martedì 31 maggio 2022

ALLA PESCA LE RISPOSTE SERVONO SUBITO, E PURE I RISTORI

I pescatori continuano a riunirsi per trovare una maniera ancora più eclatante per farsi sentire da Roma, dal Governo centrale.

Più passano i giorni più si rendono conto che i tempi per avere ciò che gli spetta di diritto, dopo le decisioni già prese sono troppo dilatati per accontentare tutti. I pescatori sono imprenditori, le loro barche sono le loro aziende.

Su di esse hanno investito tempo e denaro ed ora, che sono in sofferenza, e che lo stato ha promesso ristori, non capisco il motivo di doverli attendere per tempi biblici. Una prima riunione questa mattina, una seconda oggi pomeriggio ha visto coinvolte le istituzioni.

Tante parole sono volate in sala riunioni al mercato ittico e spesso hanno messo pescatore contro pescatore perché la pesca a Chioggia non è monotipo ma ci sono esigenze diverse in settori diversi, a partire dalle volanti che lavorano sotto contratto e non possono permettersi di aderire allo sciopero in quanto non rispetterebbero i contratti firmati e rischierebbero cause legali.
Sembra che sia girata la voce che qualcuno sia disponibile a recarsi a Roma per dimostrare quanto il settore ha bisogno di essere ascoltato. C’è chi afferma che si voglia bloccare in modo pacifico l’attività del mercato ittico. Sono voci , sentite correre tra persone che hanno veramente paura di non farcela a portare un utile alla famiglia e all’equipaggio.
L’appoggio a livello di solidarietà va bene e lo hanno dato tutte le istituzioni, a tutti i livelli, ma adesso bisogna muoversi. la pesca sta affogando chi ha il salvagente in mano si decida di lanciarlo.





sabato 28 maggio 2022

CRISI DELLA PESCA: TENSIONI A CESENATICO, DELEGAZIONE CHIOGGIOTTA MINACCIATA PESANTEMENTE

immagini di repertorio
Ieri, venerdì 27 maggio, era stata organizzata un'assemblea al Palazzo del Turismo di Cesenatico da parte delle associazioni Legacoop Agroalimentare, Fedagripesca e AGCI Agrital, nelle loro sezioni emiliano-romagnole. Lo scopo era informare e condividere con i pescatori della regione ciò che è stato fatto in questi mesi, gli impegni del governo, i risultati ottenuti, i nodi da sciogliere ma anche per raccogliere le proposte dei pescatori. Sono state invitate delegazioni di Chioggia, Viareggio e Livorno ma si sono presentati anche una 50ina di pescatori, quasi tutti marchigiani, che non hanno consentito di realizzare una serena e pacata assemblea. Anzi è stato necessario sospenderla dagli stessi organizzatori a causa delle forti pressioni ricevute e delle tensioni che si sono venute a creare. La delegazione di Chioggia è stata scortata fino all’uscita della città di Cesenatico, uno dei dirigenti è stato accerchiato da un piccolo gruppo di facinorosi nel bar di fronte al palazzo del turismo. Le forze dell'ordine hanno saputo gestire le tensioni in atto, riporta la nota scritta dagli organizzatori, la quale sottolinea che tanti armatori e Comandanti in Emilia-Romagna vorrebbero tornare in mare già dalle ore 24 di domani ma le minacce subite glielo stanno impedendo. Minacce non da poco conto, del tipo “… omissis.. ti diano fuoco alla barca… quando rientri in porto ti prendiamo tutto il pesce e lo buttiamo nel porto… omissis”, che hanno anche intimidito chi avrebbe voluto dire la propria opinione ma non ha potuto farlo.
immagini di repertorio
Con la nota si chiede un intervento urgente per garantire protezione e sicurezza a chi vuole riprendere ad andare in mare, bisogna assolutamente evitare possibili disordini e turbamenti dell’ordine pubblico nei porti. A quanto afferma la nota ci sono sospetti che frange presenti nelle marinerie tengano informato il gruppo di facinorosi marchigiani e viene chiesto che i porti dell’Emilia Romagna vengano presidiati e vigilati, soprattutto nei momenti di disormeggio, ormeggio e durante lo sbarco del pescato, oltre che nei momenti dedicati al commercio sui mercati. A prova di ciò ci sono video, vocali e post che circolano in maniera virale sui cellulari di chi fa parte del settore e i facinorosi la loro opera di dissuasione la stanno già facendo da tempo girando per i porti di tutta Italia dalla costa orientale a quella occidentale tenendo in ostaggio le imprese del settore e il sistema produttivo e commerciale.

