sabato 16 marzo 2013

PARLA UNO DEI PESCATORI AL " CADMIO": CHIEDO SCUSA ALLA CITTA'...

I titoli , giustamente negativi, che hanno visto sulla stampa nazionale la marineria di Chioggia e di altri porti confinanti protagonisti della pesca al " cadmio" (un metallo pesante tossico che sarebbe presente con concentrazioni oltre il consentito in acque precluse) non ha fatto certo bene all'immagine di Chioggia e della pesca in generale. Se ne rende conto benissimo " Giorgio", uno dei pescatori denunciati, che vuole chiedere scusa pubblicamente, ovviamente con la difficoltà di un uomo di mare certamente non uso a mettersi alla berlina. L'apparenza forse un po' rude del linguaggio del nostro concittadino pescatore potrebbe suscitare qualche perplessità a chi non conosce più da vicino il mondo della pesca, possiamo assicurare però che sono tutti dispiaciuti delle loro azioni e, " Giorgio" per primo chiede pubblicamente scusa a tutti: ai colleghi pescatori e alla città per il danno di immagine.

venerdì 15 marzo 2013

GUARDIA COSTIERA: CONTROLLI DELLA GUARDIA COSTIERA SULLA COMMERCIALIZZAZIONE DELLE VONGOLE.

NELLA MATTINATA ODIERNA SI E’ CONCLUSA UNA OPERAZIONE DI POLIZIA MARITTIMA ESEGUITA DAL PERSONALE DEL NUCLEO POLMAR DELLA GUARDIA COSTIERA DI CHIOGGIA NEL TERRITORIO LOCALE E DI PORTO VIRO. IN PARTICOLARE, DURANTE CONTROLLI OPERATI NEL CORSO DELLA NOTTE DAL PERSONALE DELLA GUARDIA COSTIERA NEL TERRITORIO POLESANO, SONO STATI EFFETTUATI 95 CONTROLLI ED IL PERSONALE DEL NUCLEO POLMAR DELLA CAPITANERIA DI PORTO HA SEQUESTRATO CIRCA UN QUINTALE DI VONGOLE SOTTOMISURA A BORDO DI UN CAMION DIRETTO AD UN CENTRO ALL’INGROSSO DEL NORD ITALIA. LA TAGLIA MINIMA DELLA VONGOLA PREVISTA DALLA NORMATIVA E’ DI 2,5 CM MENTRE QUELLE SEQUESTRATE ERANO NETTAMENTE DI TAGLIA INFERIORE. IL PRODOTTO ANCORA VIVO E VITALE E’ STATO RIGETTATO IN MARE. A CARICO DEL TRASPORTATORE E’ STATA ELEVATA DENUNCIA PENALE MENTRE SONO IN CORSO ULTTERIORI INDAGINI RIVOLTE AD IDENTIFICARE IL CENTRO DI SPEDIZIONE E DI STABULAZIONE CHE HA IMMESSO IN COMMERCIO IL PRODOTTO IN QUESTIONE. QUESTA ATTIVITA’ A TUTELA DELLA SPECIE ITTICA SI AGGIUNGE A QUELLA EFFETTUATA AL MERCATO ITTICO ALL’INGROSSO DI CHIOGGIA DOVE NELLE PRECEDENTI NOTTI SONO STATI SEQUESTRATI INGENTI QUANTITATIVI DI SOGLIOLE SEMPRE SOTTOMISURA. Chioggia, 15.03.2013

