Il prossimo 12 giugno le marinerie d'Italia si fermeranno per una giornata di protesta. L'agitazione è stata indetta dall'Alleanza delle Cooperative italiane della Pesca, in accordo con analoghe associazioni di categoria in Francia e in Spagna: il clou saranno le due manifestazioni nazionali a Venezia e a Mazara del Vallo. Al centro delle recriminazioni degli uomini del mare, la richiesta europea di ridurre lo sforzo di pesca: secondo l'Alleanza delle Cooperative, questo rappresenterebbe la fine di molte imprese adriatiche e mediterranee. «Non è solo la pesca a ridurre gli stock ittici nel mare - sostiene l'organizzazione - ma anche altri fattori, come i cambiamenti climatici. Quella della Commissione Europea è una persecuzione ai danni del comparto».
Anche la politica si schiera dalla parte dei pescatori e del loro sciopero: «Prendo le distanza - afferma la consigliera regionale Erika Baldin - da chi pensa che i pescatori siano i nemici del mare, perché è vero proprio il contrario. L'Europa si occupi di risolvere le emergenze ambientali, l'Italia investa una parte del Recovery Plan per rinnovare la flotta peschereccia con motori ecologici, perché la sostenibilità deve andare di pari passo con la giustizia sociale».
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