giovedì 30 dicembre 2021

PESCA: FLAI FAI E UILA LANCIANO IL GRIDO D’ALLARME

Sembra che il lavoro delle categorie della pesca abbiano ben poco valore, come il futuro delle stesse, a quanto viene affermato nel comunicato stampa emesso dai sindacati. 

La riduzione dello sforzo di pesca che verrà applicata nel 2022 si tradurrà in una riduzione delle giornate di attività. Ciò non potrà far altro che portare all’estinzione una parte del comparto italiano della pesca con ripercussioni devastanti in tema di occupazione.

Un settore che sta collassando, sottolinea Piva, per il quale nessuno sta facendo nulla se non molto poco.

Ridurre l’attività di molti giorni prevedendo la CISOA, estendendola alla pesca, senza intervenire a coprire i periodi di fermo significa dare poco valore al lavoro dei pescatori.Secondo Piva, oggi la CISOA, Cassa Integrazione Salariale Operai Agricoli, è una scatola vuota che non copre i giorni di fermo pesca. Questi ultimi per il momento vengono pagati ancora a 30 euro lordi a giornata, essendo ottimisti, in quanto quest’anno sono stati ulteriormente ridotti. 

Ma come si comportano gli altri Paesi Europei? La Spagna, a fronte della prospettiva della diminuzione delle giornate di pesca metterà in campo ulteriori aiuti portando a 50 euro giornalieri il sussidio per ogni giorno di fermo pesca. Alla categoria serve un ammortizzatore sociale funzionale come serve che vengano riconosciuti il lavoro usurante, le malattie professionali e come diventa necessaria  per la categoria l’applicazione del Testo Unico sulla Sicurezza. Misure che si richiedono da anni, continua Piva, per dare la giusta dignità al lavoro e per rispondere alla mancanza del ricambio generazionale, altro tema irrisolto per il comparto.

La sostenibilità economica e sociale della pesca devono avere la stessa dignità della sostenibilità ambientale, conclude il comunicato.Questa da sempre considera la pesca un settore importante per l’economia italiana e per il mantenimento di una tradizione dovuta proprio alla sua conformazione geografica, che fa della  pesca una risorsa importante.I sindacati, attraverso Piva, chiede meno chiacchiere alle istituzioni e maggior concretezza per dare una risposta ferma agli imbarcati e al settore della pesca.

 




giovedì 16 dicembre 2021

Il Deputato PD Nicola Pellicani , ha sollevato alla Camera i problemi che tengono in scacco la marineria chioggiotta: le conche di navigazione del Mo.S.E. e l’emergenza lavorativa.

Il Governo, dimostrando finalmente attenzione per i pescatori, ha assunto impegni per riprendere i lavori per la realizzazione delle conche e la loro messa in operatività ma ha altresì annunciato l’arrivo di importanti provvedimenti per sostenere i lavoratori del settore ittico.

Nei prossimi giorni sarà approvata la legge di bilancio in cui si parla di riforma  della cassa integrazione per il settore agricolo. Questa sarà estesa anche ai pescatori per i periodi diversi dal fermo biologico.

Nella stessa legge di bilancio un altro provvedimento verrà previsto per la categoria, si tratta un finanziamento nel caso in cui il lavoro debba essere sospeso temporaneamente in forma obbligatoria e non obbligatoria.

Il Governo ha decretato la fine dei lavori per il sistema Mo.S.E. entro il 31 dicembre del 2023.

I lavori sull'infrastruttura sono bloccati da mesi ma ora, a sentire  il Ministero delle Infrastrutture, Il Provveditorato alle Opere Pubbliche e il Concessionario Consorzio Venezia Nuova stanno cercando di attuare misure che possano portare alla conclusione delle conche in tempi certi per permettere il transito dei motopescherecci in entrata e in uscita dal porto anche a paratie sollevate. Da 20 anni sono aperti i cantieri del Mo.S.E. e le conche non sono ancora complete, quella di Malamocco è stata addirittura costruita male. 

Per portarle a termine servono interventi importanti legati all’impiantistica e ora, per rendere possibile i sollevamenti,si devono mobilitare decine di tecnici rendendo l’operazione molto costosa infatti le operazioni di sollevamento delle barriere costano 350mila euro cadauna.

