Da una mattina all'altra, paiono raddoppiare le giornate di fermo biologico per la pesca a strascico nel 2021. Un decreto della Direzione generale della Pesca è stato infatti pubblicato in tal senso dal Ministero per le Risorse Agricole e Forestali, da cui dipende anche la regolazione dell'attività ittica: la norma prevede sostanzialmente quattro mesi di stop per i pescherecci, senza attenuare le spese di gestione che coprono l'intero arco dell'anno.
«Un provvedimento - dichiarano Elio dall'Acqua e Roberto Penzo, rappresentanti regionali di FederPesca - che di fatto determina l'insostenibilità di fare impresa in questo settore. La prevista riduzione delle giornate operative porta la produzione al di sotto della soglia di redditività, ma anche della sola sopravvivenza delle imprese».
Il decreto - continuano gli armatori di Chioggia - non considera in alcun modo l’impatto derivante dall’emergenza sanitaria nel 2020 e certamente ancora nel 2021, il quale (con l'introduzione di simili misure) porterà inevitabilmente al collasso migliaia di aziende, assieme alla conseguente perdita di occupazione diretta e nell’indotto. La sofferenza si estenderebbe a tutta la filiera alimentare e colpirebbe, da ultimi, i consumatori».
Inspiegabile, secondo le organizzazioni datoriali, non aver condiviso la decisione al tavolo di consultazione permanente per la pesca e l'acquacoltura, peraltro in assenza di un ministro in carica. Per questo, Federpesca ha comunicato che metterà in campo ogni iniziativa ritenuta opportuna, a partire da un confronto urgente con il ministro competente del nuovo governo, non appena insediato.
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