MINACCE TRA MARINERIE

Ieri pomeriggio, dopo essere rientrati da Venezia, alcuni pescatori hanno preso la macchina e si sono recati a Cesenatico dove si stava svolgendo l'ennesima riunione tra le marinerie dell’Adriatico sulla condotta da tenere nei prossimi giorni, se continuare uno sciopero col rischio che diventi a oltranza o se tornare a lavorare.

I pescatori di Chioggia, una rappresentanza di una dozzina di persone sono arrivati a riunione già iniziata e gli animi di coloro che erano presenti erano già accesi e pronti a scoppiare. Si aspettavano i rappresentanti di Chioggia in quanto la nostra marineria è un punto di riferimento per le marinerie dell’Adriatico.
La situazione di crisi ha esasperato gli animi dei pescatori che a un certo punto hanno cominciato a far volare parole grosse e offensive nei confronti di un armatore chioggiotto e le marinerie sarebbero arrivate quasi alle mani se non ci fossero state le forze dell’ordine a sedare gli animi. I pescatori di Chioggia sono stati minacciati e con loro tutta la marineria nel caso in cui domenica notte qualcuno decidesse di mollare gli ormeggi.

La delegazione di Chioggia per poter tornare alle macchine e fare rientro è stata scortata dalla polizia. I facinorosi della marineria del Centro Italia consistono in una quarantina di persone che arriverebbero a Chioggia a fare opera di dissuasione nei confronti di armatori e comandanti che volessero prendere il largo per andare a pescare.

Le forze dell’ordine conoscono i tipi e nel caso ci fosse sentore del loro arrivo non aspetterebbero un attimo per intervenire. Oggi si terrà un’altra riunione al Mercato Ittico in cui, chi non è intervenuto ieri ai due incontri, sarà informato della situazione che si è venuta a creare, delle minacce subite e sarà quindi messo sull’avviso nel caso in cui volesse riprendere il mare.
La situazione è esasperata. Le promesse fatte vanno rispettate, soprattutto in tempi brevi. I pescatori, gli armatori e i marinai stanno soffrendo una situazione economica esasperante. Ci sarà chi andrà in sofferenza molto prima dell’arrivo dei fondi promessi se non giungeranno nel frattempo almeno i fondi per il covid.





lunedì 16 maggio 2022

AFFONDATO PESCHERECCIO A PUNTA POLI


I vigili del fuoco sono dovuti intervenire ieri a Punta Poli per verificare la situazione di un peschereccio di 12 metri che durante la giornata si è adagiato su di un fianco. Oggi è quasi totalmente sommerso.

Era stato controllato la stessa mattina dagli armatori che lo avevano visto in galleggio, ma la sera lo stesso armatore è stato chiamato a verificare la situazione.

Ora sono da verificare le cause che hanno portato lo scafo ad imbarcare acqua, andrà quindi valutato il danno e organizzato l’intervento di recupero chiamando a raccolta sommozzatori dal comparto di Venezia e i gruisti da Mestre. Gli uomini si dovranno probabilmente avvalere di palloni. Le operazioni per il recupero dello scafo verranno attuate già a partire dai prossimi giorni.

Era stato messo in vendita, per questo motivo era privo di motore da un paio di mesi, a serbatoi vuoti e in disarmo, ed erano già in essere trattative per la vendita, a quanto afferma l’armatore. 

L’intervento era stato richiesto verso le 20:30 ma gli interventi in coda hanno costretto i vigili del fuoco a poter intervenire solo dopo un’ora circa, anche a causa del traffico che rallentava la mobilità tra un intervento e il successivo.

