martedì 27 febbraio 2018

IL PESCHERECCIO VEGA BLOCCATO DALLA GUARDIA COSTIERA CROATA IN PORTO A UMAGO, SANZIONE IN ARRIVO

Nel pomeriggio di oggi il motopeschereccio Vega, facente parte della marineria chioggiotta, è stato fermato dalla Guardia Costiera croata in acque contestate, e accompagnato nel porto di Umago dove si trova tutt'ora. Il suo equipaggio è composto da sei persone, tutte in buone condizioni. L'armatore sostiene che la barca stesse pescando fuori dalle acque territoriali croate e sia stata poi invitata dalla vedetta a seguirla fino alle rive dell'Istria. La Capitaneria di Porto di Chioggia è stata informata dall'armatore stesso, senza contatti iniziali con la controparte. Il caso è gestito dalle rispettive autorità ministeriali.
Ancora non si conosce se l'imbarcazione sia stata posta sotto sequestro: è assai probabile che la situazione verrà sbloccata entro un paio di giorni, previo pagamento di una sanzione pecuniaria nell'ordine delle migliaia o decine di migliaia di euro. A quanto si apprende, una delle cause del fermo consisterebbe nell'aver spento a bordo il segnalatore di posizione AIS, sparito improvvisamente dai controlli informatici in rete: per manomissioni di questo genere, la scorsa settimana alcuni pescherecci erano stati convocati dalla Capitaneria clodiense che li aveva avvertiti del rischio di controlli sull'altra sponda adriatica. Non molti i motopesca che assieme al Vega avevano preso la via del mare nelle prime ore della giornata, a causa del maltempo: altri hanno fatto a tempo a tornare indietro dal largo.
Lo stesso Vega risulta tra quei battelli coinvolti dalle brutte condizioni meteo lo scorso 13 novembre, quando una decina di m/p chioggiotti furono sorpresi in mare da pioggia e vento, riparando così nella rada di Parenzo. Come accadeva decine di anni fa, sempre più diffusamente certi capitani e pescatori si spingono in acque internazionali, affermando che in quelle italiane ormai il pesce stia scarseggiando: il timore generalizzato è che possano accadere altri episodi come quello odierno.

Video di Sandra Vizintin

1 commento:

  1. Ovvio che imputabile al Burano e' lo spegnimento dell'AIS...
    Mai persa la 'manomorta' dei pescatori clodiensi che ben sanno di calare le reti in una "Fish Bank"...
    Fortuna che Tito e' sepolto, allora si sparava sui predoni delle capesante croate...
    Buonagiornata

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