venerdì 11 dicembre 2020

PESCATORI BLOCCATI DAL SOLLEVAMENTO DEL MOSE: ISTITUZIONI, POLITICA E SINDACATI UNANIMI, «URGONO CONCA DI NAVIGAZIONE E AMMORTIZZATORI SOCIALI»

Istituzioni, politica e sindacati in soccorso della marineria di Chioggia, che negli ultimi giorni ha vissuto notevoli difficoltà nel raggiungere i luoghi di pesca nel mare a causa del sollevamento delle paratoie del Mose, necessario per non far allagare ancora una volta le città della laguna. Il sindaco Alessandro Ferro ha inviato una lettera indirizzata al Ministro per lo Sviluppo Economico, Stefano Patuanelli (e, per conoscenza, ai Ministri De Micheli per Infrastrutture e Trasporti, Bellanova delle Politiche Agricole e Alimentari, e d'Incà ai Rapporti con il Parlamento) in cui chiede il completamento della conca di navigazione alla bocca di porto, e un indennizzo a favore di chi ha perso giornate di lavoro.

Il sollevamento può durare diverse ore, se non come in questo periodo anche per più giorni, fatti salvi abbassamenti per un brevissimo asse temporale, finalizzato soprattutto all'uscita delle navi commerciali dal porto: «Così - spiega il sindaco - c'è il rischio di non poter rientrare in laguna nel caso i pescherecci fossero già in mare. Un duro colpo durante la crisi nata dall'emergenza sanitaria, con ripercussioni a livello umano e sociale».
L'assessore alla Pesca Daniele Stecco aggiunge: «Senza ristori veloci per le perdite subite, si rischia di mettere in ginocchio il settore, prima marineria d'Italia. Le conseguenze dei ritardi nei lavori alla conca non devono ricadere sulle spalle dei pescatori». I lavori vanno accelerati, commenta la consigliera regionale del Movimento 5 Stelle Erika Baldin: «Quest'opera rappresenta l'unica possibilità che garantirebbe il passaggio dei pescherecci anche quando le paratoie del Mose sono alzate.
Il M5S ha sempre sostenuto che è illusorio pensare di risolvere i problemi causati dall'acqua alta con una grande opera come il Mose, in epoca di cambiamento climatico e innalzamento del livello dei mari. Ma visto che c'è, almeno funzioni correttamente senza entrare in conflitto con le attività economiche».
Anche il direttore del mercato ittico all'ingrosso, Emanuele Mazzaro, si unisce al coro: «Se all'inizio il Mose rappresentava una speranza, ora iniziano le criticità, la cui gestione "stressa" il settore della pesca, che vede già contratti i consumi. Trecento imbarcazioni soffrono lo stallo, una situazione di paralisi che dipende da inadempienze altrui. Gli uomini di mare meritano un congruo risarcimento».
I partiti paiono fare fronte comune, dal momento che anche le parole dei consiglieri regionali del PD Jonatan Montanariello e Francesca Zottis vanno nella stessa direzione: «Ci attiveremo immediatamente con il governo per chiedere a quale punto sia la realizzazione della conca di navigazione. Il Mose, pur fondamentale, non può diventare un ‘peso’ per l’economia di Chioggia. Urge una gestione più funzionale e rapida delle chiusure e aperture alle bocca di porto, visto che l’acqua alta eccezionale sta diventando sempre più frequente, ed è impensabile bloccare tutto ogni volta che le barriere vengono alzate».

Infine, sul fronte sindacale, Pierpaolo Piva della FAI CISL continua a chiedere in sede nazionale l'adozione di un ammortizzatore sociale strutturato: «Da anni stiamo cercando di portarlo a casa - ricorda PIVA - così come esiste la CISOA per l'agricoltura. A chi rientra dal mare è necessaria la conca in sicurezza, chi non può uscire per fenomeni atmosferici inderogabili, senza che sia una volontà dell'armatore, ha diritto a tali misure di protezione».

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