mercoledì 31 luglio 2019

AL VIA LA CAMPAGNA "PORTO SICURO" DELLA FAI-CISL DESTINATA AI PESCATORI DELLA MARINERIA DI CHIOGGIA, ATTRAVERSO CORSI DI FORMAZIONE E QUESTIONARI

Si chiama "Porto sicuro" la campagna presentata dal sindacato FAI-CISL per presidiare le 70 principali marinerie italiane e fornire assistenza e formazione ai 25mila lavoratori della pesca. Il progetto è nato nell'ambito del programma nazionale triennale della pesca, finanziato dal Ministero delle Politiche Agricole. Il sindacato sarà impegnato con oltre 40 operatori nei porti per confrontarsi con i pescatori attorno alle tutele, alle norme, ai diritti: diversi gli aspetti che verranno affrontati, come il lavoro usurante, gli ammortizzatori sociali, l'applicazione del testo unico sulla sicurezza, i fondi integrativi sanitari e per la pensione complementare, l'innovazione tecnologica e il ricambio generazionale.
A Chioggia la FAI-CISL ha già iniziato con un corso per meccanico navale e motorista abilitato, rivolto a 15 pescatori, mentre nel mese di agosto partirà il corso sulla sicurezza a bordo e il 3 settembre la sigla sindacale sarà in mare con due volanti. Nel frattempo a tutti i pescatori della marineria di Chioggia saranno somministrati questionari per chiedere informazioni, valutazioni e indicazioni utili a fornire un quadro generale della situazione, delle criticità e delle possibili soluzioni alle questioni aperte. Per ulteriori informazioni è possibile contattare la sede di FAI-CISL in via Cesare Battisti (calle Madonna) 328 a Chioggia, oppure il numero 041 2905820.

martedì 30 luglio 2019

INIZIATO IERI IL FERMO PESCA, DURERÀ DIECI GIORNI OLTRE IL PREVISTO: MARINERIA DI NUOVO IN ATTIVITÀ IL 9 SETTEMBRE

Terminerà dieci giorni più tardi rispetto al previsto il fermo biologico per la pesca, iniziato ieri. La marineria di Chioggia infatti avrebbe dovuto riprendere la via del mare il 28 agosto, invece ripartirà il 9 settembre dal momento che gli armatori hanno aggiunto in una sola volta i vari giorni da scontare lungo l'anno; per quanto riguarda poi le volanti, il fermo scatterà questo giovedì 1° agosto e durerà trenta giorni esatti, fino al nuovo break attorno alle feste natalizie. Al momento del rientro in attività, le barche osserveranno il sistema di pesca ridotta a tre giorni settimanali fino all'11 novembre. E intanto non sono ancora giunti nelle casse di armatori e dipendenti i rimborsi per il fermo pesca 2018.

sabato 27 luglio 2019

LA FOUR FISH DI LUCA VERONESE E LUCA BATTAGIN VINCE IL PREMIO CREATIVITÀ DI COLDIRETTI PER L'INNOVAZIONE NEL MERCATO DEL PESCE ONLINE

L'impresa digitale Four Fish di Chioggia ha vinto il premio Creatività assegnato da Coldiretti nell'ambito degli Oscar Green, riconoscimenti all'innovazioni arrivati alla 13^ edizione. Sei i finaliati premiati giovedì sera a Lazise sul lago di Garda, da una platea di 300 giovani imprenditori under 30.
Four Fish è l'evoluzione del mercato del pesce online: Luca Veronese (28 anni) e Luca Battagin (35) hanno dato vita a un'avventura di successo, comunicando e favorendo la vendita del pesce a "miglia" zero. I due giovani hanno trasformato una lunga amicizia in un lavoro redditizio: «Vogliamo far conoscere e valorizzare i prodotti del mare Adriatico - dice Luca Veronese - tramite un servizio innovativo, usando uno strumento che siamo convinti essere il futuro: l’e-commerce.
Vogliamo dare la possibilità alle persone che abitano lontano dal mare di poter mangiare il pesce di Chioggia, e poter formare i clienti giorno dopo giorno, facendoli diventare esperti tramite una serie di video e articoli relativi alle ricette e all'ecologia». Veronese è ingegnere gestionale e proviene da una famiglia di pescatori; si è laureato con una tesi proprio incentrata sulla Four Fish, start up che aveva già avviato. Luca Battagin invece è figlio di ristoratori.

martedì 23 luglio 2019

L'EUROPARLAMENTARE CONTE A BRUXELLES: "SBAGLIATO IMPORRE DALL'ALTO RESTRIZIONI E OBBLIGHI ALLA PESCA ADRIATICA"