 


martedì 14 dicembre 2021

STATI GENERALI DELLA PESCA: COINVOLTA TUTTA LA FILIERA CHE PARLA DI SOSTENIBILITÀ

Si sta svolgendo a Chioggia, all'Auditorium San Nicolò la seconda parte del Kick off Day degli Stati Generali della Pesca iniziato questa mattina e che ha visto partecipare molti tra gli esponenti più in vista, di partito e non, che confermano che la pesca e i pescatori vivono un momento di difficoltà che si protrae ormai da anni e che deve essere interrotto. All’invito presentato dagli SGP hanno risposto esponenti di tutti gli ambiti, a cominciare dalle sigle sindacali del settore agroalimentare, dai politici, dagli amministratori oltre alla parte maggiormente coinvolta, quella dei pescatori. Di questa, nonostante sia la parte più interessata in quanto toccata direttamente dalle problematiche del settore, era presente solo una piccola rappresentanza, ciò in quanto il lunedì per i motopescherecci è giornata lavorativa e quasi la totalità degli armatori e dei pescatori ha dovuto rinunciare all’incontro per motivi di lavoro. Molto soddisfatti i presenti per l’organizzazione dell’evento, il quale non dovrebbe interessare solo il comparto ittico clodiense, ma tutti i componenti del settore GSA17 per la pesca a strascico del Distretto del Nord Adriatico, quella che sta subendo azioni limitanti e restrittive da parte della Commissione Europea. L’incontro ha visto coinvolta tutta la filiera, dalla pesca vera e propria all’HoReCa ricordando che se si parla di sostenibilità, l’ambiente è solo una parte del contesto, non sono infatti da tenere in minor considerazione la sostenibilità economica e sociale. Solo dalla costruzione di un equilibrio che veda coinvolte le tre parti in modo non prevaricante si può parlare di sostenibilità. La giornata di oggi è stata una presentazione di quello che sarà trattato a maggio nelle quattro giornate che vedranno protagoniste oltre alla marineria di Chioggia, quella di Caorle, di Porto Tolle e di Venezia. L’inizio di un percorso che dovrà rendere partecipe tutto il mondo della pesca e l’acquacoltura, in un momento delicato legato anche alla Pandemia, come ha affermato Dolfin, consigliere regionale, il quale ribadisce che la tutela dell’ambiente ora passa anche sopra alla tutela dei lavoratori, con il rischio del collasso del settore ittico. Un sistema che non può essere criminalizzato e lasciato alle lobby. Non ci si può permettere il lusso di lasciare a se stessa la filiera ittica. Questa, secondo Dolfin, è la madre delle battaglie che deve sostenere il mondo della pesca, non a salvaguardia del singolo pescatore ma per salvare le economie che con il pescato vivono e prosperano. Le politiche ambientali devono convivere con le politiche sociali, conclude Dolfin, ricordando Chioggia quale capitale della pesca che oggi si vede contrastata anche dalla gestione del Mo.S.E. Sul fatto che gli Stati Generali della Pesca di maggio siano stati spezzettati tra quattro location e non incentrati solo a Chioggia è caduta la considerazione fatta da Lucio Tiozzo, consigliere Comunale PD, il quale ha affermato che decidere di spalmarli tra 4 marinerie non ha fatto altro che togliere la supremazia della flotta di Chioggia, la quale è tangibile, sono i numeri che parlano. Pesca e acquacoltura sono tradizioni del nostro territorio, e come tali vanno difese, come le altre tradizioni delle quali l’Unione Europea sta dimenticando. Le peculiarità territoriali sono i distinguo, quelle che fanno la differenza tra un territorio e l’altro e che rendono il Made in Italy l’eccellenza che tutti conosciamo, un patrimonio inestimabile, che va tutelato. Ed è questa la base da cui si dovrà partire perché la voce di una categoria unita su tutti i fronti riesca a farsi sentire nelle alte sfere europee. Ma come poter portare istanze se è lo stesso Ministero ad essere assente, come fa notare polemicamente qualcuno. Ora le colpe del depauperamento delle specie marine viene fatta ricadere tutta sui pescatori, e si continua a voler diminuire lo sforzo di pesca per preservare gli stock ittici, senza che ci siano studi a dimostrarlo, ma, come afferma l’Eurodeputata Conte, si deve tener conto di tutta una serie di altri fattori che vanno a incidere sugli stessi, dall’inquinamento, anche urbano, al cambiamento climatico oltre ad altri fenomeni più o meno naturali.

sabato 11 dicembre 2021

MOSE: IERI APERTURA MODULARE, LIDO E MALAMOCCO CHIUSE, CHIOGGIA APERTA.

