Riguardo la taglia del prodotto è la Spagna che si sta opponendo, per questioni politiche e, logicamente, commerciali.

Si spera che la Commissione Pesca capisca quanto di buono è stato fatto in Italia mantenendo stabili i tre pilastri della sostenibilità, economica, ambientale e sociale in questo settore della pesca.

Ora il trend della pesca delle vongole è stabile sui numeri degli anni precedenti, in questo mese c’è sempre stato meno commercio e, per non svendere il prodotto, gli armatori preferiscono stare legati.

In questo modo la risorsa viene gestita, valorizzata e il mare e l’ambiente vengono rispettati in attesa del momento in cui pescare dia frutti.

Si attende ora dicembre per il quale si prevede un aumento della richiesta in attesa comunque della prossima primavera, la stagione migliore come l’esperienza di tanti anni di lavoro insegna.




martedì 15 novembre 2022

ALTRO CHE SEGNI DI CRESCITA LA PESCA È CON L'ACQUA ALLA GOLA

Nei giorni scorsi abbiamo riportato un report tratto da un articolo che ha scatenato il dissenso di tutti coloro che lo hanno letto.

Il report citava una situazione positiva per la pesca con numeri in crescita, con aumenti del quantitativo del pescato sbarcato, aumenti conseguenti di vendite e fatturati.

Sia per la pesca che per i molluschi bivalvi che per la piscicoltura.

I commenti non hanno lasciato nulla all’immaginazione ma sono stati schietti e hanno descritto una situazione molto meno florida di quanto non appaia sul sito.

Per quanto riguarda il numero dei pescherecci attivi, avevamo specificato che nonostante la flotta presenti sempre lo stesso numero di battelli sono tanti, veramente tanti, coloro che non vedono l’ora che ci sia qualche bando per ottenere incentivi per la loro demolizione e non è detto per provvedere all’acquisto di mezzi più nuovi o più grossi.

Ma forse per tirare i remi in barca e smettere di portare avanti un’attività sempre più dura magari tramandata da generazione a generazione ma ormai vista senza futuro.
Chi è nel settore ci ha accusati di essere ridicoli ma noi non abbiamo fatto altro che leggere qualcosa scritto da una fonte attendibile.
I pescatori ci hanno risposto praticamente all’unisono, la pesca sta morendo, il caro gasolio è una delle cause.

La realtà è molto diversa da quella descritta dal report . La pesca ci dice un addetto ai lavori, sta passando uno dei periodi più brutti degli ultimi decenni. Il prezzo del gasolio sta mettendo in ginocchio tante imprese e il mercato attualmente sta contribuendo a far affondare il settore.
non nega, chi commenta delle difficoltà di gestione della categoria, che, a causa di un egoismo ora inopportuno non riesce ad accordarsi per fare massa e vare parola sui tavoli che contano.

Qualsiasi prodotto viene sbarcato, al mercato viene venduto per poco ma al supermercato il prezzo lo si vede anche decuplicato.

E lamenta, questo pescatore che così facendo si fa credere alla clientela che il pesce nostrano sia la cosa più costosa in commercio ma i pescatori, conclude faranno fatica a Natale a mettere in tavola il panettone.

Ci sono barche che non riescono a tirare avanti a causa dei prezzi al mercato bassi come non mai. Qualche prodotto riesce a tenere il prezzo ma il rischio è che troppa merce resti invenduta. Il prezzo fa voglia ma i frigoriferi sono pieni. Si può solo sperare che la situazione migliori per tutti, pescatori e commercianti.
Sono i primi, i pescatori, a darsi degli stupidi, almeno è quello che dice uno che pratica la pesca con i rapidi, non ci si riesce a mettere d’accordo. Si potrebbe lavorare meno e guadagnare di più, andremmo tutti meglio ma invece preferiamo portare quintali e quintali di pesce venduto a prezzi regalati, svenduto o invenduto.
E il susseguirsi dei commenti in cui la categoria afferma di essere con l'acqua alla gola e che, in definitiva, la cosa non interessa a nessuno. Già c’è chi pensa al dopo Natale, quando la richiesta sarà inferiore a quella attuale, quando sarà più conveniente ligare ben le sime e stare in banchina.




lunedì 14 novembre 2022

UNA STAGIONE DISASTRATA PER I MOLECANTI E I PESCATORI DI LAGUNA

Ascoltando chi esce in mare, o percorre le acque della laguna per lavoro, tutti i settori della pesca stanno soffrendo. 

