mercoledì 30 dicembre 2020

MOSE: BARRIERE SU O BARRIERE GIÙ, ALLA BOCCA DI PORTO DI CHIOGGIA? A FARE LE SPESE DELL'INCERTEZZA ANCHE OGGI SONO STATI I PESCATORI

Questa notte e stamattina le paratoie del Mose sono rimaste ancora sollevate alla bocca di porto del Lido e a quella di Malamocco, in ragione del rischio di acqua alta che avrebbe potuto invadere la laguna e la città di Venezia. Ieri la comunicazione del Consorzio Venezia Nuova alla Capitaneria di Porto del capoluogo, che avvertiva del solo possibile rialzo delle barriere del Lido: il messaggio però prevedeva lo standby delle squadre al lavoro, pronte nel caso ad attivare il Mose anche a Malamocco (com'è in effetti avvenuto) e a Chioggia.

Nell'ultimo caso, invece, le paratoie sono rimaste abbassate, dal momento che il rischio per la laguna sud era affievolito: solo che un probabile difetto di comunicazione tra gli enti, connaturato all'incertezza o meno del sollevamento, ha fatto sì che gli uomini della Guardia Costiera abbiamo pattugliato il canale che divide la diga di Sottomarina da quella di Ca' Roman, fermando i pescherecci che stavano per uscire in mare e non consentendo di rientrare (prima delle ore 14) a chi era andato a pescare già la scorsa notte.
Elio dall'Acqua, armatore ed esponente di Federpesca, è arrabbiato davanti le telecamere di Chioggia Azzurra: «Non è possibile rimanere in balia di questa incertezza, visto che chi deve dare notizie certe non le fornisce per tempo. Ennesimo giorno di lavoro andato perduto per qualcuno, e sono i giorni decisivi dell'anno. La marineria potrebbe a questo punto anche adire le vie legali». Intanto il centro maree di Venezia prevede possibili rialzi mareali di qui fino al 4 gennaio, con eventuale nuovo sollevamento del Mose.

BENEFIT GOVERNATIVI AL SETTORE PESCA, ESULTA ANCHE IL PD: «MISURE CHE SEGUONO I 20 MILIONI DEL DECRETO CURA ITALIA. ORA AMMORTIZZATORI STABILI»

Anche i consiglieri regionali Jonatan Montanariello e Francesca Zottis plaudono alla decisione governativa di stanziare, nella legge di bilancio, 31 milioni e 100mila euro a vantaggio di chi ha subìto riduzioni o sospensioni delle attività di pesca in seguito all'emergenza sanitaria tutt'ora in corso, oltre a 19 milioni per indennità legate al fermo biologico obbligatorio (12 milioni) e facoltativo (7).
«È un risultato che rivendichiamo come Partito Democratico - spiegano i due esponenti politici - poiché da amministratori locali e consiglieri regionali abbiamo sempre sollecitato l’esecutivo, direttamente o tramite i parlamentari, a tenere accesi i riflettori attorno ai problemi della pesca. Problemi che la pandemia ha gravemente accentuato». La legge di bilancio è in approvazione in queste ore al Senato.
Non sono misure risolutive per le difficoltà che sta affrontando il comparto - concludono Montanariello e Zottis - ma testimoniano la costante attenzione del governo: a questi fondi vanno aggiunti, per esempio, i 20 milioni del decreto Cura Italia per la sospensione dell’attività di pesca e di acquacoltura. Per quanto ci riguarda continueremo a fare da pungolo, con l’obiettivo di arrivare a un provvedimento che assicuri ammortizzatori sociali certi per i lavoratori del comparto ittico».

martedì 29 dicembre 2020

SOSTEGNO AL REDDITO DEI PESCATORI IMPOVERITI DAGLI EFFETTI DEL COVID, LA LEGGE DI BILANCIO STANZIA 31 MILIONI. LA SODDISFAZIONE DEL MOVIMENTO 5 STELLE

