mercoledì 30 novembre 2022

INCIDENTE IN MARE PESCHERECCIO INVESTE BARCA DA PESCA

La dinamica non è ancora nota quello che si è saputo di certo al momento è che c’è stata una collisione nella notte tra il peschereccio Orsera e un barchino da pesca.

È stato richiesto l’intervento della guardia costiera ma, sembrerebbe, non tanto per fronteggiare una situazione di emergenza quanto per accertare le responsabilità e le conseguenze di questo incidente.

Il peschereccio Orsera è lo stesso peschereccio che nel giugno 2019 coinvolto nell’incidente che vide la tragica scomparsa del giovane Fabio Perini. Dopo la disgrazia il peschereccio è stato venduto e ha cambiato nome.

Il comandante di allora sarebbe lo stesso al comando dell’Orsera di questa notte.

“Si tratta dell’ennesimo infortunio sul lavoro nel giro di poche settimane nel settore della pesca - interviene Pierpaolo Piva, del sindacato Fai-CISL - il sindacato è fortemente preoccupato per il susseguirsi di questi incidenti che stanno colpendo non solo la marineria di Chioggia ma un po’ tutte le marinerie d’Italia, il nostro auspicio è che questo settore si armonizzi al decreto 81, si confida al più presto che venga istituito un tavolo tra le organizzazioni sindacali e le associazioni di categoria per discutere del lavoro di questo settore e trovare una soluzione a partire dalla formazione e della prevenzione.







martedì 29 novembre 2022

IN MARE IL SABATO E LA DOMENICA NON TUTTI SI DICONO D’ACCORDO A QUANDO I PIANI DI GESTIONE

I ramponanti hanno cominciato da questa settimana a uscire in mare anche il sabato e la domenica vista l’avvicinarsi delle festività natalizie.

Non tutta la categoria sembra essere d’accordo, anzi , anche questo sembra essere un motivo di dissapore tra le varie imbarcazioni.

Le motivazioni per non uscire a detta di alcuni è il fatto che il prodotto è già svalutato, ce n’è troppo, e al mercato ittico si rischia di doverlo vendere a troppo basso prezzo o di vederlo invenduto con una perdita, in entrambi i casi, che non viene colmata ma che va ad accentuare il capitolo spesa.

Troppo alto il divario tra quello che viene pagato il pescato al produttore e quello a cui viene venduto al mercato al minuto, ci dicono, facendo apparire il prodotto un cibo, in alcuni casi quasi di lusso, confrontato alla capacità di spesa diminuita che colpisce molte famiglie.

Coloro che chiedono di pescare meno giornate alla settimana e quindi di non uscire il sabato e la domenica, affermano che portando meno prodotto ci sarebbe maggior richiesta e quindi maggiori possibilità di vendere a un prezzo più adeguato.

Prezzo che comunque, ora, sembra essere in linea con quello degli anni precedenti nello stesso periodo, dando un margine leggermente più alto per chi lavora meglio il prodotto.Il problema grosso resta, in ogni caso, il caro gasolio, che si è fermato su valori alti e che influisce molto, assieme agli aumenti subiti dalle cassette per l'imballo e dalle attrezzature, sul bilancio delle attività di pesca

I pescherecci che praticano la pesca con i ramponi sono quelli in numero maggiore e devono lavorare tutti, forse l’unico sistema per portare meno pesce al mercato ittico sarebbe attenersi ai piani di gestione che sono al vaglio di chi di competenza e, una volta attuati, regolerebbero lo sforzo di pesca delle imbarcazioni.
Chi vuole uscire anche alla domenica approfitta del periodo prefestivo, quando il valore del pesce, nonostante tutto non è ancora ai minimi preferendo eventualmente fermarsi dopo le festività, quando il costo del pesce avrà il classico tracollo e ci sarà meno pescato o si dovrà andare più al largo per catturarlo, con costi maggiori per quanto riguarda anche il carburante.

E i marinai, cosa dicono in tutto ciò? Come i comandanti e gli armatori anche loro sono divisi tra chi vorrebbe passare le festività in famiglia e chi ha bisogno di portare a casa qualcosa in più.