giovedì 14 marzo 2013

PESCATORE PRENDE 27.000 EURO DI MULTA

Foto di archivio di un pescatore che ripara le reti La cifra ci sembrerebbe un po' troppo stratosferica, questo è quanto ci comunicano da " radio-pescatori" in riferimento ad un verbale che la guardia di finanza avrebbe elevato a A.B. un giovane, figlio di una famiglia di persone che hanno sempre lavorato e che di tradizione vengono dall'ambito della pesca. In pratica questo ragazzo, come altri, per cercare di trovare un rimedio a questa crisi spaventosa,molto probabilmente ha iniziato a effettuare una pesca un po' troppo " professionale" fatto sta che ieri, mentre stava sistemando le reti da pesca con un piccolo natante è arriva una pattuglia della guardia di finanza che lo ha invitato a seguirlo in caserma dove ci è rimasto dalle 10 della mattina fino alle 14. Non sappiamo con precisione le contestazioni, ci parlano di 15 kg di seppie e di reti non conformi, purtroppo non siamo riusciti a contattare questo ragazzo presumiamo però, ripetiamo che è una nostra ipotesi, che se fosse vero che non aveva nessuna autorizzazione per la pesca le sanzioni amministrative sono molto alte (si parte da un minimo di 4.000 euro) quindi se questa persona non avesse effettivamente la qualifica di pescatore, ci sarebbe: la pesca illegale,l'attrezzatura non consentita, la tracciabilità poi tutta la questione fiscale che è un altro libro da aprire, da un minimo di 4.000 per capo si fa presto ad arrivare a 27.000. Ovviamente dispiace questa situazione, le forze dell'ordine devono fare il loro dovere, d'altra parte però in un momento drammatico come questo, dove trovare un'occupazione è praticamente diventato impossibile, cosa si può fare in una città di mare e di tradizione della pesca? Solo per ricordare che sono in tanti che attendono l'autorizzazione a pescare le acquadelle ( le anguele) entro le tre miglia dalla costa il cui iter si è fermato per i noti arresti avvenuti a metà dicembre scorso al ministero delle politiche agricole direzione generale della pesca che ha praticamente bloccato tutto. Le acquadelle si pescano dal 1 novembre al 31 marzo, ormai marzo è avanti e queste persone o non pescano o vanno a pescare senza autorizzazione per poter portare qualcosa a casa, ovviamente non sappiamo se il caso citato è legato in qualche modo a queste autorizzazioni. Se avremo ulteriori informazioni integreremo. Foto di archivio Aggiornamento del 15/3 h 10.30 Ci dicono che il verbale è, pur da non ridere, di gran lunga inferiore alla cifra ipotizzata nel titolo,che la gdf comprendendo la situazione ha cercato di " fracare manco possibile la pena". La gdf è intervenuta, ci dicono, su segnalazione di alcuni soggetti della pescheria esasperati dal fatto che ormai sono in tanti ad andare a pescare e a vendere direttamente su diversi punti della città.