Un emendamento alla legge di bilancio ha riconosciuto un trattamento di sostegno al reddito per i lavoratori della pesca che hanno subito una sospensione o riduzione dell'attività lavorativa, o una riduzione del reddito, a causa dell'emergenza epidemiologica da Covid-19. Il provvedimento è stato sostenuto da tutte le forze politiche, e stanzia 31 milioni e 100mila euro per il 2021, oltre a ulteriori 19 milioni per le indennità di fermo pesca.
Il Movimento 5 Stelle, con il ministro Federico d'Incà, commenta: «Il governo c'è, ancora una volta al fianco dei pescatori con la legge di bilancio che verrà approvata mercoledì 30 al Senato. Crediamo che oggi sia stato raggiunto un importante risultato per i lavoratori della pesca, è un dossier che abbiamo seguito fin dall'inizio. Per 2021 l'obiettivo è di completare anche l'iter alla Camera del disegno di legge relativo alla pesca marittima per dare ulteriori risposte al settore. L'impegno è arrivare a un ammortizzatore sociale più stabile per questi lavoratori».
«Il trattamento di sostegno, da richiedersi all'INPS - continua il presidente della commissione Agricoltura e Pesca della Camera, Filippo Gallinella - potrà avere una durata massima di 90 giorni, nel periodo compreso tra il 1° gennaio e il 30 giugno 2021. Potranno fare richiesta tutti i lavoratori della pesca marittima, delle acque interne e lagunari, ivi compresi i soci lavoratori di cooperative della piccola pesca, gli armatori e i proprietari armatori, imbarcati sulla nave dai medesimi gestita, e i pescatori autonomi non titolari di pensione e non iscritti ad altre forme previdenziali obbligatorie (ad esclusione della gestione separata), che abbiano ridotto o sospeso l'attività per via del virus».
Conclude la consigliera regionale Erika Baldin: «In aggiunta a questa misura, l'art. 49 del ddl Bilancio finanzia 12 milioni di euro per l'indennità per fermo pesca obbligatorio e 7 milioni per quello non obbligatorio: queste cifre, sommate al sostegno al reddito per cause covid, valgono in totale 50,1 milioni di euro per l'anno 2021. Ci sono poi altri 150 milioni di euro stanziati con l'art. 21 della legge di Bilancio, già approvato alla Camera, che serviranno a finanziare nell'anno 2021 il Fondo per lo sviluppo e il sostegno delle filiere agricole, della pesca e dell’acquacoltura», concludono i tre portavoce del Movimento 5 Stelle.

MALTEMPO DELL'AUTUNNO 2019, IL GOVERNO INDENNIZZA IL CONSORZIO GESTIONE VONGOLE CON 600MILA EURO

Dal governo arrivano 600mila euro al Consorzio Gestione Vongole di Venezia e Chioggia, a compensazione dei danni che il settore ha subìto durante il maltempo del novembre e dicembre 2019. I mandati di pagamento al CoGeVo sono stati disposti il 22 dicembre scorso, e andranno a beneficio di cento imprese del settore.
Inoltre, 200mila euro sono stati messi a disposizione delle 34 imprese di acquacoltura ubicate nella laguna di Caleri a Rosolina Mare, per indennizzarle rispetto alla moria di bivalvi accaduta nei primi mesi dell'anno che va a chiudere. Quale sostegno alla crisi post Covid, infine, un milione sarà devoluto a 412 aziende di pesca professionale che operano nelle acque interne: tutti questi fondi sono stati sollecitati dalla Regione Veneto e sono già in fase di erogazione.

lunedì 28 dicembre 2020

MOSE IN FUNZIONE, MA I PESCHERECCI NON ESCONO IN MARE: «CONCA DI NAVIGAZIONE PRONTA IN DUE ANNI, E NEL FRATTEMPO?»

Come logico attendersi, attorno alle 6 di stamane sono state sollevate le 78 paratoie mobili del Mose alle bocche di porto di Chioggia, Malamocco e Lido di Venezia. Il picco di marea alla diga di Sottomarina è stato raggiunto alle ore 10.30 con 131 centimetri sul livello medio del mare, mentre il centro storico (alla rilevazione di Vigo) è stato tenuto indenne dall'arrivo dell'acqua alta, fermandosi a 77 cm attorno alle 8.30.
Anche a Venezia Lido gli effetti del rinforzo dei venti hanno portato la marea a 137 cm alle 10.30, mentre nel capoluogo l'acqua si è fermata al massimo di 75 cm alle 13.30, nella rilevazione della Salute. La navigazione è tornata libera dopo le 12.30 di oggi, ma anche domani e mercoledì mattina c'è tuttavia il teorico rischio di nuovi picchi mareali e quindi di acqua alta nelle città, se non venisse di nuovo sollevato il Mose.

Come accaduto già ad ottobre e a inizio dicembre, gli armatori di Federpesca sono comunque contrariati dal fatto che i pescherecci di Chioggia non possano uscire in mare e rientrarvi, dal momento che ancora non sono iniziati i lavori alla conca di navigazione: «Ieri pomeriggio - racconta Elio dall'Acqua alle telecamere di Chioggia Azzurra - le barche avrebbero potuto uscire, ma sapendo che sarebbe stato alzato il Mose esse avrebbero dovuto rientrare prima delle 5 di stanotte.
Il periodo clou per la pesca è in questi giorni, non andare in mare ci penalizza troppo: abbiamo già perduto almeno quattro giornate di lavoro. Senza contare che comunque dobbiamo garantire il minimo salariale ai dipendenti. La questione è annosa, ma non vedo un'azione incisiva delle istituzioni». Fa eco il collega Denis Padoan, pure rammaricato: «Meno male che il Mose c'è, visto che quando c'è l'acqua alta va a fondo anche il mio magazzino.

