Questa mattina tre pescherecci adibiti alla pesca delle vongole di mare di Pellestrina sono stati fermati per un controllo dalla Guardia di Finanza della sezione Operativa Navale di Chioggia mentre tornavano da Ca’Roman dopo la battuta di pesca e si dirigevano verso il punto di sbarco di Punta Poli a Chioggia.
I militari hanno contestato il superamento della quota di pescato pro capite (limite di 300 kg per barca) e hanno sequestrato circa 140 kg di molluschi che poi, come prevede la legge, sono stati rigettati a mare. La sanzione prevista è di euro 2.000 per ogni peschereccio per un totale quindi di 6.000 euro di sanzioni.
Al netto di questa “svista” dei pescatori di Pellestrina e che i militari non fanno altro che compiere il loro dovere affinché ci sia la corretta osservanza delle regole ci sembra doveroso ricordare che le organizzazioni di pescatori che gestiscono la pesca della vongola di mare sono, a nostra conoscenza, l’unico esempio di pesca gestita con il rispetto delle risorse marine con determinate quote di pescato per ogni peschereccio eseguendo anche una pesca a rotazione.
Tra le altre distinzioni con la pesca tradizionale c’ė l’osservanza di un periodo di fermo pesca “volontario” (non retribuito)con lo scopo di preservare la risorsa marina, un metodo di lavoro molto piú vicino alla filosofia del coltivatore che del raccoglitore.
Premesso che non si tratta di un’impresa facile ma se la marineria tradizionale riuscisse ad adottare lo stesso metodo dei pescatori di vongole di mare oltre ad esserci un reale rispetto della risorsa ittica risolverebbe non pochi problemi che li affliggono da anni.
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