Come paventato lo scorso marzo, nel commentare il nuovo contratto nazionale della pesca relativamente all'introduzione delle licenze matrimoniali di 15 giorni per i dipendenti, durante la primavera corrente gli armatori si stanno trovando in grossa difficoltà nel far lavorare i propri pescherecci. È notizia infatti che già due imbarcazioni sono costrette al disarmo perché sotto tabella, ovvero prive del numero minimo di pescatori utile a prendere la via del mare: al di là dell'innovazione normativa, gli armatori temono soprattutto che alcuni uomini di bordo preferiscano sbarcarsi per dedicarsi alla più remunerativa pesca delle vongole veraci, anche se non sempre legale. Oltre a favorire il lavoro nero, questa pratica mette in difficoltà l'armatore, dal momento che sarebbe soggetto a notevoli conseguenze nel caso la barca uscisse sotto tabella. Tanto che si temono ulteriori defezioni oltre alle due attuali, con il fenomeno in aumento. Non solo: anche l'introduzione del reddito di cittadinanza sta avendo conseguenze in questo senso, dal momento che fra la gente di mare c'è chi ne ha fatto richiesta pur lavorando in maniera non documentata.
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