martedì 18 gennaio 2022

IL CARO GASOLIO STA METTENDO IN GINOCCHIO LE MARINERIE D’ITALIA

L’aumento del prezzo del gasolio sta mettendo in ginocchio molte marinerie. Aumentato in maniera insostenibile dal finire dello scorso anno potrebbe far decidere a qualche armatore di non avvicendarsi neppure in mare, soprattutto nei periodi di minor richiesta. Il rischio è il blocco di un intero comparto con conseguenze nefaste per il comparto stesso, l’indotto e per i consumatori. Ancora a ottobre la Lega aveva richiesto un intervento al ministro alle politiche agricole alimentari e forestali, Patuanelli, un intervento mirato a mitigare gli effetti del caro-gasolio. La Lega a riguardo aveva presentato un’interrogazione anche al Parlamento Europeo. Ora si comincia a sentire l’effetto dell’aumento del carburante e i pescatori sono delusi del fatto che si parli molto ma non sembra si stia facendo nulla di tangibile. Il panorama che gli si presta davanti ha tinte scure e fosche. Il prezzo del gasolio è solo uno dei tasselli che stanno stringendo il settore in una crisi profonda. Il rischio è che le marinerie intendano fermarsi in attesa di provvedimenti, e intendano farlo già da marzo in quanto entrando nella nuova stagione il pescato andrebbe comunque a diminuire e a produrre minor reddito. L'erogazione del reddito di cittadinanza influisce anche nel settore ittico. Con gli aumenti dei costi le quote diminuiscono e talvolta i marinai preferiscono sbarcarsi e averne diritto, piuttosto che fare la difficile e sacrificante vita del pescatore per guadagnare cifre irrisorie. Gli armatori, con l’aumento del costo del carburante, non riuscirebbero infatti a garantire il minimo salariale anche in quanto il prezzo del prodotto non è fissato, ma deciso dal mercato. Il tutto fa da contorno alle misure previste dall’Unione Europea a favore dell’aumento delle giornate di fermo. Il peggioramento delle condizioni lavorative sta portando a una crisi come quella che ha colpito il settore una decina di anni fa, quando, in nome del costo del gasolio, la categoria entrò in una fase di scioperi importanti. Questo è quanto ci conferma Roberto Penzo, armatore dell’impresa Erminio Tanfa e capitano dell’Albino Tanfa, che lavora nel settore da quando aveva 13 anni. I costi legati all’aumento del gasolio incidono non poco nel budget della gestione di un motopeschereccio. In una battuta di pesca possono essere consumati circa 800 litri di carburante al giorno. L’aumento non pone il gasolio allo stesso prezzo per tutte le marinerie. Lampedusa ha sofferto molto sul finire dello scorso anno quando il costo del carburante è arrivato al 50% in più rispetto alle altre località siciliane. Allora la marineria dell'isola era pronta a dichiarare uno sciopero generale con serrata del porto con l’appoggio del sindaco Totò Marrtello se le richieste non fossero state accolte. Sicuramente molte marinerie, tra cui quella chioggiotta, stanno pensando di mettere le barche in uno stato di agitazione, in modo da sensibilizzare il mondo politico e portarlo ad attuare provvedimenti.

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