Ma i natanti al largo devono poter rientrare: eppure non possono farlo manco se hanno un incidente a bordo o se rischiano l'affondamento. Così pure le barche a vela e i motoscafi. Ci vorranno due anni per avere la conca di apertura e chiusura, e nel frattempo cosa facciamo?». Una risposta prova a darla l'ingegner Giovanni Cecconi, che è stato direttore del prototipo nella control room del Mose: «Cinque anni fa si era iniziato a costruire terrapieni e fondazioni, là dove prima c'era lo scanno.
Eppure in Italia non sappiamo gestire velocemente il completamento delle grandi opere, una volta avvenuta la gara e assegnato l'appalto, dal momento che chiunque può fare ricorso. Sei anni fa l'incarico era stato affidato, ma le aziende coinvolte -che non rientrano nel Consorzio Venezia Nuova- si sono fermate. Sicuramente ci sono intoppi burocratici, garantisco di informarmi e rispondere».

martedì 22 dicembre 2020

EMOZIONI AL MERCATO ITTICO DI CHIOGGIA PER IL COLLEGAMENTO CON IL CAPITANO DI UNO DEI DUE PESCHERECCI DI MAZARA, DA POCO LIBERATI

La liberazione dei 18 pescatori di Mazara del Vallo, che erano stati incarcerati il 1° settembre dalle milizie del generale libico Haftar, è stata accolta con grande gioia questa mattina dalla direzione del mercato ittico all'ingrosso di Chioggia.

Il direttore Emanuele Mazzaro, i pescatori e gli operatori mercantili hanno potuto conversare al videotelefono con il capitano Michele Trinca, comandante del peschereccio Antartide. Il capitano e sua figlia Ilaria hanno ringraziato la solidarietà espressa dalla marineria e dalle istituzioni di Chioggia.

USAVANO UNA BARCA SENZA EQUIPAGGIO COME DEPOSITO PER I BIVALVI PESCATI ILLECITAMENTE, MA LA GUARDIA DI FINANZA LI SCOPRE: 2000 EURO DI MULTA

Nella notte tra sabato e domenica scorsa, alcune unità navali della Guardia di Finanza di Chioggia hanno attuato un servizio mirato alla repressione della raccolta illegale di bivalvi nella laguna di Venezia. I militari sono riusciti a evidenziare come il frutto delle battute di pesca effettuate da barchini dotati di potenti motori fuoribordo venisse concentrato in un peschereccio privo di equipaggio, che stazionava in prossimità delle acque chioggiotte, in una zona a basso fondale.
La tecnica adottata permetteva il rientro a Chioggia delle imbarcazioni prive di pescato a bordo, e di conseguenza non sanzionabili. L'attività dei finanzieri ha permesso di documentare il trasbordo, e ha portato al sequestro di 2100 kg di vongole (rigettate in acqua, in quanto ancora vive). L'armatore del peschereccio, in quanto tale responsabile in solido dell'attività illecita, si è visto erogare una sanzione amministrativa pari a 2000 euro.

venerdì 18 dicembre 2020

IL CELEBRE CUOCO MASSIMO BOTTURA (OSTERIA FRANCESCANA DI MODENA) UTILIZZA IN UNA RICETTA I ROMBI ADRIATICI DEL MERCATO DI CHIOGGIA

Che il pesce di Chioggia sia sempre più apprezzato nelle cucine dei ristoranti stellati non è di certo una novità degli ultimi giorni. Ma che a cantarne le lodi sia lo chef Massimo Bottura –il più celebre tra i cuochi italiani su scala globale– è una notizia che premia il prodotto dell’Adriatico.

Il cuoco modenese dell'Osteria Francescana (tre stelle Michelin e primo ristorante al mondo nella classifica The World’s 50 Best Restaurants 2016 e 2018) ha infatti utilizzato alcuni rombi freschissimi del mercato ittico di Chioggia durante la masterclass di Identità Golose 2020 nella sua ricetta "Yellow Submarine" ispirata all’intramontabile brano dei Beatles.
Emanuele Mazzaro, direttore del mercato ittico, ringrazia: «Le parole di Bottura sono un riconoscimento eccezionale per il prodotto locale e per la pesca in Adriatico. Che il pesce trattato al mercato di Chioggia sia di altissima qualità non era un mistero, ma che il più grande chef al mondo lo abbia riconosciuto e l’abbia utilizzato in un evento prestigioso è una notizia che ci riempie di gioia e soddisfazione».
L’ispiratore di Bottura è stato Federico Menetto, figura eclettica del fine dining, originario di Chioggia e protagonista di molti progetti di successo nel settore gastronomico in giro per il mondo: «In laguna abbiamo prodotti incredibili, perle riconosciute dalla critica e ambite dai palati più raffinati». Nell'utilizzare i rombi del mare Adriatico, Massimo Bottura si è cimentato con patate, ananas, daikon, fiori edibili e salsa aïoli.

mercoledì 16 dicembre 2020

UN PIGNORAMENTO FERMA IL RECUPERO DEL PESCHERECCIO “ADELINDA” DAL CANALE: IL RELITTO VERRÀ RIMOSSO SOLO NEL 2021

Il recupero del peschereccio Adelinda, naufragato nel canale San Domenico lo scorso 7 settembre mentre si trovava in disarmo, non avverrà nel 2020. Anche a Natale e a Capodanno, quindi, uno dei "biglietti da visita" per chi arriva in centro storico attraversando il ponte, nei pressi del mercato ittico, sarà proprio il relitto dello scafo, nell'area circoscritta dai galleggianti: non proprio una bella notizia insomma, che nasconde problemi di natura creditizia.

