Franco colloquio, questa mattina alla Capitaneria di Porto, tra Chioggia Azzurra e il comandante del Compartimento Marittimo, capitano di fregata Michele Messina, in seguito all’articolo pubblicato ieri e relativo al rammarico di gran parte della marineria per la mancata ordinanza che avrebbe recepito un accordo vocato a ridurre lo sforzo di pesca a 72 ore settimanali prima dell’imposizione europea.
Il comandante Messina ha specificato, norme alla mano, i termini della questione: il decreto ministeriale 173 emanato lo scorso 30 aprile, infatti, fornisce le indicazioni tecniche alla disciplina della navigazione peschereccia dopo il 18 novembre. Il provvedimento nazionale lascia libertà di scelta tra lavorare 4 giorni oppure coprirne 5 ma in non più di 72 ore: e i pescatori comunicano la propria decisione alla Capitaneria. Ora, il capitano di fregata Messina –che ha ereditato la vertenza dal predecessore, comandante Chiarelli, già in stato avanzato all’atto del suo insediamento il 9 settembre scorso- sottolinea che, stando ai dati raccolti nei terminali della Capitaneria, solo 22 pescherecci hanno indicato le 72 ore in 5 giorni, mentre ben 60 (su 112) hanno preferito continuare con 4 giorni lavorativi. Questo dato pare smentire la ricostruzione effettuata ieri da Marco Spinadin, presidente di Confcooperative, che parlava della quasi totalità dei pescatori orientata alle 72 ore.
In ogni caso, il comandante Messina ritiene impugnabile la delibera regionale che aveva chiesto alla Capitaneria di Porto di emanare l’ordinanza di accoglimento del regime a 5 giorni, conseguente all’accordo tra le cooperative: la delibera veneta infatti contrasta con il decreto legislativo nazionale, che ha predominanza di applicazione ove sia assente una deroga in una materia specificamente assegnata alla disciplina statale. «Successivamente alle sedute della commissione di studio – conclude il capitano di fregata Michele Messina – si sono registrati anche alcuni casi di pescatori che si sono recati alla Capitaneria per chiedere di non essere obbligati a passare alle 72 ore in 5 giorni».
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