Anche i molecanti quest’anno si possono dire più che insoddisfatti della situazione.

Non ci sono granchi in laguna, niente granchi , niente moleche.

Non c’è un motivo specifico, gli stessi suppongono una serie di concause, il cambiamento climatico, le alte temperature, ai venti e alle conseguenti correnti.

L’ultima è stata una stagione che hanno definita disastrata per il comparto della pesca lagunare, e pur non avendo a che fare con la pesca di mare, si rendono conto che neppure in quel settore la situazione sia rosea dai prezzi troppo bassi a cui va venduto il pesce tra i box del mercato ittico, un prezzo basso che “non permette di andare da nessuna parte”.

Un prezzo troppo basso solo per il pescatore che lo cattura perchè poi, arrivando tra i banchi al minuto, percorrendo la filiera, il prezzo sale abbondantemente per il cliente finale.
L’ultimo predatore, il granchio blu, nonostante la sua voracità non è l’unico artefice della mancanza di granchi in laguna.
Il problema maggiore sono gli ctenofori, le noci di mare, l’acqua grossa, come è conosciuta agli addetti del mestiere.

Da qualche anno hanno invaso la laguna, si nutrono di plancton, entrano nelle reti e bloccano l’attività di pesca.
Chi pesca in laguna rischia di doversi fermare anche per un paio di mesi, infatti questa specie comincia ad apparire non appena l’acqua si fa più calda allontanandosi in mare non appena di raffredda.
Sono vari i motivi di questa crisi nel settore, accumulati e ogni anno sembra se ne aggiungano di nuovi. Inutile chiedersi come mai il settore non sia appetibile per le nuove generazioni.




sabato 12 novembre 2022

PESCA SPORTIVA IN ALTO ADRIATICO UN VIAGGIO DA CHIOGGIA ALLA ROMAGNA

“Forme d’acqua, da Chioggia a Forlì”. Sulla piattaforma Sky, il nuovo video promosso dalla Federazione Italiana Operatori della Pesca Sportiva e dalla Federazione Italiana Pesca Sportiva e Attività Subacquee.

Si tratta del terzo servizio del genere diffuso dalla piattaforma informatica nel 2022. Tutto questo, senza clamori e pubblicità. Protagonista, la pesca allo sgombro, tipica del Golfo di Venezia che, anno dopo anno, sta appassionando una crescente numero di praticanti.

Premesso che Chioggia vanta origini che si perdono nel mito, assieme a Padova ed Aquileia, il conduttore descrive la città in toni lusinghieri. Il video illustra quindi le attività di pesca svolte a bordo del catamarano Comfort del capitano Dario Baraldi. Riprese davvero appassionanti, non solo per gli esperti.




giovedì 13 ottobre 2022

LA CAPITANERIA OBBLIGA IL PESCHERECCIO AL COLLAUDO PER DISPOSIZIONI DI LEGGE E NON PER I VIDEO DI...

Chi segue Chioggiaazzurra forse avrà notato un video girato in occasione di un intervento della guardia costiera in canal Lombardo interno durante il quale un signore era intervenuto con un: “attento a quello che fai” con fare minaccioso nei confronti del sottoscritto.

Ho avuto modo di incontrare nuovamente la persona e in considerazione dei tanti anni di conoscenza reciproca ma anche per una certa stima che non nascondo di avere nei suoi confronti ho voluto fermarlo e chiedere i motivi di tanta aggressività.
Dopo vari “depistamenti” , chiamiamoli così, l’armatore (ha un peschereccio) ha rilevato che la causa dei “crucci” nei miei confronti: “Sei stato tu a chiamare i vigili del fuoco quando il mio peschereccio stava imbarcando acqua e per colpa tua sono stato costretto a sottoporre la barca a visita di controllo, spendendo tanti soldi”.
Allora, premesso che non ho avvisato nessuno, ho solo effettuato una ripresa nel momento in cui c’erano i vigili del fuoco, se avessi avvisato io i pompieri non avrei la minima preoccupazione ad ammetterlo.

