L’incontro si è tenuto lo scorso 19 gennaio in quanto la Commissione ha dimostrato di non approvare l’utilizzo di alcune attrezzature per la pesca da fondo nell’ottica del piano che intende sviluppare per tutelare gli stock ittici e gli ecosistemi marini in vista dello sviluppo della Strategia 2023 a favore della biodiversità.
Il settore ittico ha dimostrato che il tipo di pesca tanto discusso è già ben regolamentato e certificato e molti sono stati i rappresentanti del settore intervenuti per evidenziare l’importante ruolo che la pesca da fondo svolge per garantire la sicurezza alimentare, soprattutto ora che la Commissione Europea sta valutando di introdurre nuove limitazioni e restrizioni all’uso delle attrezzature che pescano stando a contatto con il fondo marino.
Chi ha convocato l’incontro è stato Europêche, organismo di rappresentanza dei pescatori dei Paesi appartenenti all’Unione Europea che rappresenta circa 45 mila navi e 80mila pescatori, sia artigiani che di larga scala. Il presidente dell’associazione, Javier Garat, ha ribadito l’importanza del settore che sbarca più di un milione di tonnellate di pescato all’anno, catturato in modo sostenibile, e che rappresenta il 25% degli sbarchi in Unione Europea. Questi generano circa il 40% del fatturato del settore e di conseguenza contribuisce a salvaguardare molte comunità costiere.
Uno tra gli altri organizzatori dell’incontro, ex Presidente della Pelagic Freezer-Trawler Association, Gerard van Balsfoort, ha dichiarato che la Commissione sulla pesca di fondo si dovrebbe basare su prove reali, scientifiche e su valutazioni d’impatto complete. Altre informazioni infondate non aiuteranno ne la salute degli oceani e neppure quella dei pescatori.
Nel frattempo è stata annunciata la creazione della European Bottom Fishing Alliance (EFBA) a rappresentanza delle flotte da pesca di fondo aventi sede all’interno dell’Unione Europea. Questa nuova alleanza sarà lanciata il prossimo mese e il suo scopo sarà tutelare e sostenere le realtà economiche sociali e culturali che vivono delle attività di pesca di fondo all’interno dell’Unione Europea.
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