Il mercato ittico all’ingrosso di Chioggia partecipa alla solidarietà nazionale nei confronti dei 18 pescatori sequestrati la notte del 1° settembre a 38 miglia dalla sponda libica del Mediterraneo. Il direttore Emanuele Mazzaro ha seguito con trepidazione la notizia dai primi giorni, e ha deciso di intervenire per ribadire pubblicamente la vicinanza del settore ai sequestrati e alle loro famiglie. «Il mestiere del pescatore - sostiene il direttore Mazzaro - è già di per sé faticoso ed usurante, e i profitti non sono poi così rilevanti.
Ma la sicurezza dei lavoratori deve essere garantita dallo Stato, soprattutto quando insorgono controversie territoriali su scala internazionale. L’Italia ha il dovere di compiere ogni sforzo per risolvere questo duello con il "signore della guerra" Haftar e liberare gli ostaggi». Solidarietà viene espressa anche dal Comune di Chioggia: «Due città unite per l'amore del mare e della pesca, ora anche per la libertà dei pescatori».
La sorte dei marittimi, in forza ai pescherecci Antartide e Medinea, ha coinvolto appunto anche la marineria di Chioggia, una flotta di oltre trecento imbarcazioni dedite alla pesca, che già in passato aveva avuto analoghe disavventure (anche se meno pericolose) nel mare Adriatico a fronte delle rivendicazioni acquee jugoslave.
L'appello alle istituzioni, volto a riportare a casa questi 18 lavoratori "rei" di essere finiti all'interno di una controversia internazionale, non conosce confini regionali: «Anche se siamo lontani dalla Sicilia e da Mazara del Vallo - prosegue Mazzaro - ci sentiamo in dovere di levare fortemente la nostra voce, affinché la detenzione dei pescatori italiani rapiti non cada nel dimenticatoio. Sono già trascorse oltre tre settimane da quando questi lavoratori del mare sono stati sequestrati.
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