Abbiamo ancora fresco nella memoria il ricordo dell'Adelinda, affondato in canale San Domenico, proprio davanti al banner del Mercato Ittico all'ingrosso riportante la dicitura "Custodi del Mare" e dei tempi che sono stati necessari per il suo recupero. Servirebbero obblighi di legge perché i natanti in attesa di demolizione siano costretti a doversi ormeggiare su moli distanti dai canali navigabili dove possono causare intralcio e pericolo per navigazione altrui. Inoltre le spese per il loro recupero non devono cadere in capo alla comunità.

mercoledì 11 maggio 2022

5.000 EURO DI SANZIONI PER VIOLAZIONI SULLA PESCA DELLE VONGOLE VERACI


Ieri 10 maggio, i Carabinieri della Motovedetta della Compagnia di Chioggia, operando per contrastare le violazioni in materia di pesca, sanzionava amministrativamente 3 persone, a Chioggia, in tre occasioni diverse nell’arco della giornata

500 chili di vongole veraci erano trasportate dai primi uomini fermati; 450 chili nel secondo caso. In entrambi i casi i prodotti erano privi della  documentazione a scorta dei molluschi, come previsto dalle norme per molluschi bivalvi vivi.

Nel primo controllo, inoltre, il mezzo non rispettava le norme igienico sanitarie per il trasporto di alimenti. Era infatti sporco e il prodotto era esposto al rischio di contaminazione microbiologica.

I molluschi, del valore commerciale di 14.000 euro, venivano sottoposti a sequestro amministrativo e poiché erano ancora vivi, venivano fatti rigettare nelle vicine acque lagunari per il ripristino del ciclo vitale.

Sono state elevate sanzioni amministrative per 5.000 euro.

Gli stessi militari nelle ultime settimane hanno controllato un ristorante sul lungomare di Sottomarina, constatando come una quindicina di chili circa di prodotti alimentari fossero conservati in modo promiscuo, carne e pesce, in contenitori privi di etichettatura e di indicazioni sulla provenienza e sulla tracciabilità di filiera.

200 euro il valore degli alimenti sequestrati  per il quale è stato imposto lo smaltimento.

Un ulteriore recente controllo è stato fatto a un uomo che trasportava circa 40 sacchi di vongole a bordo del proprio furgone.

in questo caso ad essere sequestrato è stato il mezzo,  privo di assicurazione e revisione mentre  i molluschi erano accompagnati dalla prevista documentazione di tracciabilità.

martedì 10 maggio 2022

VONGOLE VERACI : I PESCATORI ABUSIVI SONO UNA PIAGA PER I PESCATORI REGOLARI

La grande pesca, quella d’altura, vive i suoi problemi ma non dobbiamo scordare che nella nostra laguna vivono anche altri tipi di pesca, i quali sopportano e affrontano problematiche diverse.

Abbiamo avuto modo di affrontare l’argomento con un pescatore di vongole veraci e non sembra che neppure questo settore se la passi troppo bene.

Parliamo di pescatori in regola che pagano concessioni e che cercano di gestire la risorsa che fanno crescere nei loro allevamenti.


I territori acquei in cui lavorano sono del Magistrato alle Acque di Venezia che le concede a cooperative, le quali, a loro volta e facendo il proprio debito guadagno le sub-concessionano ai singoli pescatori che arrivano a pagare anche 500 euro per ettaro.

La laguna, come il mare, sta subendo dei cambiamenti morfologici e chimici dovuti a vari fattori. Contribuiscono la realizzazione del Mo.S.E. e delle dighe, che cambiano il corso d’acqua e le correnti superficiali e profonde; la salinità, la cui concentrazione aumenta a causa delle scarse piogge e varie altre concause che rendono, nel nostro territorio, l’area che va da Pellestrina al ponte Translagunare non più lavorabile. Restano attivi gli allevamenti che si trovano più o meno nella zona conosciuta come Sacca Toro, situata tra la Strada Statale 309 Romea e la strada bassa, l’Arzerone. 


I caparossolanti non sentono il problema attuale delle meduse ma subiscono i danni che derivano dalla presenza di murici, i bulli, i quali, a causa dell’alta salinità e non avendo predatori, prosperano in maniera spaventosa e si cibano di tutto ciò che trovano, vongole veraci incluse. L’enorme presenza di bulli nel territorio era palese dal tappeto dei loro gusci che quest’inverno ricopriva l’arenile di Sottomarina.


All’opera di distruzione della risorsa messa in atto dalla natura e dai cambiamenti climatici si aggiunge l’opera dell’uomo.

