giovedì 5 aprile 2018

PESCA ALLE SEPPIE, PROTESTA CONTRO L'ESTRAZIONE DEI POSTI: “CI TOCCA ANDARE CON VENEZIA”

Le reti poggiate sul marciapiede, i fari di bordo accesi. Si è consumata così la protesta di quattro famiglie di pescatori, dediti alla pesca delle seppie con reti da posta, vittime a loro dire del sistema di estrazione dei posti nel compartimento di Chioggia che penalizza la loro esperienza: «Per lavorare ho dovuto spostare l'attività sotto il Comune di Venezia e avere obbligatoriamente un socio», dice uno dei pescatori. «Perché davanti Ca' Roman è possibile installare le reti a propria discrezione, invece da questa parte non è possibile, e non basta avere le carte in regola». Un mestiere sempre più difficile, che l'anno scorso per via dei “colpi di mare” ha lasciato anche debiti, con la perdita delle reti: «I cogolli possono essere messi solo in determinate posizioni, che l'esperienza del pescatore conosce», gli fa eco un compagno di lavoro. «Non si può prescindere dal giro d'acqua, dalla marea, dalla corrente: noi sappiamo dove metterle, e dove evitare i pericoli. L'estrazione compromette il pescato e quindi il reddito». I pescatori di seppie chiedono rispetto ai colleghi e si appellano alle autorità, affinché venga rivisto il criterio di assegnazione dei posti, dal momento che altre barche sono impegnate comunque in ulteriori attività di pesca rispetto alle seppie: «Siamo in pochi e spendiamo migliaia di euro per carte bollate. A noi piace questo lavoro, abbiamo cinquant'anni e non ci sentiamo dei delinquenti»

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