sabato 5 febbraio 2022

LA PESCA HA BISOGNO DEL SOSTEGNO DI TUTTI E DI COESIONE NEL SETTORE

Incontro questa mattina con due armatori della flotta chioggiotta, Elio Dall’Acqua armatore del m/p Jolly e Denis Padoan del m/p Superbo, preoccupati seriamente per la situazione che si sta innescando a causa dell’aumento del carburante.

Come spiega Padoan, il Superbo è dovuto stare agli ormeggi per una ventina di giorni a causa di contagi e conseguenti quarantene a bordo. Prima della quarantena aveva riempito i serbatoi, pagando la nafta a circa 73 centesimi al litro, vedendola dopo un mese a circa 80 centesimi. Parlando al litro non ci si rende conto di quello che è il costo per l’armatore ma parlando di spesa per riempire i serbatoi si è passati da circa 13,000 quasi 15,000 euro  mensili. Non è questo l’unico aumento che la categoria ha visto, notevoli aumenti anche nelle attrezzature, a partire dalle cassette di polistirolo, al materiale per fare le reti, aumentato del 30%, ai sacchetti per contenere bivalvi e murici, aumentati di quasi il 10%

Il forte incremento di prezzo del carburante degli ultimi giorni ha messo in agitazione la flotta chioggiotta con un tam tam di messaggi tra un motopeschereccio all’altro chiedendosi come affrontare la situazione.

Un aumento che mette fortemente in crisi il settore in quanto non può avere rivalsa sul prodotto venduto: mettere il pesce a un prezzo troppo alto al mercato per rientrare nelle spese renderebbe il prodotto troppo costoso e allontanerebbe gli acquirenti. 

La protesta che i pescatori hanno deciso di attuare, riferisce Dall’Acqua vuole essere pacifica e non vuole creare problemi agli altri settori, pertanto si è deciso di coinvolgere tutte le marinerie d'Italia a partire da Mazara del Vallo fino a Trieste.

A proporre l’iniziativa non c’è alcuna sigla sindacale ma solo armatori e uomini di equipaggio, perché l’aumento non tocca solo il padrone del battello ma anche loro.

In barca i conti si fanno tolte le spese e più alta è la spesa per il gasolio meno resta all'equipaggio da dividersi. 

Se la situazione non dovesse cambiare saranno molti i pescherecci a cominciare a stare attraccati e a non uscire più in mare con tutte le conseguenze anche per l’occupazione. All’armatore conviene mettere in disarmo la barca inattiva piuttosto che tenerla pronta a salpare dovendo garantire il minimo salariale ai marinai e pagando loro i contributi senza uscire in mare. E senza nessun aiuto da parte dello stato, che contribuisce per l’armatore con un fondo minimo ma che non pensa in questo frangente al marinaio a bordo a cui deve pensare l’armatore garantendo il minimo.

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