Tra chi esce volentieri per una paga maggiore e chi si sente costretto a dover uscire. Ci è giunta voce che tra la loro categoria dovrebbe cominciare a girare una raccolta firme, che dovrebbe arrivare al tavolo del sindaco, per chiedere che le barche stiano legate di sabato e di domenica.

Vorremmo quindi sentire la loro voce, in anonimato. Messaggiate su Whatsapp al 3780886411.




mercoledì 23 novembre 2022

MARCO DOLFIN MOLTO BENE IL MOSE MA ORA PENSIAMO AI PESCATORI

Il consigliere regionale Marco Dolfin esprime sentiti ringraziamenti a tutti coloro che hanno permesso la realizzazione delle dighe mobili per la difesa della laguna di Venezia dalle alte maree eccezionali al tempo stesso ritiene che sia ora e tempo di intervenire concretamente per consentire alla marineria Chioggiotta di poter operare in sicurezza.

“I lavori per la conclusione della conca di navigazione sono fermi da anni - precisa il consigliere - al momento non si sa neppure QUANDO inizieranno i lavori ( e neppure se vi è certezza che verrà realizzata), la marineria sta lavorando senza aver garantita la sicurezza degli equipaggi in caso di infortunio o di malore in quanto in caso di uscita in mare con Mose alzato le possibilità di rientrare velocemente ad un punto di sbarco diventano problematiche”.
“Sono a conoscenza - prosegue Dolfin - che circa due anni fa il precedente comandante della capitaneria di porto Michele Messina aveva richiesto al ministero competente che venisse realizzato un molo di attracco e di ormeggio nella zona del cantiere del Mose oltre le paratoie.”
In questo modo ci sarebbe la possibilità di avere un’unità della guardia costiera in condizione di operare anche a paratoie alzate e la possibilità di attracco per un peschereccio.
In caso di emergenza la guardia costiera potrebbe agire d’urgenza e per chi viene dal mare potrebbe attaccarsi e ricevere soccorso senza dover aspettare i tempi di attesa dovute alle alzate del sistema Mose a difesa della laguna.
“Il sindaco Armelao si sta già impegnando da tempo per trovare soluzioni a Roma, faremo di tutto - conclude il consigliere - per trovare le risposte.




martedì 22 novembre 2022

PIANI DI GESTIONE PER REGOLAMENTARE LA PESCA, MA SIAMO CERTI CHE NON CI SIA ALTRO?

Sarebbe importante per la pesca a strascico di riuscire a organizzarsi in modo da gestire al meglio la risorsa e lo sforzo di pesca.

Sono stati gli stessi pescatori a richiedere i piani di gestione in modo che tutta la categoria fosse trattata in modo analogo senza disparità per l’uno o per l’altro, soprattutto per i giorni di fermo aggiuntivo.

Il coordinamento si rivelerebbe utile per uniformare i regolamenti e le decisioni interne in modo che i vari distretti percepissero le stesse direttive e per far sentire il proprio peso nelle decisioni che possono toccare sul vivo la marineria.

Già i rapidisti hanno diminuito la misura dei loro attrezzi per diminuire lo sforzo di pesca, raggiungere un accordo tra i pescatori non è semplice, ma la stessa categoria ormai ha compreso che senza un accordo il settore avrebbe molte difficoltà.

Per questo nascerebbero i piani di gestione, necessari perchè i distretti marittimi che vanno da Trieste a Rimini, Chioggia inclusa, abbiano le stesse direttive da seguire, in modo che i distretti collaborino evitando situazioni che possano creare attriti nella categoria.

Ma ci sono temi di cui non si parla ma di cui è necessario parlare. Ci dicono che quello che essenzialmente a Chioggia non funziona è quello che non passa attraverso il Mercato Ittico.
Quando c’erano al suo interno importanti controlli, ci dicono, le cose andavano meglio, ora che i controlli mancano il Mercato Ittico non è più quello di una volta.

Molti commercianti, ci dicono, vengono serviti e riveriti al di fuori del mercato dove, invece, restano solo le briciole.
E chi ce lo dice prova rabbia per una categoria che si pensa furba ma che si sta facendo del male da sola.




lunedì 21 novembre 2022

COMANDANTI EGOISTI, IN MARE 2 GIORNI ALLA SETTIMANA PER SOPRAVVIVERE, 4 PER ANDARE IN ROVINA 0

Un ennesimo, non grido ma urlo in cerca di aiuto da parte del settore della pesca.

