Da Bruxelles trapelano in questi giorni insistenti voci di una ulteriore riduzione dello sforzo di pesca richiesto alle marinerie mediterranee e adriatiche, e l'attesa è tutta per la seduta odierna del Consiglio dei Ministri europei della pesca. Anche l'ambiente ittico di Chioggia sta reagendo alla questione, e oggi dalle ore 16.30 le sirene dei pescherecci ormeggiati nei canali torneranno a risuonare per un minuto, in segno di adesione alla protesta lanciata dall'Alleanza delle Cooperative Italiane. Le previsioni parlano di una nuova riduzione del 15%, seguente a quella che qualche mese fa aveva comportato il taglio del 10% allo sforzo di pesca: questa misura andrebbe a incidere in modo pesante nell'economia di un settore fiaccato dall'emergenza sanitaria e dalla contrazione di vendite e consumi.
Le speranze sono riposte nella ministra Bellanova, cui si rivolge anche l'eurodeputata Rosanna Conte: «È possibile - dice l'esponente della Lega - porre il veto, consapevoli del fatto che tale provvedimento colpirebbe ancor di più la pesca a strascico, con meno di 170 giornate di pesca l'anno, e costi superiori ai ricavi. Ma anche il governo nazionale, nell'ambito del Recovery Fund, non ha un piano per la filiera ittica». In questa battaglia, i politici italiani dovrebbero trovare supporto in quelli francesi e spagnoli, nazioni che sarebbero analogamente colpite.
Fa eco la consigliera regionale Erika Baldin: «Ridurre le giornate di pesca in mare, in questo momento storico, è pazzesco. Sto interessando il governo e i parlamentari europei del Movimento 5 Stelle per far sì che venga scongiurata qualsiasi iniziativa del genere. Mi faccio portavoce delle sacrosante richieste dei pescatori, che chiedono soltanto di poter lavorare. Occorre anche rafforzare gli stanziamenti nella legge di bilancio italiana per il 2021, e con il Recovery Fund è possibile convertire in senso ambientale e sostenibile l'intera flotta peschereccia italiana, che è in molti casi obsoleta e con motori inquinanti».
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