Un rischio che spesso corrono i pescherecci d’altura è sforare le acque internazionali e invadere le acque territoriali di un altro Paese.
Proprio in questi giorni da parte del Comandante della Capitaneria di Porto Dario Riccobene è partita una mail destinata alle marinerie di Chioggia in cui è stato evidenziato che durante le operazioni di monitoraggio da remoto effettuate dallo stesso Comando, sono stati avvistati pescherecci che rischiavano di invadere le acque territoriali croate.
La segnalazione che ha fatto scaturire il controllo è partita dal 9° Centro di Controllo Area Pesca di Venezia e dalle stesse autorità croate. Si sono ravvisate in questo contesto occasionali interferenze tra i percorsi di alcuni motopescherecci durante l’attività e i confini tra le acque internazionali e quelle territoriali della Croazia.
Dalla Capitaneria di Porto di Chioggia è quindi partito un invito a tutti i comandanti delle unità da pesca, che come porto base hanno il Compartimento Marittimo di Chioggia, di tenersi al di fuori delle acque territoriali croate, indipendentemente che si sia in fase di pesca o solo di transito, cercando di mantenere una distanza adeguata dal confine, almeno di 0,3 o 0,5 miglia nautiche. Ciò per non correre il rischio di contravvenzione.
Non sarebbe la prima volta che un peschereccio chioggiotto viene fermato all’interno delle acque territoriali croate e accompagnato dalla Guardia Costiera a raggiungere il porto di competenza. Le sanzioni emesse non sono mai di lieve entità e fino a quando non vengono pagate il peschereccio non può lasciare il porto. Inoltre si rischia la confisca non solo del pescato ma anche dell'attrezzatura da pesca.
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