Se è vero che lo scorso 3 dicembre il ripescaggio avrebbe dovuto essere compiuto dall'impresa Boscolo Bielo, ed era stato rinviato alla settimana successiva per via del forte rischio di acqua alta, la ragione attuale per cui le operazioni devono attendere ancora la spiega il direttore del mercato, Emanuele Mazzaro: «Sussiste un pignoramento in atto, per un credito di modesto valore a carico dell'armatore.

Sto comunque cercando di capire se sia possibile soprassedere, da parte dell'INPS o dell'INAIL, in modo da trasferire il natante altrove. Penso a un'azione rivolta all'autorità giudiziaria, in qualità di direttore del mercato, dopo le feste natalizie: oltre allo scandalo per la vista, il rottame è pericoloso per la navigazione e le attività di attracco alla banchina del mercato. Si tratta di un bene privo di valore, ed è incomprensibile lo scacco di un pignoramento».

martedì 15 dicembre 2020

LA MARINERIA PROTESTA CONTRO L’UNIONE EUROPEA PER LA RICHIESTA DI RIDURRE LO SFORZO DI PESCA: OGGI RISUONERANNO LE SIRENE DELLE BARCHE

Da Bruxelles trapelano in questi giorni insistenti voci di una ulteriore riduzione dello sforzo di pesca richiesto alle marinerie mediterranee e adriatiche, e l'attesa è tutta per la seduta odierna del Consiglio dei Ministri europei della pesca. Anche l'ambiente ittico di Chioggia sta reagendo alla questione, e oggi dalle ore 16.30 le sirene dei pescherecci ormeggiati nei canali torneranno a risuonare per un minuto, in segno di adesione alla protesta lanciata dall'Alleanza delle Cooperative Italiane. Le previsioni parlano di una nuova riduzione del 15%, seguente a quella che qualche mese fa aveva comportato il taglio del 10% allo sforzo di pesca: questa misura andrebbe a incidere in modo pesante nell'economia di un settore fiaccato dall'emergenza sanitaria e dalla contrazione di vendite e consumi.
Le speranze sono riposte nella ministra Bellanova, cui si rivolge anche l'eurodeputata Rosanna Conte: «È possibile - dice l'esponente della Lega - porre il veto, consapevoli del fatto che tale provvedimento colpirebbe ancor di più la pesca a strascico, con meno di 170 giornate di pesca l'anno, e costi superiori ai ricavi. Ma anche il governo nazionale, nell'ambito del Recovery Fund, non ha un piano per la filiera ittica». In questa battaglia, i politici italiani dovrebbero trovare supporto in quelli francesi e spagnoli, nazioni che sarebbero analogamente colpite.
Fa eco la consigliera regionale Erika Baldin: «Ridurre le giornate di pesca in mare, in questo momento storico, è pazzesco. Sto interessando il governo e i parlamentari europei del Movimento 5 Stelle per far sì che venga scongiurata qualsiasi iniziativa del genere. Mi faccio portavoce delle sacrosante richieste dei pescatori, che chiedono soltanto di poter lavorare. Occorre anche rafforzare gli stanziamenti nella legge di bilancio italiana per il 2021, e con il Recovery Fund è possibile convertire in senso ambientale e sostenibile l'intera flotta peschereccia italiana, che è in molti casi obsoleta e con motori inquinanti».

lunedì 14 dicembre 2020

IL PESCHERECCIO GIUBILEO CERCA UN MARITTIMO, GLI INTERESSATI POSSONO PRESENTARSI ENTRO SABATO MEZZOGIORNO ALLA CAPITANERIA DI CHIOGGIA

La Capitaneria di Porto di Chioggia ha pubblicato oggi, su richiesta dell'armatore, l'annuncio di ricerca di un marittimo per l'imbarco in qualità di marinaio nel peschereccio Giubileo, afferente alla marineria di Chioggia con il numero CI 3668 di iscrizione. Coloro che fossero interessati possono prendere contatti con l'ufficio Armamento e Spedizioni della Capitaneria di Chioggia, entro le ore 12 di sabato 19 dicembre, muniti di libretto di 1^ categoria o foglio di ricognizione di 3^ categoria, rilasciato dalla Gente di Mare, nonché del tesserino di iscrizione al registro dei pescatori e di certificato di visita preventiva d'imbarco e visita medica biennale (solo per pescatori iscritti alla 1^ categoria).

venerdì 11 dicembre 2020

PESCATORI BLOCCATI DAL SOLLEVAMENTO DEL MOSE: ISTITUZIONI, POLITICA E SINDACATI UNANIMI, «URGONO CONCA DI NAVIGAZIONE E AMMORTIZZATORI SOCIALI»

