Sono stati tutti assolti i 42 pescatori chioggiotti, veneziani e polesani implicati nell’inchiesta Laguna Reset, per i quali il pubblico ministero Giorgio Gava lo scorso ottobre aveva chiesto invece 60 anni complessivi di reclusione. Cade dunque l’accusa di aver provocato danni ai fondali con attrezzi impropri e di aver messo a rischio la salute dei cittadini commerciando bivalvi pescati in zone inquinate: secondo il collegio giudicante all’aula bunker di Mestre, non c’erano prove o elementi per avvalorare la tesi dell’accusa, dal momento che l’intera impalcatura processuale si fondava su fonti telefoniche e non sul reato commesso in flagrante. Inoltre, dai tabulati non veniva confermata la presenza dei pescatori nelle zone lagunari in questione, nei giorni e nelle ore contestati. Nel 2014 l’avvio dell’indagine da parte della Guardia di Finanza portò a 24 misure cautelari.
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