Il sistema Mo.S.E. è un sistema a paratoie mobili modulari, ed è in questo che sta la sua ingegnosità. Infatti la sua struttura permette che non sia indispensabile sollevare tutte le 78 paratoie contemporaneamente ma che lo si possa fare a seconda delle esigenze sulle bocche di porto dove siano necessarie. Non tutte le acque alte si formano allo stesso modo e nella stessa area, a seconda dei venti e di altre variabili alcune acque alte possono salire dalla bocca di porto di Chioggia, altre da quelle del Lido o di Cavallino Tre Porti. Il sistema permette quindi di poter agire solo sull’area di interesse in quel momento lasciando le altre bocche di porto abbassate in modo da permettere la circolazione dei natanti, proteggendo comunque i centri dalle acque alte e dai danni ad esse conseguenti. A quanto afferma Dolfin, consigliere regionale, sembra che ora, finalmente, la gestione del Mo.S.E. stia iniziando ad essere utilizzato per come è stato ideato. Infatti nella giornata di ieri il Centro Maree di Venezia lo dava come attivo ma alla bocca di porto di Chioggia le paratoie erano e sono rimaste nei loro alloggiamenti. In questo modo l’accesso alle acque interne della laguna era comunque consentito. Dolfin , a riguardo esprime quindi soddisfazione, pur rammaricandosi dei problemi di comunicazione che continuano a persistere tra la Control Room e i pescatori i quali erano informati che il sistema fosse attivo ma non erano informati della navigabilità dei canali e quindi della possibilità di uscire dal porto, nonostante l’informazione in loro possesso. La mancanza di comunicazione colpisce non solo le barche da pesca ma tutte le imbarcazioni che per poter effettuare il loro lavoro devono uscire in mare o rientrare in porto: burci, navi mercantili, imbarcazioni da diporto. Secondo Dolfin i pescatori farebbero benissimo a chiedere i danni per le giornate di pesca perse. In tutto ciò ricordiamo che il sistema Mo.S.E. non è ancora collaudato e non è ancora stato consegnato, ma è ancora in corso d’opera, quindi in fase ancora di rodaggio, seppure non è giusto che, della calibrazione di alcune procedure, ne subiscano le conseguenze alcuni settori lavorativi.

venerdì 10 dicembre 2021

ZAIA: ‘STATI GENERALI PESCA IL 13.12 A CHIOGGIA E A MAGGIO IN TUTTO IL VENETO . LA SODDISFAZIONE DEGLI ORGANIZZATORI.

Un percorso importante quello che comincerà lunedì prossimo 13 dicembre, con la giornata di lancio degli Stati Generali della Pesca del Veneto e del Distretto del Nord Adriatico.

La Regione Veneto tramite il suo governatore, Zaia, nel promuovere la manifestazione, è consapevole del ruolo di cui verrà investita la città di Chioggia. 

A Maggio gli Stati Generali Pesca inizieranno e copriranno i principali luoghi della pesca professionale: Chioggia, Caorle, Porto Tolle e Venezia.

L’avv. Emanuele Mazzaro, direttore del Mercato Ittico all’Ingrosso di Chioggia,ringraziando Zaia per il riconoscimento, ha voluto commentare l’umanità che riveste tutti coloro che occupano un posto nella filiera ittica i quali, nonostante il periodo di insicurezza, hanno continuato a compiere il proprio dovere, continuando a generare ricchezza e sviluppo.

Tutte le istituzioni, conclude Mazzaro, dovrebbero farsi paladine delle battaglie a difesa della Pesca, nell’interesse della collettività, un interesse che alcuni paesi e nazioni al mondo sono arrivati a tutelare anche con provvedimenti vigorosi.

Il mondo della Pesca, ha affermato, è depositario di tradizioni e caratteri identitari legati alle tradizioni marinare dell’Italia e del Veneto, che con la Serenissima Repubblica di Venezia ha scavato un profondo solco nella storia del bacino del Mar Mediterraneo, tanto da appellare il suo Mare, l’Adriatico, Golfo di Venezia.