Istituzioni, politica e sindacati in soccorso della marineria di Chioggia, che negli ultimi giorni ha vissuto notevoli difficoltà nel raggiungere i luoghi di pesca nel mare a causa del sollevamento delle paratoie del Mose, necessario per non far allagare ancora una volta le città della laguna. Il sindaco Alessandro Ferro ha inviato una lettera indirizzata al Ministro per lo Sviluppo Economico, Stefano Patuanelli (e, per conoscenza, ai Ministri De Micheli per Infrastrutture e Trasporti, Bellanova delle Politiche Agricole e Alimentari, e d'Incà ai Rapporti con il Parlamento) in cui chiede il completamento della conca di navigazione alla bocca di porto, e un indennizzo a favore di chi ha perso giornate di lavoro.

Il sollevamento può durare diverse ore, se non come in questo periodo anche per più giorni, fatti salvi abbassamenti per un brevissimo asse temporale, finalizzato soprattutto all'uscita delle navi commerciali dal porto: «Così - spiega il sindaco - c'è il rischio di non poter rientrare in laguna nel caso i pescherecci fossero già in mare. Un duro colpo durante la crisi nata dall'emergenza sanitaria, con ripercussioni a livello umano e sociale».
L'assessore alla Pesca Daniele Stecco aggiunge: «Senza ristori veloci per le perdite subite, si rischia di mettere in ginocchio il settore, prima marineria d'Italia. Le conseguenze dei ritardi nei lavori alla conca non devono ricadere sulle spalle dei pescatori». I lavori vanno accelerati, commenta la consigliera regionale del Movimento 5 Stelle Erika Baldin: «Quest'opera rappresenta l'unica possibilità che garantirebbe il passaggio dei pescherecci anche quando le paratoie del Mose sono alzate.
Il M5S ha sempre sostenuto che è illusorio pensare di risolvere i problemi causati dall'acqua alta con una grande opera come il Mose, in epoca di cambiamento climatico e innalzamento del livello dei mari. Ma visto che c'è, almeno funzioni correttamente senza entrare in conflitto con le attività economiche».
Anche il direttore del mercato ittico all'ingrosso, Emanuele Mazzaro, si unisce al coro: «Se all'inizio il Mose rappresentava una speranza, ora iniziano le criticità, la cui gestione "stressa" il settore della pesca, che vede già contratti i consumi. Trecento imbarcazioni soffrono lo stallo, una situazione di paralisi che dipende da inadempienze altrui. Gli uomini di mare meritano un congruo risarcimento».
I partiti paiono fare fronte comune, dal momento che anche le parole dei consiglieri regionali del PD Jonatan Montanariello e Francesca Zottis vanno nella stessa direzione: «Ci attiveremo immediatamente con il governo per chiedere a quale punto sia la realizzazione della conca di navigazione. Il Mose, pur fondamentale, non può diventare un ‘peso’ per l’economia di Chioggia. Urge una gestione più funzionale e rapida delle chiusure e aperture alle bocca di porto, visto che l’acqua alta eccezionale sta diventando sempre più frequente, ed è impensabile bloccare tutto ogni volta che le barriere vengono alzate».

Infine, sul fronte sindacale, Pierpaolo Piva della FAI CISL continua a chiedere in sede nazionale l'adozione di un ammortizzatore sociale strutturato: «Da anni stiamo cercando di portarlo a casa - ricorda PIVA - così come esiste la CISOA per l'agricoltura. A chi rientra dal mare è necessaria la conca in sicurezza, chi non può uscire per fenomeni atmosferici inderogabili, senza che sia una volontà dell'armatore, ha diritto a tali misure di protezione».

sabato 5 dicembre 2020

BORSA DI STUDIO AI FIGLI DEI PESCATORI, NEL NOME DI SERGIO DE ANTONI: LUCIO TIOZZO LANCIA L'IDEA A FONDAZIONE DELLA PESCA E COOPERATIVE

Una borsa di studio per i figli dei pescatori di Chioggia, nel nome di Sergio de Antoni. L'idea viene da Lucio Tiozzo, già consigliere regionale ed esponente di alto livello nella cooperazione, profondamente colpito come l'intera città dalla recente scomparsa del presidente di Mare Azzurro, vinto a 59 anni dal Covid: «Sergio era un punto di riferimento - spiega Tiozzo - e un esempio che dev'essere imitato.
Ha aiutato a crescere il comparto della pesca dal punto di vista della conoscenza tecnica e legislativa: spesso anche la politica se n'è servita allo scopo di avere accorgimenti da avanzare in sede legislativa, come è stato per gli incentivi economici al settore. Era un uomo molto puntuale nello studiare le leggi, per questo la sua figura può essere di stimolo, affinché i figli dei pescatori non rimangano emarginati dal punto di vista culturale.
Ma anzi siano documentati e moderni, informati e coscienti della biologia e delle leggi, che servono oggi a mantenere vivo questo mestiere meraviglioso». Da figlio di pescatore, Lucio Tiozzo chiede alla Fondazione della Pesca e alle federazioni sovralocali delle cooperative di stanziare ogni anno una quota di fondi a disposizione di questo progetto.