«Alla riunione dei coordinatori della commissione Pesca stamane, al Parlamento Europeo, ho spiegato gli emendamenti che presenterò sul parere riguardante il bilancio 2020 dell'UE». Lo ha detto l'eurodeputata Rosanna Conte, eletta a nordest. In particolare, Conte ha chiesto che i fondi vengano destinati alla piccola pesca artigianale, «soprattutto in caso di misure che impongono limitazioni o restrizioni per tutelare le risorse ittiche. I pescatori devono poter svolgere la loro attività senza venire “additati” come i soli responsabili dello stato degli stock. Sono i “guardiani del mare” e, come tali, devono essere valorizzati e sostenuti finanziariamente».
Nel successivo incontro della commissione con il direttore della Direzione Mare, responsabile della politica dell'UE in materia di affari marittimi e pesca, Joao Aguiar Machado, l'eurodeputata di Caorle ha chiesto «con determinazione più serietà e più impegno nei dossier aperti sui quali dovremo collaborare prossimamente: il piano pluriennale per i piccoli pelagici dell'Adriatico e il Fondo Europeo per gli affari marittimi e la pesca».
Rosanna Conte ha sottolineato che «imporre decisioni, restrizioni e obblighi dall'alto non è mai la scelta giusta. La buona notizia è che il fondo FEAMP finanzierà al 100% le piccole flotte. Meno buono il fatto che ci sia ancora molta incertezza per il futuro delle acciughe e sardine dell'Adriatico». Inoltre non sono previste azioni mirate a ridurre gli effetti del cambiamento climatico, responsabili anche della mucillagine: «Ho ribadito che come europarlamentare - conclude Conte - farò il possibile per far sì che la voce dei pescatori venga ascoltata, e mi farò portavoce delle misure che ritengono più adatte e più utili per il mare e il pesce adriatico».

giovedì 18 luglio 2019

PICCOLA PESCA, L'INCONTRO DI IERI A ROMA PRODUCE UN DOCUMENTO PER CHIEDERE DI ARMONIZZARE I CONTRIBUTI SU TUTTO IL SUOLO NAZIONALE

L’incontro organizzato ieri a Roma dall’Alleanza delle Cooperative Italiane con i sindacati della pesca produrrà un documento unitario, rivolto all’INPS e al Ministero, volto a sanare i contenziosi e a iniziare un nuovo percorso. Lo afferma Pierpaolo Piva, coordinatore nazionale pesca per il sindacato FAI CISL: lo scopo dell’iniziativa è chiedere alle controparti di regolarizzare e armonizzare i contributi della piccola pesca su tutto il suolo nazionale, specie dopo i salassi inviati agli armatori per la differente applicazione della legge negli ultimi anni. Focus appunto sul concetto di piccola pesca, che non può essere parificato a quella industriale per via dei differenti introiti e cabotaggio. Ora la palla passa all’ente previdenziale e al ministero, anche se i tempi non si annunciano brevissimi.

mercoledì 17 luglio 2019

PICCOLA PESCA, INCONTRO IERI A ROMA TRA SINDACATI E COOPERATIVE PER CONTRASTARE LE RECENTI SANZIONI CONTRIBUTIVE DELL’INPS

Anche i sindacati dei pescatori si mobilitano per cercare di risolvere il problema delle sanzioni contributive inflitte nelle scorse settimane dall’INPS agli operatori della piccola pesca, che secondo una recente interpretazione viene parificata alla pesca industriale, costringendo così gli armatori a versare anche cinque anni di arretrati secondo la legge 413/1984 e non la 250/1958 applicata finora. Ieri a Roma c’è stato un incontro dell’Alleanza delle Cooperative Italiane (presente anche il coordinatore nazionale di FAI CISL per la pesca, il chioggiotto Pierpaolo Piva), allo scopo di confrontarsi nel settore per raggiungere una posizione comune da esporre all’INPS e al Ministero opportunamente coinvolto.