Ennesima riunione ieri di chi pesca con i rapidi, un settore che comprende una 40ina di pescherecci, solo una decina di armatori hanno partecipato, nonostante la crisi che attanaglia il mondo della pesca.
Il prezzo del gasolio è ancora troppo alto e il prezzo del pescato non permette un guadagno. Ma ciò di cui solo alcuni sembrano rendersene conto è che se ci fosse un accordo si potrebbe lavorare meno, facendo meno sforzo e guadagnando di più, alzando il prezzo del pescato.
I marinai guadagnano troppo poco e cominciano a sbarcarsi cercando attività più redditizie e molte barche sono costrette a stare all’ormeggio. Alcuno armatori sembrano godere della situazione, al vedere colleghi che arrancano e non ce la fanno a uscire in mare perchè le spese sono maggiori del guadagno.
Al termine della riunione di ieri non si è giunti a nessun accordo, alcuni armatori lavorerebbero 24 ore su 24, ininterrottamente, sfruttando il mare, portando troppo prodotto al mercato e facendolo svalutare.

Con due giorni di pescato alla settimana si potrebbe lavorare dignitosamente e guadagnare dignitosamente, gestendo la risorsa, ma l’egoismo di alcuni sta distruggendo il settore.

Ora i rapidi possono pescare per 4 giornate alla settimana e ciò, di questo passo, potrebbe mandare sul lastrico un’intera categoria. Lavorando per due giorni la settimana potrebbe “sopravvivere” ci dicono, fino al prossimo fermo pesca, ma non a queste condizioni. . Le barche a strascico un accordo lo hanno trovato, a tre giorni lavorativi la settimana fino al prossimo fermo, i rapidi ad oggi no.
Sono gli stessi rapidisti che chiedono tregua. Che chiedono ai marinai di porre un freno all’egoismo di alcuni comandanti, soprattutto nel proprio interesse.

E c’è chi si chiede come si fa a non rendersi conto che lavorando meno si potrebbero guadagnare le stesse cifre, se non di più, abbattendo i costi e in più gestendo la risorsa. Il mare è ricco di pesce, ora ma così pescando, facendo questa specie di gara deleteria per la categoria, non durerà per molto. e ciò non portando a casa un utile.
Contingentare la pesca. Ci sono riusciti i pescatori a strascico, potrebbero riuscirci anche i rapidisti. Ora ci guadagnano solo i commercianti che comprano a una miseria e rivendono, al peggio, triplicando il valore del prodotto, ma in alcuni casi quintuplicandolo.
Sono dure le parole di chi ci rende noto questo disaccordo “così facendo i pescatori stanno distruggendo il mare, chi ci sta guadagnando ora sono i commercianti, i distributori e chi produce gli strumenti per la pesca.

Quando un comandante è troppo orgoglioso ed egoista per capire tutto questo, dovrebbe essere l’equipaggio a far si che le cose cambino. Sarebbe ora che il prodotto venga valorizzato.




venerdì 18 novembre 2022

I LAVORI SULLA BANCHINA SONO DA FARE MA CREANO DISAGIO AGLI OPERATORI DELL'ITTICO

Proseguono i lavori alla banchina a Punta Poli dal lato dell’OP Bivalvia che era crollata in un tratto e che aveva necessità di essere risistemata.

Il tratto interessato va dall’area in cui si stanno svolgendo ora i lavori, lungo il Canale San Domenico esterno a partire dal tratto dirimpetto la Crame e dureranno fino, presumibilmente, il prossimo settembre, di competenza dell’Ex-Magistrato alle Acque.

Provveditorato alle Opere Pubbliche.

Si tratta di un intervento che si sarebbe dovuto concludere nel giro di pochi mesi ma che, presumibilmente, creerà disagio per un tempo più lungo per i battelli che devono attraccare in quell’area e per chi in quella zona svolge attività di scarico e lo deve fare in completa sicurezza, quali i vongolari.