Conclude, Mazzaro, affermando che il futuro della Pesca riguarda tutti coloro che abitano questi territori.

“La Pesca è Ricchezza, la Pesca è Cultura, la Pesca è Cucina, la Pesca è il Mare che noi amiamo senza riserve.”

 


mercoledì 8 dicembre 2021

PESCATORI BLOCCATI IN PORTO PARATOIE DEL MOSE ABBASSATE IN RITARDO CAUSA CONDIZIONI DI MAREA

Questa mattina le barche erano pronte a partire, ma all'uscita dal porto si sono trovate le barriere del Mo.S.E. sollevate. Impossibilitati ad andare in mare i pescatori hanno pensando di recarsi alla Capitaneria di Porto e di chiedere un risarcimento per la giornata di pesca persa. Troppo poche le ore di lavoro che gli sarebbero rimaste per poter raggiungere il punto deciso per calare le reti, effettuare le operazioni di pesca e ritornare al porto, in quanto alle 22 di questa sera si prevede un ulteriore sollevamento delle paratoie a protezione dell’acqua alta. Il dubbio era che fosse un problema tecnico ad impedire alle paratoie di abbassarsi o che fosse la situazione di acqua alta a costringere le paratoie a rimanere sollevate per un tempo maggiore del previsto. Sembra che non ci sia alcun problema tecnico che impedisca un corretto funzionamento del Mo.S.E. ma una marea molto sostenuta che sta calando molto lentamente. L’abbattimento delle paratoie era previsto alle ore 8, a seguire sarebbe stato fornito l'orario sulla transitabilità dei canali. Certo è il problema di comunicazione che ha fatto sì che le marinerie non siano state informate della situazione. Il sindaco, interpellato dalle marinerie su come comportarsi a seguito della situazione incresciosa che si è venuta a creare, ha invitato gli armatori a soprassedere sul voler andare per vie legali per questa occasione. La politica di dialogo appena intrapresa ne verrebbe compromessa.

venerdì 3 dicembre 2021

ARMELAO INCONTRA IL MINISTRO PATUANELLI: GESTIONE DELLO SFORZO DI PESCA CON UN MONTE DI 72 ORE

 

La realtà della laguna veneta e del fenomeno delle acque alte è una cosa talmente specifica del nostro territorio che per altre realtà sembra inconcepibile. Un conto è vedere la foto di Piazza San Marco colma d’acqua e un conto è avere un’attività in quella piazza, Vedere la situazione in un’immagine o viverla sono due cose notevolmente diverse. 

Lo stesso dicasi quando si vede una foto delle barriere del Mo.S.E. sollevate e quando ci si trova a bordo della barca che deve rientrare in porto. Vedere la foto o vivere la situazione sono due cose completamente diverse.

Probabilmente nei ministeri e nei tavoli di discussione, nelle commissioni o in qualsiasi altro ambito sia stata portata l’emergenza che vede il Mo.S.E. contrapporsi alla pesca non si riesce a misurarsi con empatia alla situazione che vivono i pescatori. 

Questi devono poter uscire dal porto per lavorare e devono essere sempre nelle condizioni di poter rientrare in sicurezza. In attesa del porto rifugio e delle conche di navigazione si devono trovare soluzioni alternative.

Il sindaco, che per se ha tenuto il referato alla pesca, ha chiesto al Ministro delle Politiche Agricole, Alimentari e Forestali Patuanelli e al Sottosegretario di Stato Battistoni che il comparto chioggiotto possa gestire la pesca non attraverso un numero di giornate settimanali  ma attraverso un numero di 72 ore settimanali nel periodo in cui è più frequente il fenomeno delle acque alte, dal 15 ottobre al 15 aprile.

