Si è riunito mercoledì scorso al Ministero delle Politiche Agricole il tavolo di consultazione permanente per la pesca e l'acquacoltura. Nella circostanza, è maturato come il numero delle giornate di fermo biologico 2021 non dovrebbe variare più di tanto rispetto all'anno in corso. L'orientamento ministeriale, però, è volto ad assegnare un plafond massimo di giornate di pesca, distinguendo per tipo di imbarcazione e per aree geografiche (GSA), lasciando a ogni armatore la facoltà di scegliere quando effettuare quelle di fermo aggiuntivo, con la massima flessibilità.
Rimangono tuttavia fermi sia il periodo di arresto temporaneo obbligatorio continuativo, sia le limitazioni già previste nei piani di gestione. «Ciò che preoccupa i sindacati - spiega Pierpaolo Piva della FAI CISL - è la riduzione drastica e continua dello sforzo di pesca: quando si ridimensiona un'azienda occorrono ammortizzatori sociali strutturati e altre forme di welfare, cosa che invece a tutt'oggi manca nel settore pesca. Auspico che venga trovata presto una soluzione, pena il collasso del sistema in Italia».
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