giovedì 7 marzo 2013

DENUNCIATI DIECI PESCATORI CHIOGGIOTTI

CHIOGGIA (VE): PESCAVANO IN ZONE VIETATE – CARABINIERI DENUNCIANO DIECI PESCATORI PER FRODE NELL’ESERCIZIO DEL COMMERCIO, PROCURATO ALLARME E FALSITA’ COMMESSA DA PRIVATO IN ATTO PUBBLICO. I CARABINIERI DELLA motovedetta DELLA COMPAGNIA DI CHIOGGIA, AL TERMINE DI UN’ARTICOLATA ATTIVITA’ D’INDAGINE, SVOLTA CON LA COLLABORAZIONE DEI MEDICI VETERINARI DELLE ASL 14 DI Chioggia e 10 DI SAN DONA’ DI PIAVE, HANNO DENUNCIATO IN STATO DI LIBERTA’ DIECI PESCATORI CHIOGGIOTTI, RITENUTI RESPONSABILI DEI REATI DI Frode nell’esercizio del commercio, Falsità commessa da privato in atto pubblico E Procurato allarme. I PREDETTI, NEGLI ULTIMI TRE MESI, FALSIFICANDO I DOCUMENTI DI REGISTRAZIONE DEI PRODOTTI ITTICI IMMESSI NEL MERCATO, ATTESTAVANO FALSAMENTE LA LECITA PROVENIENZA DEGLI STESSI, CHE INVECE ERANO STATI PESCATI IN ACQUE PRECLUSE, PROCURANDO INOLTRE ALLARME TRA LE AUTORITA’ SANITARIE LE QUALI, ACCERTATA IN ALCUNI CASI LA PRESENZA DI BATTERI NEI MOLLUSCHI, VENIVANO INDOTTI IN ERRORE, EMETTETENDO DEI PROVVEDIMENTI DI SOSPENSIONE TEMPORANEA DELLA PESCA IN AREE DI FATTO SALUBRI. I PESCATORI DENUNCIATI, per commercializzare i quantitativi dei molluschi della specie murice (BULLI) E CAPPESANTE, redigevano documenti di registrazione ideologicamente falsi. Infatti, pur sapendo di essere andati a pescare in zone “VIETATE”, attestavano falsamente nei DOCUMENTI, DI AVER PESCATO in ambiti in cui LA pesca era CONSENTITA. In tal modo determinavano l’offerta al pubblico, nell’esercizio di attività commerciali, di prodotto ittico per origine, qualità e provenienza diversa da quella dichiarata, anche ai fini della tracciabilità di filiera. IN PARTICOLARE Nel mese DI dicembre 2012, a seguito di un’allerta alimentare attivata a seguito di prelievi a campione, dall’ULSS 14 di Chioggia, scaturita dal riscontro di positività per la presenza di Cadmio in campioni di murici (BULLI) e cappesante risultati pescati negli ambiti 10M001 e 10M002, L’ULSS 10 di San Dona di Piave territorialmente competente degli ambiti in questione, EMETTEVA immediatamente due ordinaNZE di SOSPENSIONE TEMPORANEA E CAUTELATIVA DELLA RACCOLTA DEI MOLLUSCHI NEI PREDETTI AMBITI. LE SUCCESSIVE INDAGINI, ED IN PARTICOLARE I TRACCIATI RADAR DEI PESCHERECCI, RICOSTRUITI GRAZIE ALL’AUSILIO DEL “CREV – Istituto Zooprofilattico della Venezia” di Legnaro (per la georeferenziazione delle coordinate su carta), PERMETTEVANO DI APPURARE CHE LE IMBARCAZIONI NEI GIORNI INDICATI dai documenti SANITARI da loro prodotti, AVEVANO PESCATO IN AMBITI preclusi, come QUELLI DELLA ZONA DI porto tolle (ro), NEL QUALE vigeva il provvedimento (legalmente dato dall’Autorità Sanitaria - Sindaco di Porto Tolle), di sospensione alla raccolta, DI QUEL DETERMINATO TIPO DI MOLLUSCHI, per ragioni di tutela della salute pubblica. pertanto i molluschi inquinati dal cadmio non provenivano dalle zone di san dona’ di piave , bensi’ da zone PRECLUSE ALLA PESCA. venivano quindi estesi gli accertamenti a numerose imbarcazioni che praticavano lo stesso tipo di pesca di molluschi, verificando che in molti casi vi era difformita’ tra i documenti sanitari prodotti dai pescatori per commercializzare il pescato e quanto risultava dai tracciati radar, che riconducevano la pesca a zone interdette quali quella dell’area di porto tolle, oppure le ACQUE INTERNAZIONALI. IN QUEST’ULTIMO CASO SI RITIENE CHE LA FALSA INDICAZIONE dell’ambito di pesca derivi dal fatto che i molluschi pescati nelle acque internazionali, quindi non classificate, non possono essere destinati direttamente al consumo umano da parte dei pescherecci, ma per essere commercializzati devono essere portati presso un centro di spedizione a terra, riconosciuto dall’autorità sanitaria. I PESCHERECCI SANZIONATI SONO: “nonna gina”, “gionni alberto”, “stella maris”, “salvador I°”, “carlo alberto”, “leonardo s ii°”,” mariella”, ed il “ silvano cococi”. CHIOGGIA 7 marzo 2013