La semina del prodotto che si forma in maniera naturale spetterebbe di diritto ai pescatori che pagano la concessione per l’allevamento, ma viene predata dai pescatori abusivi che ne fanno razzia, non visti, su barchini con motori potenti per scappare dai controlli della Guardia di Finanza e della Capitaneria di Porto.

Ai pescatori regolari non resta che acquistarla proveniente dalla Francia, dall’Olanda perfino dall’America, pagandola quasi a peso d’oro, si arriva a 1000 euro al chilo. 

La semina, perché sia pronta per essere raccolta, deve attendere un paio d’anni, in modo che il prodotto raggiunga dimensioni commerciabili. In attesa che la risorsa raggiunga la maturità i pescatori sono in balia degli eventi. 


Il problema più grosso per il settore è l’abusivismo. Il controllo dovrebbe spettare alla cooperativa che cede le concessioni la quale lo scorso hanno aveva assunto delle guardie armate spendendo 800mila euro senza raggiungere il risultato voluto. La razzia si è compiuta comunque. Non si tratta solo dei pescatori abusivi, lamenta il pescatore che ci ha contattato, la pesca dei caparossoli, vista la facilità con cui la si mette in opera, è praticata da tanti che lo fanno per il proprio fabbisogno e anche come secondo lavoro, disinteressandosi se l’area in cui vanno a raccogliere sia una concessione o meno. La raccolta abusiva delle vongole veraci sembra quindi essere un lavoro molto remunerativo e viene praticata troppo spesso e con troppa facilità, dando guadagni consistenti.


Le spese influiscono non poco sul guadagno e la voce più alta è quella della semina che non tutti si possono permettere. C’è chi arriva a spendere anche 15mila euro senza avere la certezza che il raccolto del prodotto sia poi remunerativo. 

Si tratta di un settore in cui si contano circa 700 operatori, non un mestiere di nicchia quindi, e i territori di allevamento vanno da Burano a Pellestrina fino a Chioggia. 

Il settore è in sofferenza, molti barchini sono in vendita sui siti appositi e molte concessioni dei vivai vengono restituite.

Sopravvivono, e bene, i pescatori abusivi.

Una tradizione, un mestiere che rischia di scomparire e che per sopravvivere necessita almeno di un maggior controllo


lunedì 9 maggio 2022

PESCA - BALDIN, STECCO E VERONESE (M5S): "MERCATO ITTICO, ARMELAO FACCIA COME NOI, SCELGA LA COMPETENZA"


Chioggia, 9 maggio 2022 - 
«Ci permettiamo di dare un consiglio al sindaco: chiuda una volta per tutte con la vecchia politica, abbia il coraggio di fare una cosa nuova e segua l'esempio della precedente amministrazione. Noi abbiamo sempre scelto le persone sulla base del curriculum, senza guardare al colore politico».

Questo il commento degli esponenti del MoVimento 5 stelle, la consigliera regionale Erika Baldin e i consiglieri comunali Daniele Stecco e Marco Veronese, in merito alle nomine dei vertici del Mercato ittico di Chioggia.

«Lo hanno spiegato bene gli operatori, se parliamo di risultati e di competenze si fa veramente fatica a mettere in discussione la figura e l'operato di Emanuele Mazzaro. Anzi vogliamo ringraziarlo per aver confermato la sua disponibilità. Speriamo che la scelta del sindaco alla fine ricada su di lui, anche se questo significherebbe ammettere che l'amministrazione Cinque Stelle all'epoca aveva saputo scegliere la figura giusta. Sarebbe un bel messaggio per la città, quale miglior prova che il sindaco mette gli interessi della comunità prima delle logiche di partito?».

sabato 7 maggio 2022

IL CARO GASOLIO STA METTENDO LA PESCA IN GINOCCHIO


Ieri si è tenuta una riunione tra armatori delle barche che pescano con i ramponi, delle marinerie di Molfetta, Ortona, Ancona, Vasto, Civitanova Marche, Fano, Porto San Giorgio, Giulianova, Fiumicino, Termoli, Anzio, Civitavecchia, Rimini e Calabria, la quale ha delegato le marinerie presenti.

Motivo del discutere la situazione attuale che ogni giorno si fa più pesante. Il caro gasolio sta continuando, con i suoi aumenti di costo quasi quotidiani, a mettere in difficoltà gli armatori e le marinerie. 

