venerdì 29 gennaio 2021

MOSE, I “FALSI ALLARMI” CREANO PROBLEMI ALLA MARINERIA DI CHIOGGIA: TRE VOLTE IN 7 GIORNI NON SAPEVA SE USCIRE IN MARE O RINUNCIARE

Per la marineria di Chioggia, ultimamente, non c'è stato solo il problema del Mose quando venivano sollevate effettivamente le paratoie, ma anche quello dei "falsi allarmi". Gli armatori infatti denunciano di aver ricevuto tre volte messaggi in una settimana (martedì, mercoledì e in vista di sabato) che paventavano l'ipotesi di una marea sostenuta e quindi del rialzo delle barriere.

«Non sappiamo mai se uscire - dice Elio dall'Acqua - perché si corre il rischio di dover restare oltremodo in mare, oppure di non lavorare per giorni, decidendo di non muovere i pescherecci». Con le nuove procedure di precauzione (+30 centimetri dai valori previsti), diventa ancora meno programmabile l'attività: «Chi era in mare è tornato alla svelta, a scapito della sicurezza».
La consegna del porto rifugio, con la conca di navigazione, pare slittare di ulteriori 4 mesi: eppure le immagini dall'alto rivelano che ormai i lavori sono stati eseguiti, e mancherebbero solo gli ormeggi.

giovedì 14 gennaio 2021

PESCA, INCONTRO TRA LA FAI CISL E L'ASSESSORE REGIONALE CORAZZARI: CHIESTA LA PRESENZA DELLE PARTI SOCIALI AL TAVOLO AZZURRO REGIONALE

Questa mattina il sindacalista Pierpaolo Piva della FAI CISL ha incontrato l’assessore regionale alla pesca, Cristiano Corazzari. Tra i temi trattati, il funzionamento e l’agibilità delle conche di entrata e uscita (soprattutto quella di Chioggia) quando si alzano le paratie del Mose; la sicurezza a bordo delle navi da pesca, la crisi che causa pandemia sta investendo questo settore con il rischio di perdere posti di lavoro e un ammortizzatore sociale strutturato per il settore, sul modello della CISOA agricola.
Quest’ultimo tema, rileva il sindacato, ha bisogno della sinergia di tutti gli attori protagonisti: parti sociali, associazioni di categoria e istituzioni, a livello nazionale ma anche a regionale. «La FAI CISL - dice Piva - fin dai primi anni 2000 segue questo settore con molta attenzione e interesse, il lavoro del pescatore è molto faticoso sopratutto se ci si trova dalla parte del lavoratore dipendente.
L’incontro con il nuovo assessore è stato un’occasione di confronto attorno ai problemi del personale imbarcato, che a volte coincidono con quelli degli armatori, mentre a volte prendono strade diverse». La FAI CISL ha chiesto inoltre la presenza delle parti sociali al tavolo azzurro regionale, che ad oggi manca di una componente importantissima per la concertazione e condivisione di idee e progetti volti alla tutela delle marinerie del Veneto.

RECOVERY FUND, LA LEGA: «NEANCHE UNA RIGA NÉ DENARO PER AMMODERNARE LA FLOTTA PESCHERECCIA E PER L'ACQUACOLTURA, È UN GOVERNO DI MATTI»

Il deputato Lorenzo Viviani, capo dipartimento Pesca della Lega, critica la politica del governo riguardo il settore, con specifico riferimento al Recovery Plan europeo appena approvato. «Per il governo la pesca in Italia non esiste - esordisce il membro del Parlamento - anzi, neanche una riga. Ammodernamento delle flotte e acquacoltura per Conte e il suo esecutivo valgono zero, la stessa cifra che hanno inserito nel piano per utilizzare il Recovery Fund.
Un intero settore completamente dimenticato, una delle marinerie più importanti e produttive a livello europeo, nonostante l'alto livello di anzianità dei natanti adoperati. La coltura dei molluschi, per esempio, è fondamentale anche per la salute dei mari. Il Recovery Fund - prosegue il deputato leghista - era l'occasione giusta per aiutare pescatori e acquacoltori a essere più competitivi, con una dotazione sostenibile per l'ambiente e più moderna per la sicurezza dei lavoratori. Un comparto che vale quasi 2 miliardi e con decine di migliaia di posti di lavoro viene del tutto ignorato. Ma questo è un governo di matti», conclude Lorenzo Viviani.

mercoledì 13 gennaio 2021

IMBARCAZIONE DI ALBARELLA IN FIAMME TRA L'ADIGE E PORTO CALERI: PESCHERECCIO CHIOGGIOTTO METTE IN SALVO LE DUE PERSONE A BORDO

Questa mattina alle ore 11.10, nelle acque a due miglia da Porto Caleri, il peschereccio chioggiotto Doria D ha soccorso in mare un'imbarcazione di Albarella, l'Ambra I, che -semiaffondata- aveva preso fuoco probabilmente a causa di un corto circuito. A bordo dello scafo c'erano due persone, che sono state messe in salvo dall'equipaggio del peschereccio.