Ciò permetterebbe agli operatori di organizzarsi a seconda delle condizioni meteomarine previste, certi di non perdere giornate di pesca inutilmente al sopravvenire delle acque alte e del conseguente e necessario, talvolta salvifico, sollevamento delle barriere.



giovedì 2 dicembre 2021

“NO ALLA DIMINUZIONE INDISCRIMINATA DELLO SFORZO PESCA IN ALTO ADRIATICO” NUOVO APPELLO DAL MERCATO ITTICO ALL’INGROSSO DI CHIOGGIA

La situazione della Pesca in Europa ed in Adriatico diventa ogni giorno più scottante: in Veneto ed in particolar modo a Chioggia – capitale adriatica del settore ittico -sta crescendo il disagio rispetto alle prospettive ventilate di riduzione dello sforzo pesca. Le ipotesi di riduzione delle giornate di pesca ventilate dall’UE per il 2022, emerse al tavolo di consultazione della pesca e dell’acquacoltura del Mipaaf, con la proposta di attribuzione di un plafond massimo di lavoro all’anno per ogni peschereccio, non soddisfa le esigenze dei pescatori, e delle principali sigle delle categorie economiche e sociali coinvolte. Le sirene dei pescherecci di tutta Italia e della marineria clodiense sono - infatti – pronte a squillare contro questo scenario che potrebbe portare con sé effetti devastanti per l’economia del territorio. Emanuele Mazzaro - amministratore unico di S.S.T. spa società servizi territoriali & direttore del Mercato Ittico all’ingrosso di Chioggia a dieci giorni dallo svolgimento a Chioggia del Kick off day Stati Generali Pesca di lunedì 13 dicembre interviene con decisione in merito:
“La situazione è allarmante e critica: da una parte c’è un’importante fetta dell’economia delle comunità costiere già in sofferenza per due anni di pandemia, dall’altra un muro di gomma fatto di burocrazie che non comprendono le dinamiche socioeconomiche legate a decisioni radicali di questo genere. E chi paga non è solo il pescatore, ma sarà soprattutto il consumatore e il Pil dello Stato. Le istanze a sostegno del mare e dell’ecosistema sono fondate e rispettabili, - ma non bisogna assumere posizioni ideologiche in merito.” E continua: “E’ fondamentale soppesare entrambi i piatti della bilancia, perché se si parla di sostenibilità della pesca e di blue economy è necessario allo stesso modo tenere in considerazione la ricaduta in termini socio-economici di un ridimensionamento così accentuato dell’attività di pesca in Italia.” Conclude Mazzaro: “Si rischia di dare un colpo letale a tutte le imprese della filiera ittica che generano quotidianamente ricchezza e sviluppo. Solo in Veneto nel distretto di Rovigo e Chioggia sono oltre duemila le aziende con quasi un miliardo di fatturato. Una riconversione in tempi ristretti è pura utopia e la politica deve fare quadrato per salvare il futuro di migliaia di operatori e famiglie. Mi associo insieme ai principali players del settore agli sforzi che in questi giorni stanno facendo l’On. Lorenzo Viviani e l’On. Rosanna Conte della Commissione Pesca Pech: per vincere questa partita c’è bisogno di unità e compattezza.”

MARCO DOLFIN: L’EUROPA DEVE SMETTERE DI ACCANIRSI CONTRO IL SETTORE PESCA

Marco Dolfin, consigliere Regionale della Lega, aggiunge le sue preoccupazioni a quelle che la politica locale sta manifestando per il decremento dello sforzo di pesca imposto dalla Commissione Europea nell’ordine del 15% per la pesca a strascico. Si tratta di una misura eccessiva, non suffragata da evidenze scientifiche che si va ad aggiungere a una precedente riduzione dello sforzo di pesca del 10%, accettata dalle marinerie del Distretto della Pesca del Nord Adriatico.

Quello di cui ora non si tiene conto è l’equilibrio tra i fattori in cui la pesca agisce: ambiente, economia e socialità. Il fattore che da questa situazione risente maggiormente è il fattore umano.

Tra le proposte che il Distretto della Pesca, attraverso gli assessori regionali, vuole sottolineare al governo, italiano ed europeo, è in primis riportare l’attenzione anche sui pescatori e sugli armatori.

Inoltre per 5 anni il numero delle giornate aggiuntive al fermo pesca dovrebbe essere congelato e verificato l’impatto e l’efficacia delle misure di contenimento. dovrebbero essere prese in carico misure che tengano conto dei cambiamenti climatici, delle modifiche della salinità dell’acqua, dell’equilibrio tra le specie marine.

La politica deve agire a sostegno del settore, non limitarsi ad agire in modo restrittivo.

