Appena compiuti sessant'anni di attività, il mercato ittico all'ingrosso di Chioggia si lancia verso il futuro. Il Comune infatti, in collaborazione con la società partecipata SST e l'Università Ca' Foscari di Venezia, ha messo a punto un progetto per l'informatizzazione del processo di vendita, del valore di 85mila euro, e al proposito ha chiesto di partecipare al bando regionale finanziato dai fondi europei del FEAMP.
Si tratterebbe, spiega il direttore Emanuele Mazzaro, di una modalità complementare e non sostitutiva di quella tradizionale all'orecchio, peraltro ora frenata dalle restrizioni sanitarie: «Un'asta completamente digitale, con il nastro centrale e il prodotto che attraversa il mercato - dice Mazzaro in collegamento con Chioggia Azzurra - non è compatibile con il mercato di Chioggia, che si regge sopra l'attività di circa 15 commissionari, mentre può avere luogo già altrove».
Tuttavia, la digitalizzazione della sala asta consente di spostarsi in avanti, mantenendo l'asta a orecchio in alcuni casi e negli altri consentire la contrattazione via telefono e online, anche da remoto: «L'intento - continua il direttore del mercato - è trasformare la sala aste in una sorta di Borsa del mare Adriatico, dove i prezzi scorrono contestualmente alle vendite, e tutto viene trasmesso in tempo reale nel sito e nei network del mercato stesso».
Tutti i commissionari avranno la possibilità di usare nuovi sistemi, nel caso il Comune riesca ad aggiudicarsi il bando: «Servirà un regolamento ad hoc per la novità - prosegue il direttore Mazzaro - e poi un periodo di transizione e di prova, per abituare le persone a utilizzare questi nuovi strumenti. Dopo di che, parte di coloro che entrano al mercato per acquistare il pesce potrà farlo dal proprio ufficio: in questo modo Chioggia si aprirà a mercati nuovi, anche dall'estero. Da definire rimarranno le questioni legate alla logistica e al trasporto».
Nella disgrazia accaduta quest'anno con il Coronavirus, anche un risvolto "positivo" dell'emergenza, che ha accelerato i sistemi da remoto già pronti tuttavia sulla rampa di lancio: «Erano possibili anche prima - conclude Emanuele Mazzaro - ma bisognava comunque arrivarci, e trasmettere un'immagine di apertura al futuro e agli altri Paesi».
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