mercoledì 2 dicembre 2020

VONGOLE A 22 MILLIMETRI, VINTA LA BATTAGLIA IN SEDE EUROPEA: VIA LIBERA ALLA DEROGA SULLA TAGLIA MINIMA FINO AL 2022. SODDISFATTA ROSANNA CONTE (LEGA)

I pescatori di vongole nel mare Adriatico possono tirare un sospiro di sollievo. In seguito alla mancanza di obiezioni in commissione Pesca, infatti, il Parlamento europeo ha di fatto dato il via libera all'atto delegato che concede alle marinerie italiane di pescare questi bivalvi anche di 22 millimetri, al di sotto quindi della taglia minima europea: ne dà notizia l'eurodeputata Rosanna Conte.
La deroga varrà questa volta due anni, ossia fino al 31 dicembre 2022. «Si tratta di una vittoria prima di tutto per i pescatori - afferma Conte - i cui sforzi per uno sfruttamento sostenibile dello stock di vongole hanno trovato una giusta ricompensa. Ma è anche una vittoria della Lega e di tutti gli eurodeputati che hanno fatto squadra per difendere un'istanza sacrosanta dall'ostruzionismo in Parlamento, in particolare dai deputati vicini alle lobby spagnole.
Come nel 2019, anche questa volta siamo riusciti a respingere tali tentativi di concorrenza sleale. Un successo tanto più importante, vista la grave crisi che stiamo vivendo. L'impegno paga: il dialogo coi colleghi ha portato i suoi frutti, evitando inutili e dannose lungaggini. Adesso bisogna lavorare - conclude Rosanna Conte - per rendere questa deroga permanente. Gli studi hanno confermato che ridurre la taglia minima delle vongole nelle acque adriatiche non impedisce una gestione sostenibile della risorsa. È necessario agire per fare in modo che le evidenze scientifiche si traducano in atti legislativi».

sabato 28 novembre 2020

FERMO BIOLOGICO 2021, CI SARÀ PIÙ FLESSIBILITÀ PER GLI ARMATORI. SINDACATI PREOCCUPATI DALLA CONTINUA RIDUZIONE DELLO SFORZO DI PESCA

Si è riunito mercoledì scorso al Ministero delle Politiche Agricole il tavolo di consultazione permanente per la pesca e l'acquacoltura. Nella circostanza, è maturato come il numero delle giornate di fermo biologico 2021 non dovrebbe variare più di tanto rispetto all'anno in corso. L'orientamento ministeriale, però, è volto ad assegnare un plafond massimo di giornate di pesca, distinguendo per tipo di imbarcazione e per aree geografiche (GSA), lasciando a ogni armatore la facoltà di scegliere quando effettuare quelle di fermo aggiuntivo, con la massima flessibilità.
Rimangono tuttavia fermi sia il periodo di arresto temporaneo obbligatorio continuativo, sia le limitazioni già previste nei piani di gestione. «Ciò che preoccupa i sindacati - spiega Pierpaolo Piva della FAI CISL - è la riduzione drastica e continua dello sforzo di pesca: quando si ridimensiona un'azienda occorrono ammortizzatori sociali strutturati e altre forme di welfare, cosa che invece a tutt'oggi manca nel settore pesca. Auspico che venga trovata presto una soluzione, pena il collasso del sistema in Italia».

lunedì 16 novembre 2020

NUOVO CONTRATTO DI LAVORO PER GLI IMBARCATI NEI NATANTI DELLE COOPERATIVE DI PESCA, FAI CISL: «RICHIESTE SINDACALI NON IMPOSSIBILI DA ACCOGLIERE»

Ha avuto luogo stamane il primo incontro tra i sindacati e le associazioni datoriali di categoria per imbastire la piattaforma di rinnovo del contratto nazionale di lavoro degli imbarcati nei natanti delle cooperative di pesca. Una forma contrattuale nata nel 2010 e destinata ad armonizzarsi a quella relativa alla pesca industriale: è infatti previsto, ad esempio, il minimo monetario garantito, che consente al lavoratore di poter accedere ad ammortizzatori sociali quali la NASPI».

Le richieste sindacali, commenta Pierpaolo Piva della FAI CISL, non sono ritenute impossibili: «Dalla licenza matrimoniale al fondo per la previdenza complementare, il rinnovo è auspicato il prima possibile perché fa bene anche agli armatori».

venerdì 13 novembre 2020

IL MERCATO ITTICO DIGITALIZZA LA SALA ASTE E SI LANCIA NEL FUTURO: MAZZARO, «DIVENTERÀ LA "BORSA VALORI" DEL MARE ADRIATICO»

Appena compiuti sessant'anni di attività, il mercato ittico all'ingrosso di Chioggia si lancia verso il futuro. Il Comune infatti, in collaborazione con la società partecipata SST e l'Università Ca' Foscari di Venezia, ha messo a punto un progetto per l'informatizzazione del processo di vendita, del valore di 85mila euro, e al proposito ha chiesto di partecipare al bando regionale finanziato dai fondi europei del FEAMP.