I soccorsi della Guardia Costiera di Chioggia, prontamente contattati dai pescatori, sono arrivati in 25 minuti: «Sarebbe stato più difficile recuperare le persone se si fossero gettate in acqua», racconta Fabio Doria, uno degli artefici della meritoria operazione. La Capitaneria di Porto di Chioggia ha aperto un'inchiesta amministrativa, finalizzata ad accertare le modalità dell'accaduto.

venerdì 8 gennaio 2021

ANCORA UN SEQUESTRO DI VONGOLE IN LAGUNA DA PARTE DELLA GUARDIA DI FINANZA DI CHIOGGIA, CON LE STESSE MODALITÀ DEL PRECEDENTE

Dopo il maxi sequestro del giorno precedente, con ben 5 tonnellate di vongole scoperte dalla Guardia di Finanza di Chioggia sopra un'imbarcazione nella laguna di fronte a Pellestrina, un altro episodio del genere si è verificato la scorsa notte, in località Sacca del Toro. Gli uomini delle Fiamme Gialle, a bordo dei loro motoscafi, hanno rinvenuto 3300 kg di bivalvi, in due piattaforme nel mezzo della laguna sud, sanzionando la cooperativa titolare della concessione con un'ammenda di 2000 euro.
Uno dei soci, tuttavia, nel darne notizia assicura che il reato non sarebbe stato compiuto dall'impresa, bensì da terze imbarcazioni che si sarebbero servite indebitamente dello spazio acqueo e della struttura, proprio per depositare i molluschi dopo l'irregolare battuta di pesca, allo scopo di tornare in città senza i frutti di mare a bordo, e quindi evitando contestazioni da parte dei finanzieri.

giovedì 7 gennaio 2021

MERCATO ITTICO IN FLESSIONE A FINE ANNO, MAZZARO: «IL 2021 SARÀ L'ANNO DELLE VENDITE DA REMOTO. E RECUPEREREMO IL RELITTO DELL'ADELINDA»

Il direttore del mercato ittico di Chioggia, Emanuele Mazzaro, ha fatto il punto stamane a riguardo del bilancio complessivo della struttura, in uno degli anni più difficili della sua storia. «La fine dell'anno è andata come ci aspettavamo - ha detto Mazzaro alle telecamere di Chioggia Azzurra - e abbiamo concluso circa col 25% in meno di fatturato rispetto al 2019.

Dato ampiamente previsto, considerando che già nei mesi precedenti era stata registrata una diminuzione del 20%. Sono numeri accettabili nella loro negatività, considerando che il mercato è sempre rimasto aperto nonostante la chiusura di ristoranti, hotel e catering soprattutto in primavera».
Il 2021 porterà novità in merito alla vendita da remoto: «Creeremo le basi per chi lavora nel mercato - conclude il direttore - di penetrare nel mercato nazionale e internazionale». Entro la fine di gennaio dovrebbero essere anche rimossi gli ostacoli burocratici e pignoratizi relativi allo scafo del peschereccio Adelinda, naufragato il 7 settembre 2020, il quale verrà poi rimosso dall'impresa Boscolo Bielo.

sabato 2 gennaio 2021

MOSE: L’8 DICEMBRE ERA IN “VACANZA”, A FINE ANNO ALZATO ANCHE SE NON SERVIVA. STANOTTE PESCATORI ANCORA PENALIZZATI DALL'INCERTEZZA?

Ancora grane nel rapporto tra le barriere del MOSE e i pescatori della marineria di Chioggia. Dopo che anche questa mattina le grandi paratoie gialle sono rimaste sollevate fino alle 13.30, sia alla bocca di porto di Sottomarina che a quelle del Lido, per via di un picco mareale segnalato di poco sopra il metro attorno alle 11, c'è apprensione tra gli armatori per ciò che potrebbe accadere la prossima notte.

Tra l'1.10 e le 2 infatti è previsto un nuovo massimo di marea con 105 cm a Venezia e 101 a Chioggia, pur in permanenza di un margine precauzionale di errore di ben 30 centimetri. Quest'ultima circostanza rende possibile il nuovo sollevamento del MOSE già dopo la mezzanotte, con eventuale abbattimento alle 2.30 e navigabilità alle 4.30. Senza contare che fino a 130 centimetri, per Chioggia, soccorre il Baby Mose.

Il problema, nello specifico, è che i pescherecci non possono uscire in mare prima dello scoccare di mezzanotte: già in passato i tentativi di anticipare l'uscita sono stati sanzionati dalla Guardia Costiera secondo regolamento. Ma -dicono gli uomini di mare- «se usciamo dopo mezzanotte troveremo il canale occluso dalle barriere», per il cui sollevamento le operazioni inizierebbero già attorno alle 23.

Quest'alea di incertezza inasprisce dunque i disagi di chi affronta il mare per lavoro: giovedì mattina erano rimaste bloccate dieci imbarcazioni vongolare, e il problema potrebbe presentarsi anche per gli scafi destinati all'emergenza. Oltre alla conca di navigazione, i pescatori chiedono comunicazioni certe e non possibilistiche, visto che da esse dipende la loro giornata di lavoro o meno.

Purtroppo l'impressione che se ne ricava è che il MOSE -benedetta la sua entrata in funzione e tutti i benefici che potrà apportare alle popolazioni lagunari- sia diventato come un gioco ricevuto a Natale da bambini, di quelli che inebriano e con i quali si voleva giocare a raffica durante le festività, abbandonando gli interessi precedenti: finché ci si stufava o il gioco si rompeva da sé.