Alla riunione era assente l’alto Adriatico che domani, domenica 9 maggio, si troverà a Rimini. Saranno quindi coinvolti nell’incontro i capigruppo più rappresentativi delle marinerie che vanno da Ancona verso nord, Chioggia inclusa. 

L’intento è quello di preparare un documento comune da presentare al ministero facendo richieste specifiche e dando dei tempi ben precisi perché le stesse vengano accolte.

Una nuova riunione si terrà in seguito a Chioggia. 




Nel caso in cui la situazione non subisse modifiche, gli armatori saranno costretti a fermare le barche con tutte le conseguenze che ne deriveranno a partire dallo sbarcare i marinai. Si tratta di una forza lavoro di 32mila lavoratori, padri di famiglia, che di punto in bianco sarebbero lasciati a casa.

Lo Stato sta promettendo ma tarda a mantenere le promesse. Non riesce a dare i ristori promessi, il credito d’imposta, i fondi per il Covid, i fondi per il Caro Gasolio.

Questa è la voce che sta pesando maggiormente sulla marineria, il Caro Gasolio.

Questo aumenta di settimana in settimana e c’è già chi lo paga 1,24 al litro, facendolo rimanere la voce che incide di più sulla spesa di gestione del battello. 

Mai la pesca ha vissuto un periodo così tragico negli ultimi anni, peggiore anche di quanto è stato durante gli apici del Covid.

Il problema non è solo degli armatori ma anche dell’equipaggio che non ha misure sussidiarie adeguate. La Cisoa, di cui tanto si è parlato quasi osannandola, ora fa solo cassa e non è adeguata per il settore ma servono sussidi, serve una cassa integrazione, serve il blocco dei mutui.



La paura è che gli equipaggi decidano di rimanere a casa usufruendo del reddito di cittadinanza, e che più di qualcuno possa trovare qualche lavoro da fare in nero per arrotondare, mettendo in crisi il settore. Basta che manchi uno all’appello per far venire meno il minimo tabellare e costringere l’unità da pesca a stare a casa.

Domani la riunione dei “ramponanti” dell’alto Adriatico, sperando che lo Stato cominci a sentire il grido di aiuto che si sta sollevando.


mercoledì 4 maggio 2022

UN PASSO AVANTI PER PRODUTTORI ITALIANI - IL RISO È INCLUSO TRA I PRODOTTI SALVAGUARDATI DALLA CONCORRENZA SLEALE



Il riso viene incluso tra i prodotti che nel mercato dell'Unione Europea godranno di una salvaguardia automatica dalla concorrenza sleale di Paesi terzi.

Dal Parlamento Europeo viene fatto un passo avanti importante per i nostri risicoltori, che rappresentano circa il 50% della produzione europea, e che in questi anni hanno subìto pesanti contraccolpi per via dei dazi agevolati concessi da Bruxelles alle importazioni asiatiche, dalla Cambogia al Myanmar, afferma Rosanna Conte, eurodeputata. 

La Lega ha dato battaglia contro questa forma palese di concorrenza sleale, così come ha sollevato da tempo i rischi dell’accordo commerciale con il Vietnam.

Il regolamento sul sistema di preferenze generalizzate (SPG) ora consentirà di far attivare in modo automatico la reintroduzione dei normali dazi tariffari in caso di gravi difficoltà del mercato. Questo diminuirà la burocrazia e i relativi costi per i produttori italiani, ribadisce la Conte

Il riso è un’eccellenza del made in Italy che va tutelata, anche per il bene della sovranità alimentare europea. E conclude: Continueremo a batterci perché i nostri produttori continuino a ricevere il giusto supporto, anche per quanto riguarda i pagamenti diretti della Pac


GLI OPERATORI DEL MERCATO CHIEDONO CHE IL DIRETTORE ATTUALE RESTI AL SUO POSTO

Non è mai successo che, a gran voce, tutte le categorie chiedessero che un direttore rimanesse al suo posto, tanto più al mercato ittico di Chioggia.

