lunedì 21 ottobre 2019

PESCHERECCIO AFFONDATO, LOTTA CONTRO IL TEMPO: DAI SERBATOI ESCE NAFTA, RISCHIO DISASTRO ECOLOGICO

Quella del peschereccio Riccardo T, arenatosi nella notte tra giovedì e venerdì davanti a Ca' Roman dopo aver urtato una bricola, appare come la storia infinita. Stamane infatti avrebbero dovuto aver luogo le operazioni di recupero, ma sono state rinviate: emergono infatti nuovi aspetti che rendono ulteriormente complessa la vicenda. In primis, le analisi effettuate all'ospedale di Chioggia rivelano che i valori alcoolici nel sangue di Elio Nordio detto Tina, il capobarca del peschereccio, erano elevati nelle ore immediatamente successive al sinistro. Questa circostanza influisce sui due procedimenti aperti dalla Capitaneria di Porto di Chioggia nei suoi confronti, anche se si tratta di un limite facilmente sorpassabile da chiunque si metta in mare la notte per lavoro. Inoltre, uno degli altri due marinai a bordo stava lavorando senza che la sua assunzione fosse prima stata regolarizzata. Altra questione cruciale, quella della bricola urtata: secondo Elio "Tina" si trattava di un relitto ormai sommerso, ed è pronto a dimostrare -una volta compiuto il recupero- che in loco sussiste appunto l'ormeggio sotto il livello dell'acqua; i rilievi, invece, indicano che sia stato proprio il Riccardo T a scontrarsi con l'oggetto galleggiante ancorato al fondale, che in quello specchio di laguna non è certo alto.
Più di tutto, preoccupa la fuoriuscita di carburanti nautici come la nafta dal serbatoio transennato: già sono state segnalate chiazze durante il weekend, si parla di centinaia di litri destinati a sversare in acqua con conseguente disastro ecologico se la barca non venisse recuperata al più presto. Le principali imprese specifiche del territorio sono pronte a intervenire, a quanto pare non così i cantieri: il sindaco, la giunta e il consiglio comunale sono stati informati del rischio, e la stessa Capitaneria si sta adoperando per trovare una maniera di mettere in sicurezza il Riccardo T. Preferenziale appare l'intervento dei vigili del fuoco in situazione d'emergenza, utilizzando anche le navi delle imprese di dragaggio, e reperire un cantiere che sia disponibile ad accogliere il relitto da restaurare (o al peggio da rottamare) in tempi ragionevoli, senza lasciarlo attendere oltre per capienza esaurita nei rimessaggi. In questo caso è lotta contro il tempo: il peschereccio giace in acque di pertinenza del Comune di Venezia, quindi urge attivare la procedura di protezione civile da parte dell'ente più opportuno.

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