Marco Spinadin, presidente del FLAG GAC Chioggia-Delta del Po, conferma l’importanza del Mo.S.E. per la salvaguardia di Chioggia e Venezia ma evidenzia anche il disagio che il sistema causa alla portualità e all’attività di pesca. Diventa necessario che le associazioni possano unirsi a un tavolo di discussione aperto anche alla Capitaneria di Porto. Secondo quest’ultima, a barriere del Sistema Mo.S.E. sollevate, le unità da pesca dovrebbero rimanere in banchina, in quanto, in quel caso, si dà per scontato che le condizioni meteo marine non siano adatte alla pesca, soprattutto per le imbarcazioni più piccole come quelle dei consorziati dei Co.Ge.Vo. Il problema è che , considerando la forbice dei 35 cm, il Mo.S.E. si solleva, per previdenza, anche quando le condizioni meteo marine non sono così avverse e i pescatori escono comunque in mare. In caso di infortunio o di emergenza, inoltre, fa notare Spinadin, non esiste un protocollo prestabilito. Una soluzione potrebbe essere usare il porto di Malamocco per rientrare in acque calme in caso di peggiorate condizioni meteo, anche se si tratta di uno scalo commerciale.
La priorità, quando le condizioni meteomarine sono tali da far prevedere l’acqua alta, sembra sia la salvaguardia del patrimonio artistico e storico di Venezia e in questo contesto sono stati trascurati alcuni aspetti quali la sicurezza per la vita in mare.
Antonio Gottardo, presidente delle Alleanze della Pesca, ringraziando le uniche maestranze che restano attive nel sistema per garantire il funzionamento delle barriere in caso di necessità, afferma che l’unica soluzione sia ridurre il danno, cercando di recuperare indennizzi. Diventa necessario un incontro tecnico con i referenti del Sistema in modo da avere delucidazioni sui lavori e rassicurazioni sui tempi.
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