Il parere di chi vive e lavora nel mercato è che la conduzione fatta in questi ultimi anni dall'avv. Emanuele Mazzaro abbia dato una svolta importante, a favore dell’innovazione del mercato e di riflesso nella luce della città. Il timore è che una scelta politica diventi in questo momento catastrofica. Gli operatori, persone concrete, che amano agire più che parlare, riconoscono il merito e il valore dell’avvocato e oggi hanno messo la faccia su un appello fatto a chi ha il potere decisionale di mantenere Mazzaro al posto che ora occupa. La sua conferma era quasi data per scontata ma, all’ultimo momento, il posto si è trovato a barcollare pericolosamente e chi opera nell’area del mercato ha cercato di correre ai ripari lanciando un appello importante, una testimonianza del valore riconosciuto, delle capacità di portare il mercato, e di riflesso la città, sulla bocca di operatori del settore e non al di fuori del territorio, creando sinergie fino a ieri inaspettate, facendo convergere nell’area del mercato cultura, storia, gastronomia e tradizione. Mazzaro in questo percorso ha imparato a guardare il mercato sotto una luce diversa dandogli opportunità mai pensate prima. Ora ha altri progetti da approfondire a beneficio del mercato, della sua visibilità e di conseguenza di quella di Chioggia. Nessuno degli operatori vuole che questi progetti restino in un cassetto. Il mercato ha un‘opportuità di crescere, è giusto dargliela.

martedì 3 maggio 2022

L'ITTICO - MAZZARO DEVE RESTARE ALLA DIREZIONE DEL MERCATO


A poche ore dal termine del mandato di Emanuele Mazzaro alla carica di direttore del Mercato Ittico e da amministratore unico di SST, si percepisce un clima di agitazione che sembra provenire da tutte le categorie coinvolte nella vita del Mercato Ittico all’Ingrosso di Chioggia.

La paura, quasi tangibile, è che il direttore venga sostituito da un’altra persona.

A sentire gli operatori solo Mazzaro potrebbe succedere a Mazzaro. Mai come in questi ultimi tempi il Mercato è stato valorizzato, mai gli è stata data la stessa importanza, che di riflesso si riversa sulla città. 

Nessuno prima di lui aveva mai pensato neppure di dare un’identità allo stesso palazzone dove sorge il mercato è c’è voluto lui, un avvocato di Padova, per capire che il Mercato aveva bisogno di ripartire dall’insegna.

Molte migliorie sono state fatte nella struttura, anche  grazie ai fondi europei, ma non stiamo parlando solo  di migliorie strutturali.

Enormi sono state quelle che hanno permesso che il Mercato venisse percepito non solo come un magazzino dove comprare e vendere pesce, ma come un luogo dove le realtà dell’ittico potessero confrontarsi.


L’apice di questo crescendo doveva svolgersi in questi giorni, con gli Stati Generali della Pesca, i primi giorni di maggio, un’idea di Mazzaro, passata non si sa come alla Regione.

La sala riunione del mercato si è fatta simposio dove sono passate personalità di tutto rispetto nel mondo della pesca, dando valore e lustro al Mercato. Non più limitato alla sala aste.

Lecito da parte degli operatori che in questi tempi hanno visto una crescita di valore spaventarsi all’idea di dover ricominciare da capo con un altro direttore; comprensibile il timore che chi possa succedergli non abbia la stessa attenzione per dare importanza alle categorie che vivono nell’ittico.  

Mai prima d’ora queste ultime si sono unite così a chiedere, a gran voce, che il direttore del mercato resti al suo posto.


Forse l’essersi esposto politicamente durante le ultime elezioni non sta facendogli un favore, e forse è il più grande passo falso che poteva fare, uomo che nasce tecnico e non politico. Le lusinghe di una carica possono far perdere il focus, ma il focus principale, il bene del mercato ittico e la volontà di farlo crescere, quello non si è mai perso. 


Per poter svolgere al meglio questo compito si è rivelato necessario rimanere al di fuori dei giochi politici, averlo capito subito ha fatto si che Mazzaro facesse un passo indietro.


Nessuna discussione sul fatto che il mercato vada scisso da SST, sarebbe un’altra opportunità perchè il focus diventi ancora più centrale e meno dispersivo. la realtà ittica, ricordiamolo, è una delle realtà economiche di Chioggia di maggior valore, maggior attenzione avrà maggiori saranno le sue potenzialità.