L'effetto Coronavirus si fa sentire anche nell'economia del mare. Questa mattina la gran parte dei pescherecci di Chioggia, se non tutti, è rimasta ancorata alla riva, evitando di recarsi al lavoro: nei giorni scorsi infatti notevoli quantità di merce al mercato ittico all'ingrosso sono andate invendute, e quindi non hanno coperto i costi delle uscite e delle spedizioni. Le rappresentanze sindacali hanno già paventato la possibilità di chiedere l'applicazione di un fermo biologico anticipato straordinario.
Anche altre marinerie dell'Alto Adriatico hanno adottato la stessa decisione, non condivisa però nel centro-sud, dove applicazioni come Marine Traffic rilevano il normale funzionamento dell'attività di pesca. Ma anche in queste realtà la tensione nei pescatori è divisa tra chi vuole prendere lo stesso la via del mare per riuscire a guadagnare qualcosa, e chi teme in primis per la salute di se stesso e dei propri cari: la polemica nell'ambiente peschereccio, e il fastidio per decisioni non unitarie, rimbalza anche attraverso le pagine facebook della categoria.
Nei giorni scorsi molti armatori di Chioggia hanno sottoscritto una petizione al direttore del mercato ittico Emanuele Mazzaro, al fine di chiudere la struttura data la penuria di affari; ma il direttore, contrario alla serrata, ha rimesso le firme nelle mani del sindaco. Il rischio è che, con l'astensione della marineria di Chioggia, al mercato figuri solo prodotto congelato d'importazione.
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