Si tratterebbe, spiega il direttore Emanuele Mazzaro, di una modalità complementare e non sostitutiva di quella tradizionale all'orecchio, peraltro ora frenata dalle restrizioni sanitarie: «Un'asta completamente digitale, con il nastro centrale e il prodotto che attraversa il mercato - dice Mazzaro in collegamento con Chioggia Azzurra - non è compatibile con il mercato di Chioggia, che si regge sopra l'attività di circa 15 commissionari, mentre può avere luogo già altrove».
Tuttavia, la digitalizzazione della sala asta consente di spostarsi in avanti, mantenendo l'asta a orecchio in alcuni casi e negli altri consentire la contrattazione via telefono e online, anche da remoto: «L'intento - continua il direttore del mercato - è trasformare la sala aste in una sorta di Borsa del mare Adriatico, dove i prezzi scorrono contestualmente alle vendite, e tutto viene trasmesso in tempo reale nel sito e nei network del mercato stesso».
Tutti i commissionari avranno la possibilità di usare nuovi sistemi, nel caso il Comune riesca ad aggiudicarsi il bando: «Servirà un regolamento ad hoc per la novità - prosegue il direttore Mazzaro - e poi un periodo di transizione e di prova, per abituare le persone a utilizzare questi nuovi strumenti. Dopo di che, parte di coloro che entrano al mercato per acquistare il pesce potrà farlo dal proprio ufficio: in questo modo Chioggia si aprirà a mercati nuovi, anche dall'estero. Da definire rimarranno le questioni legate alla logistica e al trasporto».
Nella disgrazia accaduta quest'anno con il Coronavirus, anche un risvolto "positivo" dell'emergenza, che ha accelerato i sistemi da remoto già pronti tuttavia sulla rampa di lancio: «Erano possibili anche prima - conclude Emanuele Mazzaro - ma bisognava comunque arrivarci, e trasmettere un'immagine di apertura al futuro e agli altri Paesi».

sabato 31 ottobre 2020

MERCATO ITTICO, CERIMONIA PER I PRIMI 60 ANNI: IL DIRETTORE MAZZARO, «ANDREMO AVANTI, SE NECESSARIO CONTINGENTANDO GLI ACCESSI»

Una sobria cerimonia, a mezzogiorno di oggi, ha commemorato i 60 anni dall'inaugurazione del mercato ittico all'ingrosso di Chioggia. Nella sala aste si sono radunati, a debita distanza, il direttore Emanuele Mazzaro, il sindaco Alessandro Ferro, l'assessore Daniele Stecco, il presidente del consiglio comunale Endri Bullo, i consiglieri regionali Erika Baldin, Marco Dolfin e Jonatan Montanariello: ospiti speciali l'assessore regionale alla pesca Cristiano Corazzari e l'eurodeputata Rosanna Conte, attiva nel settore a Bruxelles, oltre al vescovo Adriano Tessarollo.

Prima della cerimonia, gli astanti si sono prodotti in un flash mob istantaneo, recando cartelli per chiedere la liberazione dei pescatori di Mazara del Vallo sequestrati in Libia. Nel suo discorso, il direttore Mazzaro è proiettato al futuro, che passa attraverso la resistenza al Covid fino alla sua sconfitta: lunedì un incontro con l'ULSS potrebbe preludere all'eventuale riduzione della disponibilità di posti all'interno, attraverso un contingentamento simile a quello della primavera.

la playlist video:


«Speravamo di fare una festa piena di persone, con gli operatori - ha detto Mazzaro - ma abbiamo deciso comunque di ricordare l'inizio di questa storia. Questo mercato è un simbolo, e deve rimanere aperto per aiutare il lavoro della più grande marineria dell'Adriatico». Il sindaco Ferro ha ribadito il ruolo di "custodi" del mare, di «un mercato di fuoriclasse» che fa della città una delle capitali italiane ed europee del settore. Negli interventi degli altri oratori anche l'ipotesi di un trasferimento dell'attuale struttura in una location più consona al traffico.