Talvolta si tratta di quaranta imbarcazioni che devono scaricare il proprio prodotto, le Venus Gallina, attraccando un’imbarcazione alla volta, con i disagi conseguenti per le altre in attesa del proprio turno, sperando che non ci sia nebbia a impedire la visibilità.




I VONGOLARI ATTENDONO LE DECISIONI EUROPEE SULLA TAGLIA DELLE VENUS GALLINA

Pesca delle vongole di Mare, le Venus Gallina, abbiamo chiesto al Presidente del Co.Ge.Vo. di Chioggia, Michele Boscolo Marchi, di quale sia la situazione attuale per quanto riguarda la pesca dei bivalvi.

Ci ha ricordato che l’attività dei vongolari è legata alle decisioni che la Commissione Pesca del Parlamento Europeo prenderà riguardo la taglia del prodotto.

Marchi è stato invitato lo scorso 13 ottobre a Bruxelles dall’Eurodeputata, onorevole Rosanna Conte, in qualità di rappresentante della pesca delle vongole italiana.
Ora la commissione Europea dovrà esprimersi riguardo la taglia minima delle vongole commerciabili, proposta da Marchi a 22 mm nel 2015 che andrebbe riconfermata per non mettere ulteriormente in crisi un settore che come altri sta patendo anche per il costo del gasolio che va ad incidere per il 30% sui costi di ogni battuta di pesca.

Riguardo la taglia del prodotto è la Spagna che si sta opponendo, per questioni politiche e, logicamente, commerciali.

Si spera che la Commissione Pesca capisca quanto di buono è stato fatto in Italia mantenendo stabili i tre pilastri della sostenibilità, economica, ambientale e sociale in questo settore della pesca.

Ora il trend della pesca delle vongole è stabile sui numeri degli anni precedenti, in questo mese c’è sempre stato meno commercio e, per non svendere il prodotto, gli armatori preferiscono stare legati.

In questo modo la risorsa viene gestita, valorizzata e il mare e l’ambiente vengono rispettati in attesa del momento in cui pescare dia frutti.

Si attende ora dicembre per il quale si prevede un aumento della richiesta in attesa comunque della prossima primavera, la stagione migliore come l’esperienza di tanti anni di lavoro insegna.




martedì 15 novembre 2022

ALTRO CHE SEGNI DI CRESCITA LA PESCA È CON L'ACQUA ALLA GOLA

Nei giorni scorsi abbiamo riportato un report tratto da un articolo che ha scatenato il dissenso di tutti coloro che lo hanno letto.

Il report citava una situazione positiva per la pesca con numeri in crescita, con aumenti del quantitativo del pescato sbarcato, aumenti conseguenti di vendite e fatturati.

Sia per la pesca che per i molluschi bivalvi che per la piscicoltura.

I commenti non hanno lasciato nulla all’immaginazione ma sono stati schietti e hanno descritto una situazione molto meno florida di quanto non appaia sul sito.

Per quanto riguarda il numero dei pescherecci attivi, avevamo specificato che nonostante la flotta presenti sempre lo stesso numero di battelli sono tanti, veramente tanti, coloro che non vedono l’ora che ci sia qualche bando per ottenere incentivi per la loro demolizione e non è detto per provvedere all’acquisto di mezzi più nuovi o più grossi.

Ma forse per tirare i remi in barca e smettere di portare avanti un’attività sempre più dura magari tramandata da generazione a generazione ma ormai vista senza futuro.
Chi è nel settore ci ha accusati di essere ridicoli ma noi non abbiamo fatto altro che leggere qualcosa scritto da una fonte attendibile.
I pescatori ci hanno risposto praticamente all’unisono, la pesca sta morendo, il caro gasolio è una delle cause.

La realtà è molto diversa da quella descritta dal report . La pesca ci dice un addetto ai lavori, sta passando uno dei periodi più brutti degli ultimi decenni. Il prezzo del gasolio sta mettendo in ginocchio tante imprese e il mercato attualmente sta contribuendo a far affondare il settore.
non nega, chi commenta delle difficoltà di gestione della categoria, che, a causa di un egoismo ora inopportuno non riesce ad accordarsi per fare massa e vare parola sui tavoli che contano.

Qualsiasi prodotto viene sbarcato, al mercato viene venduto per poco ma al supermercato il prezzo lo si vede anche decuplicato.

