Non è ancora stato rimosso, nel canale San Domenico interno, il relitto del peschereccio Adelinda, affondato ieri mattina mentre era ormeggiato in disarmo, non lontano dal mercato ittico all'ingrosso. I vigili del fuoco di Chioggia hanno lavorato fino alle 23.30 di ieri sera per cercare di recuperare lo scafo, attraverso la gru issata sopra un pontone giunto con largo anticipo rispetto alle previsioni, ma le dimensioni della falla che si è aperta nel natante non hanno consentito una soluzione altrettanto celere, nonostante le molte prove effettuate anche per trascinare l'Adelinda in luoghi meno profondi.
Ora saranno cercati altri sistemi per togliere il rottame dal canale. In loco erano presenti anche la guardia costiera di Chioggia e le guardie ai fuochi di Venezia, chiamate a prevenire il rischio di inquinamento delle acque. L'Adelinda si è inabissata in pochi minuti. Due anni fa l'armatore del peschereccio aveva vinto un bando per la demolizione, proposito poi abbandonato: l'imbarcazione peraltro ha cominciato ad avere problemi di tenuta in mare, così è stata venduta la licenza di pesca con la convinzione di riuscire a vendere anche la barca. Ciò non è accaduto, di conseguenza il disarmo e lo sfascio, anche se l'Adelinda ogni tanto veniva controllata dall'armatore del peschereccio Laura Doria, ormeggiato in adiacenza e pure esso in disarmo.
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