Quattromila euro di multa per aver tolto gli ormeggi un minuto prima di mezzanotte. È accaduto a circa venti pescherecci chioggiotti, che due giorni fa si sono visti notificare le ingenti contravvenzioni dalla Capitaneria di Porto di Chioggia: l'infrazione al severo regolamento risale al mese di giugno, quando la Guardia Costiera ha monitorato per tre domeniche consecutive l'uscita in mare. La legge dice che lo scafo deve abbandonare gli ormeggi non prima di mezzanotte: la rilevazione avviene automaticamente, attraverso lo strumento AIS (Automatic Identification System) che ricorda l'autovelox o il t-red al passaggio col semaforo rosso. Ogni imbarcazione lo detiene a bordo, con l'obbligo di tenerlo acceso durante la navigazione, di modo che ogni operazione resti tracciata e memorizzata, potendola controllare a ritroso anche dopo moltissimo tempo.
I pescatori sono naturalmente al corrente delle imposizioni, e soprattutto del fatto che la macchina non fa differenza tra pochi secondi e mezz'ora; ciò che sgomenta non è l'applicazione delle regole effettuata di default dalla Capitaneria, che svolge il proprio compito e più volte ha avvisato chi va per mare, quanto appunto l'esistenza di una norma inflessibile e priva di una adeguata proporzione tra il fallo e la sanzione. Questo perché oltre ai 4mila euro -decisamente tanti- ogni infrazione comporta la perdita di 6 punti dalla licenza che abilita alla pesca: e si sono verificati casi di natanti che -avendo accumulato anche tre multe- dopo il depennamento di 18 punti rischiano di restare al palo, ora che si avvicina il 10 settembre, data di rientro al lavoro a seguito del fermo biologico.
Il fatto che tutti i pescherecci siano stati tracciati quando ancora erano dentro le dighe del porto aumenta il fermento della marineria: domattina il consorzio armatori e le cooperative incontreranno il nuovo assessore alla Pesca, Daniele Stecco, per prospettargli la situazione e sperare in un dialogo con il comandante della Capitaneria di Porto, utile magari a scontare il numero di pagamenti -e di punti da detrarre- per chi è più esposto. Ma la grande battaglia dev'essere politica e spostarsi sul piano legislativo, a Roma, dove cum grano salis può essere corretta la stortura che equipara il lieve vantaggio alla frode: la palla ai parlamentari del territorio, e a coloro che sono stati eletti nei collegi dei litorali di pesca. Perché quattromila euro per un minuto di anticipo, specie se decretati da un sistema elettronico, sono veramente troppi.
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