La pesca è ancora un settore strategico per l’economia nazionale e per le città costiere. 

Un altro fattore da tenere in debita considerazione sarebbe l’impatto che le grandi infrastrutture  previste per l’alto Adriatico possono avere nel mondo della pesca, a partire dalle trivelle, alle pale eoliche, ai porti off-shore. 

Da tenere da conto anche la lunghezza fuori tutto delle imbarcazioni da pesca in modo da diversificare le misure di contenimento a seconda delle metodologie di pesca.

Marco Dolfin  conclude ringraziando l’assessore regionale Corazzari per l’impegno con cui il Veneto, regione capofila del Distretto, continuerà a difendere la categoria dei lavoratori impegnati nel comparto ittico e le loro famiglie. 



 

mercoledì 1 dicembre 2021

TAVOLO DELLA PESCA: COME GESTIRE AL MEGLIO LO SFORZO DI PESCA

IL giorno 24 novembre si è tenuto il tavolo di Consultazione della Pesca e dell'acquacoltura dal quale è emersa la proposta per il 2022, di attribuire ad ogni peschereccio di un plafond di giornate massime di attività di pesca all’anno. Per le GSA 17 e 18 il numero massimo delle giornate di pesca è già stato fissato, Per le altre GSA è necessario attendere l’esito del Consiglio dei Ministri UE della Pesca che si terrà il prossimo 12 e 13 dicembre. Per le GSA 9,10 e 11 il calcolo è stato fatto tenendo conto del numero massimo di giorni di sforzo di pesca fissati dalla bozza di regolamento Tac & Quota Mediterraneo 2022 sia per i demersali che per i gamberi di profondità, elaborata dalla Commissione europea cui spetta l’iniziativa legislativa in ambito Ue. Le tabelle tengono conto i giorni di attività per i pescherecci autorizzati alla pesca a strascico per il target demersali e per il target gamberi di profondità. Per le GSA 17 e 18 le tabelle delineanti i giorni di pesca distinguono i pescherecci a seconda che utilizzino le reti trainate o le sfogliare e i rapidi. Per le GSA 16 e 19 si tiene conto delle riduzioni del 3% per la GSA 16 e 8% per le GSA 19 comunicate a Bruxelles a febbraio 2019.
Altre ipotesi di gestione sono sul tavolo e andranno vagliate con il Consiglio che si terrà a Bruxelles il 12 e 13 dicembre prossimi. Il Tavolo Pesca si è riunito questa mattina e tra le richieste la possibilità di valutare la possibilità di attribuire i giorni sul criterio della storicità relativa, barca per barca. Ci sarà poi la possibilità di autorizzare il trasferimento di quota parte dei giorni di attività da un’unità ad un’altra appartenente allo stesso segmento. Per le GSA 9,10 e 11 è obbligatorio esercitare l’attività di pesca per un massimo di 5 giorni la settimana e di 15 ore di pesca al giorno.

NUOVA EVENTUALE RIDUZIONE GIORNATE DI PESCA. ASSESSORE CORAZZARI, MISURA DEL TUTTO INACCETTABILE PER MODALITA’ E PER DRAMMATICO PERIODO IN CUI VIVONO LE IMPRESE

“Il Distretto di Pesca del Nord Adriatico esprime grandissima preoccupazione per il perseguimento da parte dell’Unione Europea di politiche mirate alla riduzione dello sforzo di pesca consentito di almeno il 15 per cento nell'ambito del Piano di gestione del Mediterraneo occidentale. L'eventuale applicazione di tale misura risulta completamente avulsa dalla realtà dell'Adriatico Settentrionale e dal drammatico contesto in cui si trovano ad operare le imprese di pesca di Veneto, Emilia-Romagna e Friuli Venezia Giulia”. Così l’assessore veneto alla Pesca Cristiano Corazzari, in qualità di coordinatore del Distretto di Pesca del Nord Adriatico, di cui fanno parte le Regioni di Veneto, Emilia-Romagna, Frilui-Venezia Giulia, commenta la notizia della proposta da parte dell’Unione Europea di ridurre ulteriormente il plafond di giornate a disposizione delle imbarcazioni italiane per la pesca a strascico nel 2022. 

