venerdì 11 febbraio 2022

#salviamolapesca - MANIFESTAZIONE PACIFICA A CHIOGGIA CONTRO IL CARO-GASOLIO


Questa mattina, al Mercato Ittico all’Ingrosso di Chioggia, è stato il suono della sirena che da il via all’asta, a dare il la perché rispondessero all’unisono tutte le trombe e le sirene dei motopescherecci ormeggiati sulle banchine del mercato, facendo sentire il loro grido alla città e a tutta Italia essendo presenti anche le telecamere di varie reti regionali e nazionali oltre a quelle locali, tra le quali non poteva mancare la nostra.

La motivazione dell’agitazione del settore della pesca vede il fulcro nell'aumento senza freno del prezzo del carburante, che sta facendo diventare antieconomico per le unità da pesca uscire in mare.

Soprattutto ora, momento in cui si sta entrando nella stagione in cui c’è più carenza di prodotto, il quale si sposta e migra verso altre aree di pesca.

Al caro gasolio si aggiungono i problemi derivanti dal Mo.S.E. o meglio dalla situazione finanziaria del Consorzio Venezia Nuova la quale sta bloccando i lavori ai cantieri delle opere compensative, tra cui il porto rifugio e le conche di navigazione, il cui completamento permetterebbe l’ingresso al porto a barriere Mo.S.E sollevate e il farlo in sicurezza, soprattutto con condizioni meteomarine avverse.

Alla lista dei colpi che vengono inferti al settore della pesca ci sono le direttive dell’Unione Europea, sia quelle già definite che quelle allo studio.


A cominciare dalle giornate di fermo pesca in aggiunta ai vari fermi biologici e tecnici che porteranno i pescatori a lavorare due giorni e mezzo la settimana pagando però i contributi per 7, dovendo inoltre dare ai marinai il minimo garantito. 

Gli armatori sono mortificati, delusi e amareggiati, perché garantire il minimo all’equipaggio, ora con la spesa del gasolio aumentata e in via di ulteriori aumenti diventa sempre più difficile. La distribuzione delle quote derivate dal pescato avviene dopo aver sottratto le spese. Aumentando una delle spese più consistenti, quella appunto del gasolio, si riduce la porzione di guadagno di cui fare parti. L’aumento del gasolio tocca quindi gli armatori e anche gli equipaggi. Ma tocca anche gli autotrasporti e alla manifestazione hanno partecipato dando fiato alle loro trombe anche gli autoarticolati che ieri si trovavano nell’area del mercato e che hanno dato il loro contributo a rendere ancora più forte l’eco della manifestazione.


Altre marinerie italiane hanno partecipato alla manifestazione, varie sono state quelle che hanno partecipato facendo suonare le trombe dai loro ormeggi. Come ad Ancona, dove le sirene dei pescherecci hanno suonato alle 12 per sensibilizzare l’opinione pubblica. Alcune marinerie in altre zone si sono già fermate, un rischio sempre più probabile se non dovessero subentrare rimedi e soluzioni.

Hanno partecipato a fianco degli armatori, il direttore del Mercato Ittico Emanuele Mazzaro, i consiglieri regionali Marco Dolfin e Jonatan Montanariello oltre che il Sindaco Mauro Armelao, assessore alla Pesca.


A rischio in tutta Italia sono migliaia di posti di lavoro. Un problema sociale che si connette a un problema economico che coinvolge un’intera categoria e l’indotto. Senza tenere in conto che ciò potrà favorire la vendita in Italia del prodotto oltre confine facendo finire, nelle nostre tavole, dove la pesca è storia, cultura e tradizione, pescato non nostrano, lasciando in ginocchio i nostri pescatori.


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