Cinque ore di battaglia con le reti per issare a bordo un’enorme scala arrugginita, restituita dal mare e appartenente al relitto di qualche nave. È quanto hanno vissuto, la scorsa notte, i marinai a bordo del peschereccio Riccardo T. del capitano Elio Nordio, già altre volte protagonista di recuperi gravosi: come l’esemplare di squalo elefante, lungo 8 metri e del peso di 2 tonnellate, catturato sedici anni fa al largo di Malamocco, e che oggi ha trovato casa al Museo di zoologia adriatica Olivi. Oppure i grandi massi smarriti dalle navi per la realizzazione del Mose, e finiti intrappolati durante la pesca.
Stavolta a rompere le reti è stata “solo” una scala, di dimensioni altrettanto notevoli in proporzione, tanto da rendere problematico il suo smaltimento. Elio Nordio, il popolare pescatore “Tina”, stamane si è recato a denunciare il ritrovamento alla Capitaneria di Porto di Chioggia. Resta invece sconvolgente il mistero di quanti relitti, oggetti alla deriva, pericoli per la navigazione continuino a sussistere nell’alto Adriatico per colpa dell’incuria e del disinteresse.
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