giovedì 13 gennaio 2022

BRAGOSSO DEL MUSEO: IL SIMBOLO DELLE INCAPACITÀ DELL’AMMINISTRAZIONE FERRO CI COSTA UN BOTTO

Il Bragozzo Pi Cuore, che ricordiamo tutti essere tristemente affondato nei mesi scorsi in Riva Vena, nello spazio acqueo davanti al Museo Civico San Francesco Fuori le Mura, era stato donato al Comune di Chioggia dal Comitato del Palio della Marciliana, ancora nel 2005. Prima che affondasse, da mesi veniva sollecitato un intervento da parte degli uffici competenti, con segnalazioni attraverso i media, con mail e con pec ma gli uffici sembra si siano dimostrati sordi, sottovalutando la situazione mentre i cittadini continuavano a fotografare le pompe che sgottavano acqua quasi H24. Le segnalazioni non riguardavano solo la situazione dell’opera viva e dell’opera morta dello scafo, ma anche la veleria dimostrava incuria. Negli ultimi tempi le vele al terzo non venivano mai stese all’aria e presentavano evidenti tracce di muffe. Il 23 settembre scorso, pochi giorni prima che la giunta Ferro affondasse sotto la valanga di preferenze che la città ha destinato al candidato delle destre unite, Armelao, davanti agli occhi dell’allora assessore alla cultura, Isabella Penzo, il tradizionale e maestoso bragozzo affondava. Grazie all’immediata disponibilità della ditta di Ivano Boscolo Bielo è stato recuperato nel giro di breve tempo, impedendo che danni ulteriori si aggiungessero a quelli preesistenti. In quel momento il problema era trovare un ricovero all’imbarcazione storica in modo che potesse essere messa in sicurezza. Si era offerto il Cantiere Navale Cimolin, all’Isola del Buon Castello a Sottomarina che, vista l’emergenza, aveva dato la propria disponibilità ad ospitare il grande bragozzo per un breve periodo. Ora si ravvisa la necessità di prolungare il ricovero almeno fino al prossimo 31 maggio, in attesa della programmazione dei lavori di manutenzione straordinaria di cui la barca storica ha necessità. Il Cantiere ha offerto di mantenere il ricovero del bragozzo fino a fine maggio per la cifra di poco meno di 6000 euro, IVA inclusa. E non sono questi i primi soldi della comunità che saranno spesi per ripristinare un bene andato nel degrado più totale per l’incuria di un funzionario incompetente. Prima di questi è stata la fattura di circa 7000 euro per recupero della barca. Chi se ne intende presume che la spesa per sistemare il bragozzo sarà di circa 60 mila euro, al momento non c’è alcuna cifra ufficiale. C’è anche chi sospetta si possa ravvisare il danno erariale ma non ci è dato sapere al momento se la nuova amministrazione si stia muovendo in tal senso, se non altro per capire le effettive responsabilità.

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