Questa mattina, all’Auditorium San Nicolò, in Centro Storico a Chioggia, si è tenuta una riunione che ha coinvolto il mondo della pesca chioggiotto sull’onda della riunione analoga che ha visto impegnate le marinerie Adriatiche a Civitanova Marche lo scorso sabato. L'incontro di oggi ha visto la partecipazione di quasi tutti gli armatori della flotta chioggiotta.
Organizzata dall’armatore Elio Dall’Acqua ha visto la presenza del sindaco Mauro Armelao, intervenuto non appena si è liberato da impegni presi precedentemente, il vicesindaco, Daniele Tiozzo Brasiola, il Presidente del Consiglio Comunale, Beniamino Boscolo, e il Consigliere Regionale Marco Dolfin. Al tavolo di discussione altri due armatori, Penzo Roberto Tanfa e Zennaro Gimmy. Tra il pubblico presenti anche le Federazioni con i loro esponenti: Antonio Gottardo; Marco Spinadin, Alessandro Faccioli e Luigino Pela che hanno dato un contributo consistente e competente alla discussione. Presente anche il Direttore del Mercato Ittico Emanuele Mazzaro.
La riunione, organizzata in velocità tra sabato sera e domenica, ha visto la disponibilità completa di tutti, a partire dall’amministrazione comunale, a coloro che sono intervenuti, i quali, seppur presi da altri impegni precedenti, hanno trovato il modo di essere presenti vista l’importanza dell’argomento trattato.
L’argomento è preoccupante, il caro bollette sta mettendo in seria difficoltà famiglie e attività produttive, ha affermato il vicesindaco, sottolineando la difficoltà che sta vivendo il settore della pesca, al fianco del quale si pone l’amministrazione comunale.
Il Presidente del Consiglio riconosce che il problema deve essere affrontato a livelli più alti, in ambito nazionale e regionale e non solo comunale, ma ha comunque messo in campo la disponibilità a portare il problema al prossimo Consiglio Comunale al di la dei colori politici.
Roberto Penzo, Tanfa, ha ammesso che la decisione di fermarsi questa settimana è partita a Civitanova Marche ed è stata frutto di una discussione accesa, sostenuta anche dal fatto che questa settimana ci saranno incontri importanti a Roma dove le rappresentanze delle marinerie si troveranno a discutere col sottosegretario Battistoni.Nell’incontro si dovrà tenere presente che le barche sono tutte in banchina. Tutte tranne la Sicilia, che essendo a Statuto speciale ha un’altra organizzazione e alcune marinerie dell’alto Tirreno che non hanno ceduto alla manifestazione. Penzo sottolinea che già il fatto che i media nazionali abbiano riportato che le barche siano ferme è già un segnale, una piccola conquista in quanto il problema che vive la pesca deve essere messo davanti agli occhi di tutti.
Ora che le barche sono ferme, continua, potrebbe essere il momento per ritrovarsi e capire se lo Stato ha qualche indennizzo da mettere in campo per il mondo della pesca.
L’intenzione di Penzo è di stilare un documento e di consegnarlo al presidente della regione Veneto Zaia, chiedendogli che se ne faccia carico sulla scia del sostegno che il Presidente della Regione Marche, Acquaroli, sta dando al settore della pesca marchigiano.
Nel rapporto Stato-Regioni, Penzo riconosce le capacità di Zaia. Intanto parola è stata data alla categoria che prima di lunedì non si torna a uscire in mare e la parola va mantenuta. Per vedere che oggi nessuno uscisse i pescatori hanno fatto una ronda, sono usciti in riva nei pressi degli ormeggi per vedere se qualcuno aveva intenzione di fare il crumiro al di là degli accordi presi.
I problemi sono grossi, continua Tanfa, il gasolio è caro e adesso razionato, i distributori ora vogliono il pagamento in contanti subito e non come accadeva prima, quando la quietanza veniva tenuta in sospeso fino al rabbocco successivo. Comincia ad essere una questione di sopravvivenza.
Non c’è la cassa integrazione, la CISOA per il momento è solo un altro pagamento da effettuare. Sono numerosi i punti da discutere ora. Soprattutto il caro gasolio. Finora il prezzo del pesce, aumentato nel mercato, ha impedito ai pescatori di risentire in modo particolare dell’aumento del gasolio, ma al prossimo pieno la situazione sarà ben diversa, ferma restando l’incertezza del prodotto pescato. Ora serve fare squadra. Tutto l’Adriatico Settentrionale deve agire in modo compatto.
Le richieste che il Presidente delle Marinerie d’Italia Calderoni porterà a Roma, a Tanfa sembrano essere richieste fattibili, si parla della limitazione della riduzione delle giornate di fermo pesca, di chiedere spiegazioni sul motivo dell’aumento del gasolio che sembra essere ingiustificato, richiedere che ne venga calmierato il prezzo alla pompa, e un abbassamento del ticket per lo sbarco dei marinai in caso di infortunio o malattia oltre all’abbassamento del NASPI. Le richieste della marineria chioggiotta aggiungono quella di mettere a disposizione contributi alla categoria. Ci sono spese che riguardano il personale a bordo che a breve aumenteranno, e il settore rischia il collasso.
Ogni marineria cerca un sistema per sopravvivere diverso da regione a regione in quanto ogni marineria ha esigenze di pesca diverse. In questo momento era necessario portare alla luce il problema, conclude Tanfa, per il quale in altri tempi si sarebbe battuto con maniere molto meno flemmatiche.
Secondo Penzo, ora non si può far altro che presentare un documento che accomuni le richieste della categoria al Presidente della Regione.
