sabato 7 maggio 2022

IL CARO GASOLIO STA METTENDO LA PESCA IN GINOCCHIO


Ieri si è tenuta una riunione tra armatori delle barche che pescano con i ramponi, delle marinerie di Molfetta, Ortona, Ancona, Vasto, Civitanova Marche, Fano, Porto San Giorgio, Giulianova, Fiumicino, Termoli, Anzio, Civitavecchia, Rimini e Calabria, la quale ha delegato le marinerie presenti.

Motivo del discutere la situazione attuale che ogni giorno si fa più pesante. Il caro gasolio sta continuando, con i suoi aumenti di costo quasi quotidiani, a mettere in difficoltà gli armatori e le marinerie. 

Alla riunione era assente l’alto Adriatico che domani, domenica 9 maggio, si troverà a Rimini. Saranno quindi coinvolti nell’incontro i capigruppo più rappresentativi delle marinerie che vanno da Ancona verso nord, Chioggia inclusa. 

L’intento è quello di preparare un documento comune da presentare al ministero facendo richieste specifiche e dando dei tempi ben precisi perché le stesse vengano accolte.

Una nuova riunione si terrà in seguito a Chioggia. 




Nel caso in cui la situazione non subisse modifiche, gli armatori saranno costretti a fermare le barche con tutte le conseguenze che ne deriveranno a partire dallo sbarcare i marinai. Si tratta di una forza lavoro di 32mila lavoratori, padri di famiglia, che di punto in bianco sarebbero lasciati a casa.

Lo Stato sta promettendo ma tarda a mantenere le promesse. Non riesce a dare i ristori promessi, il credito d’imposta, i fondi per il Covid, i fondi per il Caro Gasolio.

Questa è la voce che sta pesando maggiormente sulla marineria, il Caro Gasolio.

Questo aumenta di settimana in settimana e c’è già chi lo paga 1,24 al litro, facendolo rimanere la voce che incide di più sulla spesa di gestione del battello. 

Mai la pesca ha vissuto un periodo così tragico negli ultimi anni, peggiore anche di quanto è stato durante gli apici del Covid.

Il problema non è solo degli armatori ma anche dell’equipaggio che non ha misure sussidiarie adeguate. La Cisoa, di cui tanto si è parlato quasi osannandola, ora fa solo cassa e non è adeguata per il settore ma servono sussidi, serve una cassa integrazione, serve il blocco dei mutui.



La paura è che gli equipaggi decidano di rimanere a casa usufruendo del reddito di cittadinanza, e che più di qualcuno possa trovare qualche lavoro da fare in nero per arrotondare, mettendo in crisi il settore. Basta che manchi uno all’appello per far venire meno il minimo tabellare e costringere l’unità da pesca a stare a casa.

Domani la riunione dei “ramponanti” dell’alto Adriatico, sperando che lo Stato cominci a sentire il grido di aiuto che si sta sollevando.


Nessun commento:

Posta un commento