L’obbligo di sottoporre il peschereccio a controllo tecnico scatta di "default" ogni volta che c’è l’intervento dei vigili del fuoco o della capitaneria su di un peschereccio per COMUNICAZIONE DIRETTA tra le istituzioni, e non certo per i video pubblicati su Chioggiaazzurra.
Aggiungo che quando si nota un’imbarcazione e soprattutto un peschereccio che apparentemente sta affondando è un DOVERE CIVICO dare l’allarme. Detto ciò esprimo tutta la mia solidarietà per tutte le problematiche che l’amico pescatore ha avuto ma non ne sono minimamente responsabile.




mercoledì 7 settembre 2022

VENERDI' LA PRESENTAZIONE DELLA BIODESIGN FOUNDATION E DEL SUO DIRETTORE EMANUELE MAZZARO

Venerdì 09 settembre ore 11 presso Palazzo Grassi A Chioggia, verrà presentata la BioDesign Foundation, organizzazione non profit di nazionalità Svizzera, del quale Emanuele Mazzaro, ex direttore del Mercato Ittico all’Ingrosso di Chioggia è stato designato Direttore per l’Italia ed il Mediteranno.

Durante l’evento del 9 settembre verranno illustrati i primi risultati ottenuti dalla Fondazione che nel corso del 2022 ha già recuperato oltre 100.000 kg di reti da pesca esauste evitando che le stesse inquinassero i mari.

Verranno altresì presentati futuri progetti per la tutela dei mari e della flora e della fauna marina realizzati in collaborazione con l'università di Padova.





martedì 23 agosto 2022

100 TONNELLATE DI RIFIUTI STRAPPATE AL MARE DAI PESCATORI CHIOGGIOTTI

A Chioggia, davanti al Mercato Ittico all’Ingrosso si trovano ormai da circa un anno un paio di scarrabili, due grandi contenitori di metallo all’interno dei quali i pescatori conferiscono il rifiuto marino che raccolgono in mare aperto e che l’azienda incaricata recupera.

Sono stati due i pescatori che hanno dato il via a questa iniziativa, Elio Dall’Acqua e Roberto Penzo, due veterani della pesca impegnati per il bene della categoria e per il bene dell’ambiente.
La ditta addetta si fa carico del prelievo del materiale con un costo a carico della comunità pari a zero, in quanto nessun importo per questo lavoro viene richiesto all’amministrazione comunale.
Non tutti i pescatori partecipano a questa iniziativa di pulizia ma nel tempo sono stati moltissimi quelli che si sono aggiunti ai primi pionieri riuscendo a raccogliere nell’anno e a togliere dal mare 100 tonnellate di marine litter.
Un quantitativo importante di rifiuto che viene tolto dal mare e che rappresenta ancora una goccia rispetto a quello che il mare sta custodendo.
La raccolta dei rifiuti marini è un tema molto discusso in quanto il marine litter è ritenuto un rifiuto speciale, da smaltire in modo ben diverso dal rifiuto domestico e con costi ben diversi a carico di chi provvedeva a raccogliere e riportare in terraferma.

Con il decreto di legge Salvamare il rifiuto marino viene portato al pari del rifiuto domestico, e diventa più facile per i pescatori liberarsi di ciò che viene recuperato in mare senza ricorrere a sanzioni.

Intanto la categoria si sta preparando al rientro dopo il fermo pesca, sapendo già che gli aumenti del gasolio saranno un ostacolo per l’attività e sapendo che tutte le lotte fatte, le istanze presentate, i contatti presi durante il passato governo, ora sono tabula rasa e bisognerà illustrare a nuovi politici la situazione difficile del settore riprendendo ogni argomento e illustrandone le criticità.

Questo mentre imprese che lavorano nella pesca stanno affondando nella crisi che da inizio anno sta tartassando la categoria.




sabato 23 luglio 2022

PROLIFERARE DI ALGHE, ALTRO PROBLEMA PER UNA PESCA CHE NON HA BISOGNO DI ALTRI PROBLEMI

Non bastano tutte le vicissitudini in ballo quest’anno per la pesca, sembra che ogni giorno si faccia a gara per vedere se c’è qualcos'altro che possa rendere la vita difficile.

Anche la piccola pesca subisce le criticità che partono dal caro gasolio e che arrivano ai problemi ambientali.

Non sono bastate le meduse, la mucillaggine successiva, l’acqua grossa, adesso, col caldo cominciano a proliferare le alghe in una situazione che di roseo non ha nulla.

Basti pensare al cambiamento della salinità dell’acqua anche in laguna a causa anche delle inconsistenti e non pervenute piogge o al proliferare di gasteropodi che si sfamano dei molluschi allevati, o all’aumento degli esemplari dei granchi blu.

Ora si mettono le alghe a creare problemi a un settore che ne avrebbe già più che a sufficienza.