E lamenta, questo pescatore che così facendo si fa credere alla clientela che il pesce nostrano sia la cosa più costosa in commercio ma i pescatori, conclude faranno fatica a Natale a mettere in tavola il panettone.

Ci sono barche che non riescono a tirare avanti a causa dei prezzi al mercato bassi come non mai. Qualche prodotto riesce a tenere il prezzo ma il rischio è che troppa merce resti invenduta. Il prezzo fa voglia ma i frigoriferi sono pieni. Si può solo sperare che la situazione migliori per tutti, pescatori e commercianti.
Sono i primi, i pescatori, a darsi degli stupidi, almeno è quello che dice uno che pratica la pesca con i rapidi, non ci si riesce a mettere d’accordo. Si potrebbe lavorare meno e guadagnare di più, andremmo tutti meglio ma invece preferiamo portare quintali e quintali di pesce venduto a prezzi regalati, svenduto o invenduto.
E il susseguirsi dei commenti in cui la categoria afferma di essere con l'acqua alla gola e che, in definitiva, la cosa non interessa a nessuno. Già c’è chi pensa al dopo Natale, quando la richiesta sarà inferiore a quella attuale, quando sarà più conveniente ligare ben le sime e stare in banchina.




lunedì 14 novembre 2022

UNA STAGIONE DISASTRATA PER I MOLECANTI E I PESCATORI DI LAGUNA

Ascoltando chi esce in mare, o percorre le acque della laguna per lavoro, tutti i settori della pesca stanno soffrendo. 

Anche i molecanti quest’anno si possono dire più che insoddisfatti della situazione.

Non ci sono granchi in laguna, niente granchi , niente moleche.

Non c’è un motivo specifico, gli stessi suppongono una serie di concause, il cambiamento climatico, le alte temperature, ai venti e alle conseguenti correnti.

L’ultima è stata una stagione che hanno definita disastrata per il comparto della pesca lagunare, e pur non avendo a che fare con la pesca di mare, si rendono conto che neppure in quel settore la situazione sia rosea dai prezzi troppo bassi a cui va venduto il pesce tra i box del mercato ittico, un prezzo basso che “non permette di andare da nessuna parte”.

Un prezzo troppo basso solo per il pescatore che lo cattura perchè poi, arrivando tra i banchi al minuto, percorrendo la filiera, il prezzo sale abbondantemente per il cliente finale.
L’ultimo predatore, il granchio blu, nonostante la sua voracità non è l’unico artefice della mancanza di granchi in laguna.
Il problema maggiore sono gli ctenofori, le noci di mare, l’acqua grossa, come è conosciuta agli addetti del mestiere.

Da qualche anno hanno invaso la laguna, si nutrono di plancton, entrano nelle reti e bloccano l’attività di pesca.
Chi pesca in laguna rischia di doversi fermare anche per un paio di mesi, infatti questa specie comincia ad apparire non appena l’acqua si fa più calda allontanandosi in mare non appena di raffredda.
Sono vari i motivi di questa crisi nel settore, accumulati e ogni anno sembra se ne aggiungano di nuovi. Inutile chiedersi come mai il settore non sia appetibile per le nuove generazioni.




sabato 12 novembre 2022

PESCA SPORTIVA IN ALTO ADRIATICO UN VIAGGIO DA CHIOGGIA ALLA ROMAGNA

“Forme d’acqua, da Chioggia a Forlì”. Sulla piattaforma Sky, il nuovo video promosso dalla Federazione Italiana Operatori della Pesca Sportiva e dalla Federazione Italiana Pesca Sportiva e Attività Subacquee.

Si tratta del terzo servizio del genere diffuso dalla piattaforma informatica nel 2022. Tutto questo, senza clamori e pubblicità. Protagonista, la pesca allo sgombro, tipica del Golfo di Venezia che, anno dopo anno, sta appassionando una crescente numero di praticanti.

Premesso che Chioggia vanta origini che si perdono nel mito, assieme a Padova ed Aquileia, il conduttore descrive la città in toni lusinghieri. Il video illustra quindi le attività di pesca svolte a bordo del catamarano Comfort del capitano Dario Baraldi. Riprese davvero appassionanti, non solo per gli esperti.