“Nel 2019 e nel 2020 i Piani di gestione relativi alla GSA 17 ‘Mar Adriatico centro-settentrionale’ e alla GSA 18 ‘Mar Adriatico meridionale’ avevano previsto una riduzione dello sforzo di pesca del 10 per cento, misura accettata responsabilmente dalle marinerie italiane – prosegue l’assessore Corazzari - L'eventuale ulteriore riduzione ora proposta risulta del tutto inaccettabile, sia per le modalità con cui tale proposta viene avanzata, sia per il periodo drammatico che le imprese di pesca stanno vivendo a causa della fortissima riduzione dei consumi legata all'emergenza sanitaria in atto”.

Lo scorso 23 aprile 2021, il Comitato di Gestione del Distretto di pesca del Nord Adriatico, composto dagli Assessori alla Pesca delle tre regioni coinvolte, aveva formalmente approvato, ai sensi dell’articolo 4 del D.M. 23 febbraio 2010, un documento sulla grave situazione venutasi a creare, chiedendo al Ministro per le Politiche Agricole Alimentari e Forestali di farsi parte attiva per salvaguardare la specificità delle imprese di pesca dell’Adriatico centro-settentrionale. Il documento fissa i seguenti punti:

  • La salvaguardia delle risorse ittiche e l’applicazione del principio dello sviluppo sostenibile non possono essere attuate soltanto attraverso una progressiva e costante riduzione delle giornate di pesca. Risulta opportuno rivedere il meccanismo alla base delle politiche europee di gestione della pesca orientato prevalentemente a comprimere l’attività degli operatori, in carenza di evidenze scientifiche aggiornate che dimostrino come la riduzione dello sforzo di pesca consenta di tutelare maggiormente la fauna marina.

  • L’opportunità e la necessità a che le misure gestionali definite dai provvedimenti a carattere europeo e nazionale prevedano fin dall’inizio dei meccanismi di valutazione

 

  • dei loro effetti sulla matrice ambientale nonché sulla sostenibilità economica e sociale, basati su dati di tipo tecnico e scientifico, che consentano di adattare e rimodulare le misure predefinite alla luce dei riscontri ottenuti con un approccio dinamico.  


Va peraltro rimarcato che la sostenibilità prevista dalle vigenti normative europee si regge su tre pilastri: sostenibilità ambientale, sostenibilità economica e sostenibilità sociale, tre aspetti che devono tenersi in equilibrio. 


Il Distretto di pesca del Nord Adriatico, rinnova le richieste avanzate al Governo Italiano e all’Unione Europea:

  • di mitigare l’approccio della politica comune della pesca rispetto alla tutela del mare, ristabilendo un equilibrio maggiore tra le tre componenti della sostenibilità (economica, sociale ed ambientale), difendendo così il diritto al lavoro dei pescatori e degli armatori italiani;

  • per l’area dell’alto-medio Adriatico, 5 anni di congelamento del numero delle giornate di fermo pesca aggiuntive. In questo periodo di tempo verificare gli impatti delle misure di contenimento fino ad ora prese e sperimentare modelli di gestione sostenibile da un punto di vista ambientale, sociale ed economico, al contempo misurare la diminuzione dello sforzo di pesca e i trend delle catture prima di programmare ulteriori giorni di fermo.

  • di verificare lo stock assessment del 2020 in tempi rapidi e affrontare in modo adeguato le accelerazioni dei cambiamenti climatici e le interazioni tra temperatura, salinità, acidificazione e competizione tra specie.

  • che il sostegno alla pesca sia preso in considerazione come settore strategico delle comunità costiere e delle loro economie. Dare un sostegno dovrebbe essere una priorità da parte della Commissione Europea, proprio per mitigare gli effetti di queste misure di contenimento dello sforzo di pesca e dei cambiamenti climatici.

  • che le opere infrastrutturali e con finalità energetiche programmate nel medio-alto Adriatico (trivelle, parchi eolici, porti offshore), con prevedibili ripercussioni sulla risorsa ittica e sui sedimenti, prevedano il coinvolgimento del mondo della pesca professionale con un approccio complessivo eco-sistemico.

  • di valutare l’opportunità di modificare le classi di lunghezza FT delle navi da pesca al fine di applicare le più opportune misure di mitigazione in maniera diversificata e puntuale per le diverse metodologie di pesca.