La seconda discussione che ha visto impegnata la II commissione consiliare ha riguardato il Mo.S.E.
Come poi verrà riportato al termine della seduta dal sindaco, i cantieri per il Mo.S.E. si riapriranno per marzo e i completeranno nell’arco di 18 mesi. Le voci a riguardo sono un po’ confuse in quanto un quotidiano giusto il giorno prima ha dato un'informazione diversa, supponendo tempistiche più lunghe.
L'attenzione sul Sistema MO.S.E. è concentrata in più punti, talmente vasto è l’impatto che questa struttura ha nella nostra comunità, toccando vari ambiti.
A cominciare dalle opere di compensazione porto rifugio e conche di navigazione. Per il completamento di queste non sembra servano interventi importanti, si parla essenzialmente delle componenti elettroniche.
A riguardo, il primo intervento è stato fatto dal presidente dei Co.Ge.nVo. Consorzio per la Gestione e la Tutela della Pesca dei Molluschi Bivalvi, Michele Boscolo Marchi, il quale, oltre a rappresentare una flotta di 80 imbarcazioni è lui stesso armatore e pescatore e la situazione di rimanere in mare aperto trovandosi le barriere del Mo.S.E. sollevate, impossibilitato a rientrare in porto , la ha vissuta sulla propria pelle, insieme a un’altra ventina di imbarcazioni.
All’epoca la giornata era bella e problemi non ce ne sono stati, ma solo qualche giorno fa un marinaio si è trovato ad aver necessità di soccorso. È intervenuta immediatamente la capitaneria di porto che ha raggiunto l’unità da pesca che aveva richiesto soccorso, prelevato l’uomo che aveva in corso un infarto e portato immediatamente a terra dove il soccorso è stato preso in carico da un'ambulanza del SUEM 118 in pochissimo tempo. La domanda che si pone la marineria è se una cosa simile fosse accaduta con le barriere sollevate, quante speranze avrebbe avuto quell’uomo di essere soccorso in breve.
Non si tratta solo della perdita di reddito se non si può uscire in mare, ma soprattutto si deve parlare di sicurezza. Chi si trova in mare, se le condizioni meteomarine peggiorassero, o in caso di un’emergenza sanitaria, potrebbe trovarsi a rischiare la vita. Il vero dramma di questa situazione, ciò di cui si dovrebbe tenere maggiormente conto è la sicurezza.
Questo, continua Marchi , è un problema piccolo per il Veneto, ancor più piccolo per l’Italia ma è un grande problema per Chioggia. E conclude con una triste considerazione: “Della pesca non interessa niente a nessuno”. All’uscita di Malamocco i canali restano aperti qualora debbano passare mercantili. Per l’ittico sembra non ci sia spazio nella control room e la sensazione è di essere presi per i fondelli, e di rimanere, tra tante promesse, con un pugno di mosche.
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