mercoledì 12 gennaio 2022

LA TRANSIZIONE VERDE DEL PO FEAMP

Il nuovo PO FEAMP (Programma Operativo Nazionale finanziato dal Fondo Europeo per gli Affari Marittimi, la Pesca e l’acquacoltura) 2021/2027 vuole affrontare sfide senza precedenti che possano attendere alla materia ambientale, contribuendo ad essa,come alla necessità di affrontare le conseguenze avute dal Covid, cercando di mitigare gli effetti della pandemia.

Tre gli ambiti in cui il PO FEAMP intende agire: la transizione verde, la transizione digitale e la resilienza. 

Per quanto riguarda la transizione verde, o meglio, la transizione blu, la sopravvivenza delle attività di pesca e di acquacoltura è legata alla salvaguardia degli stock ittici e alla preservazione degli ecosistemi. Ciò seguendo gli obiettivi previsti dall’Agenda 2030 delle Nazioni Unite per lo Sviluppo Sostenibile. 

“Conservare e utilizzare in modo durevole gli oceani, i mari e le risorse marine” è un punto del Programma

Devono essere rispettati gli impegni che sono stati assunti dall’Italia anche nell’ambito della dichiarazione MedFiSh4Ever. All’interno di questa  vengono stabilite azioni per ricostruire gli stock ittici nel Mediterraneo, per proteggere il benessere economico ed ecologico e per l’acquacoltura sostenibile.

Il Programma Operativo intende sostenere quegli investimenti che vanno verso la riduzione degli impatti ambientali, quindi verso mezzi di produzione più sostenibili e nella lotta contro la pesca INN dove INN sta per pesca Illegale, Non dichiarata e Non documentata e verso la riduzione della sovraccapacità di pesca.

Il Programma Operativo dei FEAMP contribuirà con investimenti a favore dell'efficientamento energetico, sostenendo la diffusione di un’economia circolare e la riduzione delle condizioni inquinanti lungo la filiera produttiva, anche sostenendo la sostituzione o l’ammodernamento dei motori delle unità da pesca.

Inoltre il Programma prevede di contribuire a sostenere le politiche per la biodiversità, favorendo la gestione delle Aree Marine Protette, volendo destinare a queste aree almeno il 30% dello spazio marittimo nazionale dove gli stock ittici siano protetti per il ripopolamento.

Tali aree potrebbero diventare laboratori in cui sperimentare modelli di sviluppo della pesca che tengano conto delle valutazioni della contabilità ambientale.

Verrà inoltre valorizzato il ruolo dei pescatori nel recupero dei rifiuti in mare, sia quelli derivanti dall’attività di pesca sia quelli provenienti dalle attività antropiche. In questo senso si intende sviluppare procedure di recupero e smaltimento del rifiuto che possano essere durevoli nel tempo. Quello a cui punterà il Programma Operativo sarà favorire la raccolta, da parte dei pescatori, delle attrezzature da pesca perdute e altro, realizzando strutture per lo stoccaggio, lo smaltimento o il riutilizzo delle stesse.

Per favorire la conservazione e lo sfruttamento sostenibile delle risorse marine viventi, il Programma Operativo  prevede l’arresto definitivo di quei segmenti di flotta in cui la capacità di pesca non è in equilibrio con la possibilità di pesca, prevedendo un indennizzo per chi dovrà fermare l’attività.

Per mitigare l’impatto socio-economico dovuto alla transizione verde nel settore pesca, verranno fatti investimenti per migliorare l’efficienza delle strutture portuali e dei servizi alla pesca. Le produzioni andranno valorizzate innovando i processi, il prodotto e il marketing e migliorando l’etichettatura verso una trasparenza migliore.

Per la pesca costiera sono previsti investimenti per attrezzature che permettano la localizzazione dei pescherecci, che consentano che sia rispettato l’obbligo di sbarco e deve essere possibile anche valutare la potenza motore.

 


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