C'è malumore nella marineria chioggiotta per gli effetti del decreto del Ministero per la Pesca che restringe nel 2019 i termini del fermo biologico nell'Adriatico settentrionale. Se fino all'anno scorso i pescherecci si fermavano per quaranta giorni dal 28 luglio al 10 settembre, con il sistema di pesca ridotta a tre giorni settimanali dalla ripresa fino al 22 novembre, ora i giorni saranno trenta (dal 28 luglio al 28 agosto), con pesca ridotta fino all'11 novembre. I pescatori trovano assurdo un rientro anticipato in quanto il periodo non è ancora propizio al raccolto di specie mature, con il serio rischio di ridursi al novellame e quindi, di conseguenza, di scarsi introiti dovuti alle quotazioni basse del prodotto ittico.
In ogni caso da Trieste ad Ancona i tempi di recupero rimangono gli stessi di prima, e potrebbe esserci anche la possibilità di far rientrare in essi anche quelli disertati per condizioni meteomarine avverse, o in cui le barche sono ferme al cantiere: sull'argomento manca ancora tuttavia un riferimento specifico da parte della Capitaneria di Porto. Resta da vedere come si comporteranno le imbarcazioni delle marinerie croate, a proposito dei cui comportamenti c'erano stati attriti in passato, e soprattutto quando verranno versati per intero i contributi a risarcimento del fermo biologico 2018, per i quali è in atto una strenua battaglia sindacale.
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