Alle telecamere di Chioggia Azzurra, Piva ricorda come «i recenti fatti nascano da una interpretazione dell’INPS, avverso la quale è possibile avanzare ricorso. Se le aziende vanno in default, noi siamo preoccupati per i lavoratori che restano a casa. La retroattività delle sanzioni è il principale problema». Oggi dovremmo conoscere gli esiti di questo incontro nella Capitale, tenuto conto che l’INPS divide i lavoratori subordinati dai soci delle cooperative quanto al regime contributivo.

martedì 16 luglio 2019

PICCOLA PESCA, L'INPS CHIEDE MIGLIAIA DI EURO DI CONTRIBUTI ARRETRATI. MA GLI ARMATORI: “NON SIAMO EVASORI, ABBIAMO SEMPRE PAGATO”

Si allarga a macchia d’olio il caso degli armatori della piccola pesca che si sono visti ingiungere dall’INPS il pagamento arretrato di sanzioni contributive sproprositate, in forza del cambio nell’interpretazione delle norme di settore. Dopo la segnalazione del pescatore Marco Perini, che lo scorso 4 luglio alle telecamere di Chioggia Azzurra aveva denunciato l’arrivo di 30mila euro annui di oneri da versare, lo scorso venerdì anche la marineria di Fano si è vista intimare i pagamenti impossibili: lo racconta sempre a Chioggia Azzurra Alberto Verani, della cooperativa della Piccola Pesca locale. «Siamo in difficoltà, pagavamo i contributi secondo la legge 250 del 1958, ma questa applicazione è stata impugnata con un decreto emesso ad aprile. Quindi ora l’INPS mi ha chiesto 7mila euro arretrati in cinque anni, pur avendo imbarcato marinai per soli cinque mesi dal 2014. Si tratta di una cifra che se siamo fortunati riusciamo a guadagnare in un anno».
Alberto ha una barca di 10 metri -adatta a ospitare al massimo tre persone- ma negli ultimi tempi lavora da solo: «Ci hanno inquadrati come soci di una cooperativa, usufruiamo della legge 250 che permette di pagare contributi agevolati, invece vogliono che siano pagati secondo la legge 413/1984». Che peraltro garantisce alcuni sgravi agli armatori e più contributi al pescatore, con trattamento pensionistico migliore. Ma proprio per alcune marinerie delle Marche, come Civitanova e Ancona, l’INPS ha fatto dietrofront e intende applicare la legge del 1958, mentre in Liguria è attiva una terza disciplina: l’interesse generale spinge verso l’univocità e la parità di trattamento in tutta Italia.
Nel frattempo a Chioggia i tagliandi da pagare entro il mese sono arrivati a decine di operatori: accanto a chi dovrebbe pagare 10mila euro per sei mesi, c’è anche chi si è visto contestare una somma di 180mila euro in 30 giorni di tempo, con il cumulo del numero di persone imbarcate. Tre cooperative -Mare Azzurro, coop Vongolari e la coop Pescatori Clodiense che raccolgono almeno trenta armatori colpiti dalle sanzioni- si sono rivolte allo studio legale mestrino Scopinich Olivetti Checchetto, per contestare i presupposti del decreto attuativo. In pratica, secondo i pescatori, nel rapporto di lavoro in barche al di sotto delle 10 tonnellate ha senso la distinzione tra dipendente e invece socio di una cooperativa, dal momento che nel primo caso risponde l’armatore e quindi si applica la legge 413/1984 che equipara la piccola pesca a quella industriale, pur garantendo alcuni sgravi agli armatori e più contributi al pescatore, con trattamento pensionistico migliore.
Entra nella questione anche la pesca da posta, e il reddito prevalente tra quello ottenuto pescando in mare anziché in laguna per chi svolge entrambe le professioni. Il tema è ancora in divenire, ma una cosa è certa: gli armatori e le cooperative della piccola pesca non ci stanno a passare da evasori, poiché i contributi li hanno sempre versati secondo una legge vigente che era ritenuta quella da applicare.

giovedì 4 luglio 2019

INAUDITO, SEPPIOLINE A QUASI 200 EURO IL KG AL MERCATO ITTICO ALL’INGROSSO: RECORD STORICO PER L’ORO NERO, RARISSIMO E DISARMANTE

Al mercato ittico all’ingrosso di Chioggia, la scorsa notte, gli stessi operatori si guardavano increduli, al salire repentino del prezzo riguardo quella sola cassetta di seppioline nemmeno colma. L’oro nero, alfine, è stato fissato alla cifra iperbolica di 192 euro al kg, probabilmente mai raggiunta nella storia della marineria chioggiotta: quotazioni che significano la totale sparizione del prodotto dalla pescheria al minuto, certo appannaggio di qualche ristorante gourmet. La notizia ha fatto stamane il giro della Rete, postata nel gruppo fb del mercato ittico per i commenti stupefatti dei consumatori abituali e della gente di mare: chi grida alla follia, chi la prende con sarcasmo, chi magari attrezza la barca e le reti per procurarsene in proprio, soprattutto tanta incredulità.
Sabato scorso un'altra manciata di seppioline era arrivata a costare 122 euro al kg sempre all'ingrosso. Naturalmente, come si sa, è la domanda che fa il prezzo dell’offerta: le seppie adulte infatti sono del pari carenti, tanto che durante le battute di pesca se ne recupera al massimo una cassa in 48 ore. E quindi anche gli esemplari giovani volano alle stelle, per la fame di molti chioggiotti e turisti che -se le cose continueranno così- continuerà a rimanere inappagata per buona parte dell’estate.