Sul caro-gasolio interviene Dall’Acqua, ricordando che il gasolio che utilizzano le imbarcazioni da pesca non è gravato da accise, al contrario di quello per autotrazione.
Marco Spinadin ha definito la situazione drammatica. Le cose si sono susseguite con una rapidità che non consente una strategia al volo. Le azioni precedenti erano state programmate con una serie di misure che avevano consentito anche ai rappresentanti politici di poter attivarsi. La situazione mondiale ora pone l’Italia in una situazione difficile anche per le soluzioni energetiche decise dal Governo a suo tempo, le quali non hanno messo in preventivo altre energie che non siano quelle che ci fanno dipendere da Paesi diversi dal nostro. Non sembrano esserci, a questo problema, soluzioni dall’oggi al domani, continua Spinadin, il quale fa notare che sui piani di gestione della pesca da una decina d’anni si preme per la riduzione dello sforzo di pesca, per la riduzione delle aree di pesca, per una pesca sempre più distante dalla linea di costa, con un aumento delle aree SIC e saranno molte le aree in cui sarà interdetta la pesca, in aumento progressivo. A questi problemi si aggiunge il caro-gasolio che da qualche mese si sta facendo sentire, probabilmente dall’inizio dell'inasprimento dei rapporti tra le due nazioni, Russia e Ucraina, prima che sfociassero nella guerra.
Dopo un’attenta disamina sui rigassificatori e sull’esigenza di queste strutture in Italia, Spinadin, ritorna alla nota che dovrà essere stilata per essere consegnata ai rappresentanti nazionali delle federazioni quanto al presidente di regione Zaia.
In essa dovranno figurare richieste di indennizzo, di ristoro, e la richiesta di lavorare in quanto il rischio, con le giornate aggiuntive, è di andare ben sotto la soglia di redditività di impresa. E questo, secondo Spinadin, è uno dei punti fondamentali tra quelli che andranno riportati nella nota. Il futuro della pesca sta nella gestione e nel fare squadra.
Un fermo ad oltranza rischierebbe di provocare l’invasione del pesce proveniente dall'estero al Mercato Ittico locale, afferma Penzo, il quale sostiene che nella gestione della pesca sarebbe da prevedere veramente un numero ridotto di giornate di uscita se le stesse fruttassero in modo adeguato. Il Distretto dell’Alto Adriatico - che comprende le marinerie di Veneto, Friuli Venezia Giulia, Emilia Romagna e forse, un domani, le stesse Marche - va sfruttato, secondo l’armatore, il quale riconosce la difficoltà nel mettere d’accordo tanti pescatori nel perseguire uno stesso obiettivo. Ma ora si tratta di una questione di sopravvivenza.Zennaro Gimmy riconosce come corretta la decisione presa a Civitanova Marche di fermare immediatamente i pescherecci, anche alla luce dell’ulteriore aumento odierno del gasolio e della sua razionalizzazione. Andava fatta subito, ribadisce, serve per dimostrare il malessere del momento che non è vissuto solo dalla pesca. A livello governativo qualche soluzione potrebbe essere trovata, come quando l’economia si è fermata a causa del Covid. Adesso la faccenda va trattata dalle Federazioni, si attende l’esito dell’incontro di mercoledì con Battistoni. Ora è fondamentale andare a lavorare, conclude.
Gottardo afferma che bisogna andare molto cauti sul portare l’attenzione sulle accise, in quanto a Bruxelles è già uscita una direttiva che andrà a penalizzare le energie non pulite e pesca e agricoltura potrebbero uscirne più penalizzate di quanto già non siano. Ma bisogna fare attenzione anche a non incorrere nella procedura di aiuto improprio alle imprese. A parere di Gottardo vanno individuate le forme di aiuto alle imprese che non vadano in discordanza con le direttive comunitarie e individuare le risorse senza perderle a causa della cattiva gestione della stessa pubblica amministrazione.
Raccomanda alla categoria, Gottardo, di non fare emergere in questo momento ciò che è motivo di divisione all’interno della categoria, la quale deve presentarsi unita.
Alessandro Faccioli ha offerto la massima disponibilità da parte della Coldiretti riconoscendo che ora il settore è arrivato a un punto di non ritorno.
Uno tra gli armatori si chiede se il Comune sia pronto alla bomba sociale che potrebbe scoppiare nel caso in cui la marineria si dovesse fermare veramente, considerando che a bordo di ogni unità da pesca sono imbarcati dai 4 ai 5 uomini che portano uno stipendio dalle loro famiglie.
L’esortazione alla necessità per le marinerie di affrontare il problema rimanendo unite è arrivata anche da Luigino Pela, che si interessa delle problematiche della pesca nel rodigino.
Intervenuto anche il consigliere regionale Dolfin, che in questo frangente si è attivato in modo particolare, anche da parte sua un invito alla categoria di mantenere un'unione di intenti. La sofferenza della categoria è tangibile.
Seppur le problematiche del settore siano tante, Dolfin consiglia di focalizzare, ora, l’attenzione sul caro-gasolio e in base a questo problema preparare un documento che vada portato a Zaia e in Regione Veneto. Si augura che nei confronti di questo argomento ci sia unità nel mondo politico.
Ultimo intervento quello del sindaco Mauro Armelao, che in mano propria ha tenuto la delega alla pesca. Il primo cittadino ha offerto la massima disponibilità, per qualsiasi scelta condivisa da tutta la categoria della pesca. Ha esortato la categoria a riprendere il lavoro, ma i pescatori hanno dato la loro parola sul fatto che manterranno il fermo fino a lunedì, e non ritengono giusto rimangiarsela.
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