venerdì 30 ottobre 2020

IL MERCATO ITTICO COMPIE 60 ANNI: SABATO A MEZZOGIORNO IN SALA ASTE SOBRIA CERIMONIA CON LE AUTORITÀ

Il mercato ittico all’ingrosso di Chioggia celebra i suoi ben 60 anni di attività. Sabato 31 ottobre, dalle ore 12, di fronte all'ingresso della sala aste avrà luogo una cerimonia sobria e senza brindisi, con gli interventi del direttore Emanuele Mazzaro, del sindaco Alessandro Ferro, dell'assessore Daniele Stecco, del presidente del consiglio comunale Endri Bullo, dei consiglieri regionali Erika Baldin, Marco Dolfin e Jonatan Montanariello, dell'europarlamentare Rosanna Conte, del sottosegretario Giuseppe l'Abbate e del vescovo Adriano Tessarollo. Contestualmente verranno ricordati attraverso un flashmob i pescatori sequestrati in Libia.
Il direttore Mazzaro ricorda come «il mercato non ha mai chiuso i battenti, pur vivendo una consistente perdita di traffico e pagando gli effetti pesantissimi dell'emergenza sanitaria che ha colpito l'intero sistema della pesca. Ma abbiamo messo in sicurezza il mercato e le sue risorse, gli operatori e il lavoro, attraverso un piano seguito da tutti con ordine. Sapendo che senza questo servizio il pesce fresco, alimento fondamentale nella dieta nazionale, sarebbe scarseggiato o addirittura scomparso nelle catene della distribuzione. L'iniziativa di domani sarà anche trasmessa in diretta dagli account facebook e instagram del mercato ittico all'ingrosso di Chioggia.

domenica 25 ottobre 2020

PESCA E ACQUACOLTURA, MARCO SPINADIN NUOVO PRESIDENTE DEL GRUPPO DI AZIONE COSTIERA CHIOGGIA DELTA DEL PO

Il consiglio direttivo del Gruppo di Azione Costiera FLAG Chioggia Delta del Po, riunitosi venerdì sera, ha eletto Marco Spinadin alla presidenza in luogo del predecessore, il sindaco di Porto Tolle Roberto Pizzoli. L'esponente di Federcoopesca era stato indicato dal sindaco di Chioggia Alessandro Ferro, dal momento che nella logica dell'alternanza ora la presidenza spetta alla città lagunare. Nel consiglio di amministrazione sono rappresentati il Comune di Porto Viro, la Lega Cooperative, Coldiretti e Banca Adria. Il FLAG distribuisce i fondi destinati al settore pesca e acquacoltura provenienti dall'Unione Europea.

venerdì 23 ottobre 2020

PESCHERECCIO CHIOGGIOTTO URTA UNA BRICOLA SOMMERSA IN LAGUNA E IMBARCA ACQUA: TRATTO IN SALVO DA VIGILI DEL FUOCO E CAPITANERIA

Ieri sera attorno alle ore 19.30 il peschereccio Valentina Z., in forza alla marineria di Chioggia, ha imbarcato acqua in laguna all'altezza di Malamocco, dove inizia il canale San Leonardo, forse a causa dell'urto con una brìcola sommersa. Dopo l'allarme per la falla, sono intervenuti i vigili del fuoco e la guardia costiera, entrambe da Venezia: l'imbarcazione è stata poi rimorchiata anche grazie all'aiuto di un altro peschereccio intervenuto nei pressi, e trasportata fino a un cantiere nautico di Pellestrina.

A 46 GIORNI DAL NAUFRAGIO NEL CANALE SAN DOMENICO IL PESCHERECCIO ADELINDA NON È STATO RECUPERATO: E C'È CHI COGLIE L'OCCASIONE PER UNA FOTO RICORDO

Sono trascorsi ormai 46 giorni dal naufragio del peschereccio Adelinda, affondato il 7 settembre scorso nel canale San Domenico a Chioggia, dopo qualche mese di disarmo. Da allora, il recupero tentato più volte non ha mai avuto luogo, e lo scafo si trova transennato in "bella" vista (si fa per dire) nei pressi del mercato ittico all'ingrosso. Della questione si occupa il consigliere comunale e regionale Marco Dolfin, che ricorda come tra una settimana verranno celebrati i 60 anni dalla costruzione dello stesso mercato: «Il relitto non è certo un bel biglietto da visita - commenta l'esponente della Lega - oltre a costituire un pericolo per l'ambiente in un canale navigato da pescherecci in ormeggio, manovra e scarico».
L'Adelinda è ormai diventata una sorta di "attrazione" per le fotografie di turisti e residenti, come accadde all'isola del Giglio per la nave Costa Concordia: la sua rimozione era stata ostacolata sia dalle proporzioni della falla e dalla difficoltà di intervenire con mezzi normali, ma anche -a quanto pare- dalle condizioni economiche dell'armatore, che aveva lasciato appunto la barca in disarmo. «A questo punto - prosegue Dolfin - le autorità intervengano a prescindere. La competenza è del Provveditorato alle Opere Pubbliche, della cui azione siamo ancora in attesa dopo una presa di posizione forte anche da parte della Capitaneria di Porto, e i solleciti del Comune e di SST».
È l'inerzia a lasciare perplesso il politico chioggiotto, che invoca una soluzione: «Potrebbe essere la Fondazione della Pesca ad anticipare i fondi necessari alla rimozione, rivalendosi in seguito. Certo è che non si può lasciare il natante in quelle condizioni. Come l'ho fatto presente all'assessore regionale Corazzari -il quale non ha la competenza per intervenire- anche il Comune muova i propri contatti a Venezia o nei ministeri, affinché il relitto vada collocato dove non può nuocere».