venerdì 3 dicembre 2021

ARMELAO INCONTRA IL MINISTRO PATUANELLI: GESTIONE DELLO SFORZO DI PESCA CON UN MONTE DI 72 ORE

 

La realtà della laguna veneta e del fenomeno delle acque alte è una cosa talmente specifica del nostro territorio che per altre realtà sembra inconcepibile. Un conto è vedere la foto di Piazza San Marco colma d’acqua e un conto è avere un’attività in quella piazza, Vedere la situazione in un’immagine o viverla sono due cose notevolmente diverse. 

Lo stesso dicasi quando si vede una foto delle barriere del Mo.S.E. sollevate e quando ci si trova a bordo della barca che deve rientrare in porto. Vedere la foto o vivere la situazione sono due cose completamente diverse.

Probabilmente nei ministeri e nei tavoli di discussione, nelle commissioni o in qualsiasi altro ambito sia stata portata l’emergenza che vede il Mo.S.E. contrapporsi alla pesca non si riesce a misurarsi con empatia alla situazione che vivono i pescatori. 

Questi devono poter uscire dal porto per lavorare e devono essere sempre nelle condizioni di poter rientrare in sicurezza. In attesa del porto rifugio e delle conche di navigazione si devono trovare soluzioni alternative.

Il sindaco, che per se ha tenuto il referato alla pesca, ha chiesto al Ministro delle Politiche Agricole, Alimentari e Forestali Patuanelli e al Sottosegretario di Stato Battistoni che il comparto chioggiotto possa gestire la pesca non attraverso un numero di giornate settimanali  ma attraverso un numero di 72 ore settimanali nel periodo in cui è più frequente il fenomeno delle acque alte, dal 15 ottobre al 15 aprile.

Ciò permetterebbe agli operatori di organizzarsi a seconda delle condizioni meteomarine previste, certi di non perdere giornate di pesca inutilmente al sopravvenire delle acque alte e del conseguente e necessario, talvolta salvifico, sollevamento delle barriere.



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