Salvi per miracolo grazie all'intervento tempestivo di un pescatore. Due diportisti, entrambi chioggiotti di circa 60 anni, erano colati a picco con il loro semicabinato di circa 6 metri nelle acque lagunari vicine all'Ottagono di fronte a Ca' Roman, ieri pomeriggio attorno alle 17: lo scafo ha probabilmente urtato un corpo sommerso, probabilmente una delle tante bricole dismesse (come era accaduto lo scorso ottobre al "Riccardo T" di Elio Nordio Tina).
Una volta imbarcata acqua, i due occupanti del natante hanno fermato il loro motore fuoribordo e si sono gettati servendosi di una ciambella salvagente, alla quale sono rimasti aggrappati finché non è transitato nei paraggi Renis Ballarin, 58 anni, esperto pescatore: «Ho scorto la prua della barca, che ancora galleggiava - racconta Ballarin a Chioggia Azzurra - e due persone che urlavano aiuto. Mi sono avvicinato piano per non creare ulteriore moto ondoso e agitazione, ho tranquillizzato i naufraghi e in mezz'ora sono riuscito a issarli a bordo, erano zuppi d'acqua. Ho fornito loro i vestiti di ricambio, tremavano dal freddo.
Ho avvisato la Capitaneria di Porto che è giunta in loco con una motovedetta, espletando le procedure del caso». Un notevole fattore di rischio era dato dalla marea, allora crescente: «Queste due persone cercavano di andare verso la secca - conclude Renis Ballarin - ma la corrente li spingeva distante, dall'altra parte. Sarebbero andati alla deriva». L'incidente riporta alla luce l'annoso problema delle bricole in disuso nella laguna sud, che costituiscono un serio pericolo per ogni navigazione.
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