PICCOLA PESCA "TRASFORMATA" IN PESCA INDUSTRIALE: DALL'INPS ARRIVANO STANGATE DA MIGLIAIA DI EURO

Da un giorno all’altro, la piccola pesca di laguna -che a Chioggia ha costituito per secoli l’ossatura della dignitosa economia di buona parte della città- secondo l’INPS diventa “pesca industriale” e costringe centinaia di operatori a pagare sanzioni contributive spropositate. Accade per esempio a Marco Perini, armatore di un piccolo peschereccio, che giovedì scorso ha ricevuto tale avviso dall’ente previdenziale, il quale parifica la sua attività a quella di una barca da pesca industriale (circa 30 metri), con relativi 30mila euro di oneri annui da versare. «L’hanno fatto senza avvisarci – dice Perini al microfono di Chioggia Azzurra – senza nemmeno spiegare i motivi al di là della citazione degli articoli di legge. La piccola pesca esiste da sempre, e si norma sulla base delle leggi 250/1958 e 413/1984, ora invece sarebbe diventata “non conforme alle regole”». Anche Marco, prima, pagava meno contributi: specificità riconosciuta a una categoria economica debole, con pensioni più basse e assenza di tutela sanitaria o infortunistica. Uno dei motivi, peraltro, che allontana i marinai dal dedicarvisi e gli armatori dal trovare personale.

Fatto sta che a Marco Perini sono arrivati due avvisi di pagamento da 9500 euro per 7 mesi arretrati nel 2018, mentre altri armatori hanno ricevuto ingiunzioni anche da 40mila euro, sempre da sborsare entro 30 giorni: i soci delle cooperative di settore si sono rivolti ai legali, si presume che a Chioggia siano almeno un centinaio i pescatori in queste stesse condizioni. «Io sono anzi uno dei più fortunati», conclude amaramente Perini: le indagini infatti possono riguardare anche i cinque anni addietro, e per taluni sarebbero stangate di 150mila euro entro un mese, impossibili da far fronte. Senza contare che vengono addebitati anche i contributi per il mese di agosto, che le barche della piccola pesca trascorrono in cassa integrazione.

lunedì 1 luglio 2019

IL TENDONE ROSSO NELLA PARTE EST DELLA PESCHERIA AL MINUTO SARÀ SISTEMATO DAL 31 AGOSTO PER UNA SETTIMANA

Inizieranno il 31 agosto e dovrebbero terminare entro la prima settimana di settembre i lavori per la sostituzione del telo rosso che copre la pescheria al minuto di Chioggia lungo il canal Vena. La data è stata concordata questa mattina alla sala dei Lampadari del municipio, durante un incontro tra il consorzio La Pescarìa de Ciósa e i titolari dei tre assessorati coinvolti: la sua definizione è stata ampiamente discussa, complessa e controversa, dopo che dai pescivendoli era stato dato lo stop all’esecuzione delle opere per la fine di giugno. Alla riunione era presente anche l’impresa che ha ricevuto l’appalto, i cui tecnici hanno spiegato le modalità dell’intervento, della durata di cinque o sei giorni: sarà coinvolta la parte est, ovvero quella che dà sul canale, oltre ai due ingressi a fianco del municipio e da fondamenta Marangoni, mentre per la parte ovest bisognerà provvedere una volta terminati i restauri di palazzo Granaio, termine stimato attorno alla fine di aprile 2020.
Lo stato attuale del tendone infatti è compromesso da diversi fori, creatisi per usura e per l’appostamento dei gabbiani, con la conseguenza che spesso piove acqua dentro la struttura, a danno dei lavoratori e della merce. «Quelli che cominciano oggi – dice Patrizia Trapella, presidente del consorzio La Pescarìa de Ciósa – sono due mesi fondamentali per l’attività al minuto, dal momento che il turismo è intenso e il fermo pesca è ancora lontano. Anzi, sarebbe auspicabile che il suo inizio venga prorogato, dando così la possibilità al settore di essere meno penalizzato».