Anche i sindacati dei pescatori si mobilitano per cercare di risolvere il problema delle sanzioni contributive inflitte nelle scorse settimane dall’INPS agli operatori della piccola pesca, che secondo una recente interpretazione viene parificata alla pesca industriale, costringendo così gli armatori a versare anche cinque anni di arretrati secondo la legge 413/1984 e non la 250/1958 applicata finora. Ieri a Roma c’è stato un incontro dell’Alleanza delle Cooperative Italiane (presente anche il coordinatore nazionale di FAI CISL per la pesca, il chioggiotto Pierpaolo Piva), allo scopo di confrontarsi nel settore per raggiungere una posizione comune da esporre all’INPS e al Ministero opportunamente coinvolto.
Alle telecamere di Chioggia Azzurra, Piva ricorda come «i recenti fatti nascano da una interpretazione dell’INPS, avverso la quale è possibile avanzare ricorso. Se le aziende vanno in default, noi siamo preoccupati per i lavoratori che restano a casa. La retroattività delle sanzioni è il principale problema». Oggi dovremmo conoscere gli esiti di questo incontro nella Capitale, tenuto conto che l’INPS divide i lavoratori subordinati dai soci delle cooperative quanto al regime contributivo.
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