sabato 16 dicembre 2017

IL MISTERO DELLE DEMOLIZIONI RICHIESTE E POI RIFIUTATE DA OTTO PESCHERECCI DI CHIOGGIA

Richiedono il contributo ministeriale per la demolizione del proprio motopeschereccio, questo viene accordato, ma poi gli armatori fanno marcia indietro e rinunciano. Il singolare comportamento ha coinvolto negli ultimi giorno ben otto delle nove imbarcazioni chioggiotte alle quali era stato riconosciuto il finanziamento governativo, finalizzato allo smaltimento in cantiere. E un analogo trend si riscontra fra le marinerie di tutta Italia, senza che vi sia una spiegazione. Le federazioni della pesca avevano dichiarato, tempo addietro, che tutte le 440 barche ammesse alla demolizione sarebbero state finanziate. Ciò era impossibile, secondo i più esperti, dal momento che il decreto faceva menzione solo del 6-8% degli aventi diritto. Alla fine è stato rimediato il denaro per finanziare lo smaltimento di circa 250-280 barche in tutta Italia, e per questo -dicono- comunque sono state date false speranze a tanti armatori.

Ai nove indirizzi chioggiotti aventi diritto era arrivata una lettera in cui venivano garantiti i fondi: da quel momento avevano quindici giorni di tempo per depositare la licenza e procedere alla demolizione. Ma di queste nove barche, appunto, solo una ha accettato: dovrebbe trattarsi del Sant'Agostino, una piccola imbarcazione ormeggiata in canal Lombardo. Tutte le altre otto hanno detto di no. Nel 2018 perciò si prevedono nuove selezioni: il sistema però non andrà avanti in eterno, a maggio si chiuderà anche se non andranno esauriti i 60 milioni di euro stanziati dal ministero. Viene da chiedersi quale senso abbia presentare una domanda di demolizione “tanto per fare” quando già si pensa di non avvalersene, specie per barche appena ammodernate.

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